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La garanzia più affidabile

Le necessità basilari dell’uomo sono la stabilità e la sicurezza, lui vuole un’economia stabile, delle buone condizioni di vita e la salute fisica. Questo è un desiderio normale ed istintivo di sentirsi sicuro, il quale è necessario per il corpo animale. Anche un animale lo possiede ed accumula il cibo per l’inverno.

Tuttavia, siccome il nostro desiderio egoista è ad un grado più elevato rispetto a quello di tutte le altre creature, desideriamo una protezione che ci serva come assicurazione sulla vita; inoltre, pensiamo di vivere per sempre. A parte questo, desideriamo fornire la massima sicurezza ai nostri figli.

Anche quando vediamo che in pratica non funziona, neanche così possiamo rifiutare l’idea. Viviamo in un mondo molto instabile ed insicuro e quindi è sufficientemente chiaro che è impossibile fornire un’assicurazione per il domani a noi ed ai nostri figli, anche se lavoriamo duro per fare molto denaro.

È un problema psicologico ben conosciuto. Direi che è un problema spirituale perché se ammettiamo che c’è una forza superiore che organizza tutta la nostra vita e controlla tutto quello che ci succede, non importa cosa facciamo, allora non potremo fornire nessuna sicurezza a noi stessi.

Basandoci sulla nostra esperienza di vita, pensiamo che quanto più ricca, sana e forte sia una persona, più sicura e felice possa essere in relazione al suo futuro, in confronto a tutti gli altri; però vediamo che anche questo non le da garanzie e può cambiare in un istante.

Pertanto, la saggezza della Kabbalah offre alla persona un’altra soluzione. Se ti connetti alla forza superiore, l’unica forza che governa la creazione, in ogni caso ed in ogni momento, questa sarà la garanzia più affidabile per la tua sicurezza.

Ci è stata data intenzionalmente questa sensazione di insicurezza, impotenza, paura ed ogni sorta di dubbio, affinché possiamo trovare in essa la risposta corretta. Cioè, ci sentiamo insicuri per accorgerci di cosa possa darci una sicurezza affidabile per ogni occasione della vita.

Puoi pensare che il Creatore sia molto distante, che esista in qualche altro mondo e che non ti senti connesso a Lui (anche quando puoi riuscire a conoscerlo); però qui, nel nostro mondo, il miglior tipo di sicurezza è di organizzarti un ambiente che ti appoggi e ti assista sempre, un ambiente che si prenda la responsabilità di aver cura di ognuno, tanto come avrebbe cura di tutti gli altri.

Se l’uomo vivesse in queste condizioni di assistenza reciproca, avrebbe anche la sicurezza in tutto.
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(Dalla 4° parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 2.03.2011, Lezione sul denaro)

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Il desiderio femminile e l’ intenzione maschile

Praticamente tutti i materiali della scienza della Kabbalah sono dedicati alle donne. Questo si deve al fatto che impariamo a correggere il nostro desiderio di ricevere, chiamato “donna”, con l’aiuto del Creatore, la forza “maschile”.

Ci sono due forze nella realtà: il Creatore e la creazione, la forza maschile che da e la forza femminile che riceve. Detto in altro modo, questi due desideri, quello di dare e quello di ricevere, si uniscono in noi, formando due metà: quella maschile e quella femminile.

Un uomo (Guever – גבר) rappresenta la capacità di superare (Hitgabrut – התגברות) uno schermo. Dividiamo il Kli in maschile, il lato della dazione (il superamento, gli schermi, le intenzioni) e la ricezione, la parte debole che è incapace di dare, che è descritta nel verso “la sua forza fu diminuita nella qualità femminile”.

Nelle nostre vite la proiezione della spiritualità crea anche una divisione tra la parte maschile e femminile. Nella spiritualità, queste due parti dei vasi si uniscono tra di loro e nella loro unità, il desiderio (Aviut) è la parte femminile, mentre lo schermo e la Luce Riflessa, sono la parte maschile. La loro unità da vita al Kli e come risultato nasce un nuovo Partzuf, la ricezione della Luce per il bene della dazione o in altre parole, la nascita dei figli e la comprensione (Avanot – הבנות). Ecco perché in seguito ai figli ci sono sempre le figlie (Banot – בנות).

Per la divisione dei ruoli nel mondo, vediamo chiaramente a cosa è destinato l’uomo ed a cosa è destinata la donna. La donna è la “casa”, il suo scopo è mantenerla, per dar vita ai figli ed avere cura della casa della famiglia. Lo scopo dell’uomo, invece, è uscire di casa con il fine di portare i guadagni. Questa è una copia esatta della spiritualità, dove il desiderio di ricevere è una qualità femminile, mentre lo schermo al di sopra di esso, è la qualità maschile. Quando loro agiscono di comune accordo, raggiungendo l’unità con la Luce Superiore, con il Creatore, come risultato emergono nuovi Partzufim che ricevono per il bene della dazione, ovvero i “figli”.

È scritto: “Sposo e sposa e la Shechinà che è tra di loro”. Questo parla del mondo spirituale, nel quale la Shechinà, cioè la Luce Superiore, si stabilisce proprio tra il desiderio di ricevere e la forza dello schermo.
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(Dalla 4° parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 6 Marzo 2011, sulla donna)

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Il cammino verso l’ amore

Noi ci eleviamo al mondo dell’Infinito dal nostro mondo. Questo cammino si divide in due stati: il primo si chiama “timore” ed il secondo “amore”.

Durante il primo stato, correggiamo il nostro desiderio egoista nei gradi zero, primo e secondo di Aviut e durante il secondo stato, lo correggiamo nel terzo e quarto grado di Aviut. La parte inferiore è Galgalta Ve Einaim (GE), la parte superiore è l’AHaP (AHP), ed insieme sono il vaso di un’anima.

Timore significa che c’è una preoccupazione principale alle spalle di migliaia di preoccupazioni: sarò capace di non ricevere? Come invitato, mi preoccupo di come amministrare il non voler ricevere il trattamento dell’anfitrione. Lui cerca di convincermi ma io mi nego una volta ed un’altra ancora. In altre parole, una volta e poi un’altra, acquisisco lo schermo per un crescente Aviut del desiderio, fino ad elevarmi al di sopra del mio Aviut completo (che è chiamato Monte Sinai) ed acquisisco la qualità del timore. Adesso, mi elevo al di sopra di tutti i desideri di ricevere e mi tutelo dalla ricezione del piacere egoista.

Quindi, comincio ad essere incluso reciprocamente agli altri: “Cosa vuole lui?”. Vedo quello che vuole, così come il grado della mia capacità di fare qualcosa per lui. Acquisisco i suoi desideri, i suoi Kelim e li fornisco ai miei Kelim. Adesso, agisco al contrario: cambio il mio Kli per ricevere a favore del mio prossimo.

Una madre si occupa dei suoi figli allo stesso modo, infatti fa tutto il possibile per riempirli. È così che si manifesta il suo amore. Pertanto, l’amore ha cura che io non prenda niente dagli altri, che non li derubi mai e non li danneggi . Questo si riferisce alla tappa precedente, al timore, la prima tappa della correzione dei Kelim.

Hillel il saggio, riguardo a questo, disse quanto segue ad un “estraneo”, cioè a un desiderio egoista: “Vuoi avvicinarti alla dazione? Avanti! Fai agli altri quello che vuoi facciano a te. Elevati al di sopra dei tuoi Kelim di ricezione ed allora non danneggerai nessuno”.

Poi arriva il turno dell’amore, al quale si riferì Rabbi Akiva come la regola generale della Torà: “Ama il tuo prossimo come te stesso”. Ciò significa che prendi i desideri degli altri e ti unisci ad essi per riempirli.

In questo modo, l’amore, nel suo vero senso spirituale, non può essere raggiunto senza una preparazione considerevole.
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(Dalla 4° parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 4.03.2011, sull’amore)

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