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Il Libro dei libri

Ci sono dei libri scritti dalla gente comune che riguardano le sensazioni di questo mondo. E ci sono libri scritti dai Kabbalisti, uomini che hanno conseguito il mondo superiore e scrivono delle loro sensazioni nella spiritualità.

Questi libri sono detti speciali, e sono i libri sacri. Sacro (Kadosh) si traduce letteralmente “separato”. Il mondo spirituale è completamente separato dal nostro egoismo; perciò, un uomo che lo descrive in base alle sue sensazioni sta scrivendo un libro sacro: speciale o separato.

C’è un libro molto speciale tra tutti i libri che sono stati scritti nel corso della storia dagli uomini che hanno compiuto dei conseguimenti spirituali. Nelle fonti Kabbalistiche, ci si riferisce a questo testo semplicemente come al Libro, senza indicare il suo nome “Lo Zohar”. Questo libro è così straordinario che rispetto ad esso gli altri libri non sono neanche considerati dei libri. Questo perché è stato scritto da un gruppo speciale di uomini che hanno conseguito tutte le dieci più elevate Sefirot in Malchut del mondo dell’infinito.

L’incontro speciale di questi uomini è avvenuto approssimativamente 2000 anni fa. Nove studenti insieme al loro maestro Rabbi Shimon si ritirarono in una grotta nel Nord di Israele . Lì rimasero a studiare.

Questa grotta è un posto molto speciale. Quando io ed il mio maestro Rabash andavamo a Tiberias, facevano spesso visita a questa grotta. Al Rabash piaceva moltissimo stare lì. Si fermava per alcuni minuti, e guardava come se fosse da qualche altra parte, come se fosse fuori dal suo corpo. Era la misura in cui si collegava alla forza spirituale delle dieci Sefirot, le dieci anime che sedettero in questa grotta per rivelare il mondo dell’Infinito.

Unendosi insieme, essi conseguirono tutti i 125 livelli spirituali, dal nostro mondo al mondo dell’Infinito. Baal HaSulam scrive nell’ “Introduzione al Libro dello Zohar” che questo alto livello di conseguimento compiuto da un gruppo di uomini è avvenuto solamente una volta in tutta la storia, perché essi si erano uniti per studiare insieme.

Solo nella correzione finale (Gmar Tikkun) saremo in grado di conseguire lo stesso livello che è stato conseguito da questo gruppo, e saremo in grado di farlo grazie alla loro unione. Essi hanno scritto nel Libro dello Zohar come loro sono riusciti ad unirsi, cosa ne è conseguito, e cosa è stato rivelato nella connessione avvenuta tra di loro. Qui sta tutto il potere del Libro dello Zohar.

E chiaramente questo Libro può dare anche a noi la più grande forza di connessione per le nostre anime. Questa è la ragione per cui questo libro è così importante.
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(Dalla 2 lezione al congresso WE! 02.04.2011)

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Quando la decisione è presa

Noi dobbiamo raggiungere lo stato in cui sentiamo di essere tra l’Egitto e la libertà e in cui ci rendiamo conto che, se ci uniamo, allora insieme ci innalzeremo al di sopra del nostro stato attuale e saremo in grado di fuggire da tutti gli stati in cui viviamo adesso. Ma fintanto che un uomo è inconsapevole della sua negatività e desidera rimanere in “Egitto”, non ha senso parlare con lui. E’ necessario fare esperienza dell’esilio in tutta la sua precarietà, con tutti i problemi e le disgrazie, per essere finalmente in grado di prendere la decisione di uscirne.

Il nostro punto nel cuore, “Moshe (Mosè),” ci tira (Moshech) in avanti partendo dalla nostra attuale condizione. Poi, ci renderà capaci di accettare volontariamente la “garanzia” (Arvut) ma non prima.

In questo stato, dentro un uomo, molteplici desideri si ritrovano insieme. Ovviamente, tutti i suoi “Egiziani” ed il “Faraone” sono ancora dentro di lui, ma anche “Moshe”, il Creatore, e la “nazione di Israele” si sono già rivelati in lui. Queste sono tutte qualità dell’uomo: vecchio, egoista, e nuovo, altruista.

Un uomo fa esperienza dei dubbi: sta uscendo dall’egoismo, dall’ “Egitto”? E anche molto tempo dopo che ne è uscito, egli ha dei dubbi: ho preso la decisione giusta, o dovrei tornare indietro? E così rimane fino a quando non corregge tutto il suo egoismo.
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(Dalla lezione quotidiana di Kabbalah del 17.09.2010, “l’ Arvut (la Garanzia Mutua)”

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Chi possiede lo schermo?

Lo schermo (Masach) non può essere posseduto individualmente. Su cosa si poggerà il mio schermo personale, sulle impressioni del mondo materiale? La chiave è il desiderio (o la sua mancanza) di unirmi con coloro che sono uguali a me.

Lo schermo si poggia sull’unione, copre la spaccatura tra me gli altri. Lo schermo che unisce si forma sopra questo abisso di rifiuto e di odio.

Quando scopriamo la spaccatura, dobbiamo “aggiustarla”. E come lo facciamo? La Luce scende e corregge il divario che è questo odio esistente tra di noi. Tutto l’egoismo spirituale (al livello di Adamo, l’uomo) che è derivato dalla frantumazione dell’anima collettiva esiste solamente tra di noi. Rispetto al mio egoismo individuale, è egoismo al livello animato.

Lo schermo si trova al di sopra del nostro stato da correggere: l’odio rimane al di sotto di esso, e l’intenzione domina al di sopra. All’inizio, si tratta di dazione per il bene della dazione, o della nostra indisponibilità ad usare l’odio sulla base del principio “ciò che tu odi, non farlo ai tuoi amici”. Poi, costruiamo il secondo schermo, in base al principio amare gli altri come noi stessi. Tutto questo avviene tra di noi.
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(Da una conversazione del 24/07/2010)

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