Il 2011 è il tempo dell’ ascesa

Nel processo di una discesa graduale dal mondo dell’Infinito, i vasi (Kelim) ricevono le Luci. Nel cammino verso il basso, ci sono i mondi di Adam Kadmon, Atzilut, Beria, Yetzira e Assiya. La loro scala è una ricezione della Luce per il bene del Creatore che diminuisce gradualmente.

Nel mondo di Adam Kadmon c’è una grande Luce di Yechida; nel mondo di Atzilut la Luce di Chaya; nel mondo di Beria la Luce di Neshama; nel mondo di Yetzirà la Luce di Ruach; nel mondo di Assiya la Luce di Nefesh.

Alla fine, tutte le Luci in tutti i vasi finiscono e ci troviamo sul fondo, nello stato di “questo mondo”. In questo, non ci sono né la Luce né i vasi, ma solo una forza vitale, un desiderio materiale. Nel corso di tutta la discesa, lo schermo continua a ridursi dal 100% fino a zero. Come risultato, non abbiamo la forza di resistenza o un pensiero di dazione, niente. Ci troviamo nel mondo materiale, cioè nel desiderio egoista.

Da questo punto, dobbiamo evolvere verso una condizione nella quale desideriamo ritornare al mondo dell’Infinito, partendo da zero, dal basso verso l’alto, fino a scalare i cinque mondi dai quali discendiamo. Facendolo, in sostanza realizziamo lo scopo della creazione.

Così, essendo caduti in questo mondo, siamo esistiti in esso per tutto il corso della storia, fino ad arrivare all’anno 2011, l’inizio dell’ascesa. Da qui in avanti, tutte le anime cominciano ad elevarsi. Il cammino dall’Alto verso il basso e dal basso verso l’Alto si estende per 125 gradi, poiché ognuno dei cinque mondi consiste di cinque Partzufim ed ognuno di essi contiene cinque Sefirot.

Fondamentalmente, nell’universo tutto è stabilito e valutato in anticipo, tutto ha uno scopo. Abbiamo bisogno solo di rivelare il nostro prossimo stato di esistenza, una volta e poi un’altra ed entrare in questo attentamente, ognuno alla sua maniera individualmente. Tutto è predisposto e nel mondo dell’Infinito (Ein Sof) arriveremo allo stato dell’essere finale e perfetto.

Prima che discendessimo da lì, esistevamo nello stato 1 e dopo, attraverso il confuso e frammentato stato 2, ritorniamo allo stato 3, l’Infinito. Dunque, cosa “otteniamo”? Otteniamo l’autonomia. Dopotutto, siamo noi quelli che camminano lungo questa via verso l’Infinito, quelli che agiscono e che realizzano la creazione e le azioni del Creatore. Ottenendo la coscienza di chi Lui è, diventiamo come Lui e capiamo come agire senza di Lui. Impariamo, come fa un bambino, fino ad arrivare ad un grado in cui siamo capaci di lavorare in tutta la realtà ed in tutta la creazione al posto del Creatore.

Il Creatore è solo una forza, però siamo noi a metterla in movimento, ed è per questo che nel terzo stato, esistono solo il Creatore e l’essere creato, uguali e simili in tutto. Questo è ciò che otteniamo. Questa è la meta che il Creatore ci ha posto davanti, affinché noi, gli esseri creati, potessimo arrivare ad essere uguali a Lui.
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(Dalla 3° parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 4 Marzo 2011, Spiegazione dell’articolo “Prefazione della saggezza della Kabbalah”)

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