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Cerco I miei fratelli…

Scritti del Rabash, “L’amore degli amici”: Un uomo lo trovò che stava vagando in un campo e gli domandò, “Cosa stai cercando?” A questa domanda lui rispose, “Sto cercando i miei fratelli. Dimmi, dove sono?…Si sta parlando di un uomo che si è allontanato dal cammino dello sviluppo spirituale, che non ne conosce la vera strada, che è già arrivato alla disperazione e pensa che non raggiungerà mai il suo traguardo. Questa è la ragione per cui domanda, “Voglio essere in un gruppo dove c’è l’amore degli amici, allora sarò capace di percorrere il cammino che porta al Creatore.”

Questo è il modo in cui anche noi vaghiamo, non sapendo come raggiungere il giusto stato. Non capiamo come stabilire la connessione con la spiritualità e dove trovarla. Di fatto noi siamo già adesso nel mondo spirituale, ed è questa la ragione per cui vaghiamo intorno a questo campo. Abbiamo già l’opportunità di stabilire una relazione con il gruppo e di connetterci con gli amici, ma non siamo capaci di farlo. Dunque, ci muoviamo, come se fossimo ciechi. Siamo già nel posto giusto, ma non siamo capaci di trovare questa connessione, è come se brancolassimo nel buio.

Questo buio non è al di fuori, ma dentro di noi, è la conseguenza della nostra cecità e della nostra incapacità di comprendere. Quello che manca è una qualche forma di manifestazione nelle sensazioni e nella ragione che mi permetta di capire in quale modo mi devo connettere con gli amici. Allora troverò il modo di aprirmi un varco verso lo sviluppo spirituale, verso il primo contatto con la spiritualità che è chiamato  “tre giorni di assorbimento del seme spirituale”.

Per riuscirci devo comprendere come legarmi nel modo giusto all’ambiente che mi circonda, e questa è la cosa più difficile in assoluto da fare. Nel nostro mondo conosciamo la situazione delle donne che non riescono a restare incinte. E questo diventa ancora più difficile nel mondo spirituale.

La Torà racconta dei grandi problemi di infertilità che ognuna delle matriarche ha avuto e di come sia stato difficile per loro restare incinte. Si tratta di un simbolo di quanto sia difficile legarsi all’ambiente circostante.

Come, allora, è possibile aiutare un uomo che sente di essersi perso e che non vede alcuna possibilità di avanzare spiritualmente? Dopo aver speso degli anni, egli pensa di sapere e capire ogni cosa, a parte la direzione da prendere. All’inizio pensava che la conoscenza ricevuta lo avrebbe aiutato, e che certe azioni o forse il tempo avrebbero fatto il lavoro.

Ma in seguito egli arriva a capire che niente lo aiuta e allora inizia a confondersi. E questo è il momento in cui un angelo arriva da lui e finalmente gli chiede, “Cosa stai domandando? Cosa stai cercando qui?”. Allora l’uomo si analizza ed incomincia a comprendere che gli manca proprio la connessione con l’ambiente circostante, “Sto cercando i miei fratelli!”

Questo è già un grande conseguimento in cui si comprende di essere in grado di realizzare il proprio sviluppo spirituale solo lungo questo cammino, dentro la connessione con gli altri. Il gruppo diventa un luogo spirituale. Invece del gruppo materiale e fisico che l’uomo vede adesso, egli percepirà la connessione interiore tra tutti e trasformerà questa connessione in reciproca dazione. Egli rivelerà la rete che li unisce, che è chiamata il sistema dei mondi superiori, e tutti i mondi troveranno posto al suo interno.

Questo gruppo diventerà il luogo in cui egli rivelerà gradualmente tutti i livelli spirituali, fino al punto in cui non arriverà così vicino ai 125 livelli che si unirà con essi in un solo insieme. Questa è ciò che sarà chiamata la fine della correzione (Gmar Tikkun).

Se un uomo incomincia a percepire di poter essere in grado di realizzare il proprio sviluppo spirituale in questo modo, attraverso le relazioni con l’ambiente circostante, ciò significa che egli sta vagando nel campo del Creatore e che sta cercando, sapendo cosa cercare e cosa domandare. Egli avrà ancora una strada difficile davanti a sé, ma il momento o il punto in cui decide che il mondo spirituale può essere raggiunto solamente attraverso l’unione con l’ambiente circostante è estremamente importante. Questo perché si tratta di una situazione opposta a tutto il suo precedente sviluppo materiale ed egoistico.

Questo momento segna l’inizio del suo sviluppo e della sua connessione con gli altri “da se stesso verso l’esterno, per il bene della dazione”. Quindi, questo momento segna l’inizio di un nuovo cammino.

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L’intenzione: ciò che importa è il risultato

Domanda: Che cos’è l’intenzione?

Risposta: L’intenzione è ciò che desideri dal tuo stato. La cosa importante non è cosa fai o cosa dici, ma è verso cosa sei diretto, quale risultato ti aspetti dallo stato attuale, e non importa se si tratta del tuo o del nostro.

Per dirlo in modo diverso, come vuoi che sia il tuo prossimo stato? Come te lo immagini adesso? Cosa farai: donare al Creatore, ricevere per te stesso, guadagnare, rubare, tralasciare, abbandonare? Come ti vedi nel prossimo stato? Questa è la tua intenzione.

Questa è la ragione per cui solamente gli esseri umani hanno le intenzioni. L’essere umano è il solo in tutta la creazione che è fuori dal tempo. L’intenzione non funziona nel tempo materiale, ma nel tempo spirituale, che si trova al di sopra del nostro desiderio.
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Lezione quotidiana di Kabbalah – 06.04.2011

Conversazione con i Gruppi Americani a Toronto
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Argomento della lezione: “Costruire la Nuova Realtà – da parte nostra”
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La disputa irreconciliabile tra il Creatore ed il Faraone dentro di me

Domanda: Come possiamo ascendere al di sopra di tutte le dispute all’interno del gruppo prima del Congresso?

Risposta: Nella preparazione al Congresso dovete vedere come tutti questi conflitti vi sono stati dati come “un aiuto contro di Lui”, come il Faraone si incorpora e domanda: “Chi è il Creatore affinché ascolti la sua voce?”.

Il Creatore ti dice di unirti agli amici, mentre il Faraone ti dice di separartene. Il Creatore dice “Cedi!”, mentre il Faraone ti dice “No, devi governare su di loro con pugno di ferro!”. Il Creatore dice “Lavora con allegria”, mentre il Faraone dice “No, lavorerai abbattuto e schiavizzato da me!”.

Queste due forze discutono all’interno di una persona quando arriva alle “dieci piaghe d’Egitto”, mentre discerne quale di esse è nel giusto. Devo capire che io determino quale di esse accetterà la mano superiore e governerà, il Creatore o il Faraone! Tutto dipende da me.

Questo è il punto decisivo ed io sono nel mezzo di queste due parti della realtà: quella positiva e quella apparentemente negativa, le quali sono state preparate per me in questa maniera con il fine di darmi la libertà di scelta. Devo decidere di volere che la forza della dazione, dell’amore, si liberi dall’egoismo ed ascenda al di sopra di questo per assumere il potere.

Sono disposto ad accettare i colpi che ricadono sul Faraone e l’Egitto egoista e sono felice per questi. Lascio che il colpo cada su di me perché sta colpendo il mio egoismo, aiutandomi a liberarmene per ascendere al di sopra di esso e non esserne più all’interno. Dopo questi colpi, uscirò già dall’Egitto e non sarò mai più schiavizzato da esso!

Anche così, una persona non deve lavorare su se stessa, ma in relazione all’ambiente, con il gruppo. Non deve correggere un certo tipo di qualità dentro di sé, ma la sua attitudine verso gli altri. La cosa più importante qui è di non confondersi e non cambiare direzione rispetto ai suoi sforzi.
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