Dallo schermo terreno a quello spirituale

Lo Zohar, capitolo “Itrò”, articolo 180: … Dobbiamo vedere le forme delle persone in sei discernimenti e conoscere la saggezza esaustivamente. Questi sono i capelli, gli occhi, il naso, le labbra, il volto e le mani, cioè le linee delle mani.

La scienza della Kabbalah spiega tutte le qualità spirituali usando parole terrene. Questo perché non ci sono parole e lettere nel mondo spirituale, ma solo sensazione, realizzazione e comprensione. Pertanto, non abbiamo altro modo di esprimere e comunicare le impressioni e l’informazione spirituale di una persona ad un’altra. È per questo che prendiamo le parole del nostro mondo perché questo, questa realtà terrena, è un’impronta della realtà superiore e tutto quello che esiste nel nostro mondo ha le radici nel mondo spirituale.

Pertanto, quando lo Zohar parla dei lineamenti del volto di una persona, dei suoi organi interni o delle parti del corpo, tutto questo descrive le forze corrispondenti che agiscono nello spazio spirituale, cioè tra le anime, all’interno della loro connessione. In questo modo, usando “il linguaggio dei rami”, comunichiamo informazioni sul mondo spirituale da una persona all’altra.

Ciò può essere paragonato alle forze elettriche mediante le quali creiamo un’immagine nello schermo del computer. All’interno di questo ci sono delle forze elettriche, ma le usiamo per tracciare le immagini che vogliamo.

Possiamo parlare delle forze elettriche interne usando i loro risultati esterni, i termini grafici, i colori e le figure geometriche. Possiamo nominare queste forze elettriche mediante la loro immagine grafica, anche quando non sono colori, linee o immagini. È solo che la loro manifestazione esterna crea per noi quelle forme ed usiamo i nomi di queste forme per nominare queste forze.

Pertanto dobbiamo capire che gli autori dello Zohar non si impegnarono nel misticismo fisico, nella fisiologia o in altre cose, ma desideravano descrivere in dettaglio la struttura interna dell’anima. Una persona che è nel mondo spirituale visualizza tutto ciò che è scritto nello Zohar nel senso spirituale, sapendo che questo parla della spiritualità. Lei vede questo perché l’impressione spirituale è molto più potente di quella terrena. Pertanto, osserva le immagini prima di qualsiasi altra cosa.

D’altra parte, una persona che si trova solo nel mondo materiale e per il momento percepisce solo la realtà materiale nel suo schermo, dietro le parole dello Zohar vede le immagini materiali.

Così, leggendo lo Zohar, cerchiamo di andare da uno schermo all’altro, dallo schermo esteriore, nel quale ci vengono proiettate delle immagini materiali, alla struttura interna dell’anima. Cerchiamo di immaginare le qualità dell’anima e anche quando non capiamo di cosa stia parlando lo Zohar, i nostri sforzi evocano la Luce che ci corregge.

Baal HaSulam scrive quanto segue “nell’Introduzione al Talmud Eser Sefirot”:… Pertanto dobbiamo chiederci, perché allora i kabbalisti obbligavano ogni persona a studiare la saggezza della Kabbalah? Esiste davvero qualcosa di grande in questo, degno di essere pubblicizzato: esiste un meraviglioso, inestimabile rimedio per coloro che si occupano della saggezza della Kabbalah. Anche quando non capiscono quello che si sta imparando, attraverso l’anelo ed il grande desiderio di capire ciò che stanno imparando, risvegliano su di loro le Luci che circondano la loro anima.

Il nostro desiderio non deve essere di capire, ma di sentire questa immagine spirituale interna. Da questo stesso desiderio attraiamo la Luce che ci corregge. Allora abbiamo accesso alla sensazione di questo mondo interiore.

(Dalla 2° parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 4.03.2011, lo Zohar)

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