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Lezione quotidiana di Kabbalah – 24.02.2011

Parte 1: Tema: Preparazione alla lezione “Scritti del Rabash” Shlavei HaSulam, Articolo 12
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Parte 2: Introduzione al libro dello Zohar, comandamenti 12-14, Punto: 245
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Parte 3: TES parte 8, Punto 92, lezione 52
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Parte 4: Introduzione al libro Panim Meirot uMasbirot, lezione 8
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Non lasciar seccare la fonte

Scritti del Rabash, “cos’è colui che non ha figli nel lavoro”: un albero che non da frutti è come un uomo senza figli che non da nascita a nessuno. La persona e la Torà si chiamano sterili se non hanno figli.

Domanda: Come possiamo perfezionare l’ intenzione comune che è diretta verso l’ aiuto dall’ alto?

Risposta: L’ aiuto viene solo in risposta ad un desiderio di unione. È per questo che studiamo insieme, per attirare la Luce della correzione. Tutti insieme dobbiamo discernere il desiderio di unirci (la preghiera comune) perché al contrario, nessuno di noi avrà la richiesta corretta o la forza per continuare nel cammino.

La persona ha un desiderio di base: sentirsi bene. A volte, oltre a questo, nasce in qualcuno la domanda sul senso della vita, che è un desiderio di acquisire la Luce. È allora che inizia lo studio della scienza della Kabbalah. Prima di avere questo desiderio aggiuntivo, si è sviluppato come un animale, in funzione degli ordini del suo desiderio materiale. Prendiamo in considerazione una persona solo dal momento in cui aspira a qualcosa di più elevato.

La persona come utilizza tutte le inclinazioni che le vengono date? Dopotutto, lo sviluppo è possibile solo in virtù di un desiderio del Kli comune che le è stato aggiunto. Tuttavia, la persona deve includersi in esso, come un albero che riceve tutte le forze dall’ ambiente circostante, come la terra, l’ aria, il sole e così via. Se una persona sa come accettare tutto per il bene della sua crescita spirituale, allora assorbirà questa necessità dall’ ambiente e con esso chiederà la Luce che Riforma durante lo studio.

Questa Luce costruisce il processo interno di una persona, per il quale crescono le qualità interiori, gli obiettivi ed i concetti. È così che avanza una persona. Pensa continuamente a come ricevere un’ ascesa dall’ ambiente; a tal fine, deve abbassare la testa davanti agli amici ed innalzarli ai suoi occhi, come i migliori della generazione. Durante la lezione non può dimenticare perché studia. Alla fine, la persona, riceve dal gruppo solo un risveglio addizionale, ma poi la Luce deve venire e dirigerla correttamente.

Così, con l’ aiuto di tutti questi fattori, la persona provvede a se stessa con le forze della crescita. Deve verificare se queste forze danno dei frutti. Da un lato, avanza sulla linea di sinistra, rivelando continuamente l’ inclinazione al male che il Creatore ha creato e in alternativa a ciò, rivela la Torà come una spezia. Capisce cosa fare con l’ inclinazione al male ed il modo di riconoscere la Torà con il suo aiuto, che è la Luce, l’ attributo della dazione.

Pertanto, mentre la persona realizza i consigli dei kabbalisti, raggiunge una certa sensazione. Anche se non è un rivestimento reale delle Luci nei vasi, ciò nonostante, nascono in lei nuovi dettagli di percezione particolare della Luce che si vestono nei Kelim. Certamente, per ora, questo non viene considerato come riempimento, ma come Luce Circondante, Luce che Riforma. La persona si trova ancora nel camino verso la Fonte, non ha ancora raggiunto la bontà, neanche nel più piccolo grado. Tuttavia, si sta muovendo in avanti.

Pertanto, la cosa più importante è temere di non avere figli, di restare senza un forte desiderio; si fermerà ed appassirà davanti ad una fonte secca. Se hai un desiderio, è necessario riconoscere in esso l’ inclinazione al male, la quale non ha forma ed è opposta all’ avanzamento spirituale. Allora, bisogna aggiungere a questo la Torà come una spezia, la Luce che Riforma. Se la Torà porta i frutti, allora non è più sterile.
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(Dalla prima parte della lezione quotidiana di Kabbalah dell’8.02-2011, Scritti del Rabash).

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Il triangolo dell’ amore spirituale

Domanda: Cosa significa impegnarmi, introdurmi nel gruppo?

Risposta: Da una parte, io e gli amici ci sentiamo uguali in riferimento al Creatore, visto che abbiamo lo stesso desiderio di raggiungerlo; però noi siamo separati dall’odio. In questo caso, così come ognuno tratta gli altri, allo stesso modo tratterà il gruppo. Per potersi impegnare nel gruppo, bisogna trasformare l’ odio in amore.

Il gruppo è definito da due parametri;

1. È composto dagli amici che come me desiderano conoscere il Creatore.
2. Li odio.

Se ci sono queste due condizioni, allora davanti a me c’ è il cammino verso la spiritualità.

Dopotutto come può esistere questo triangolo? Loro cercano la spiritualità, ma io li odio e stando così le cose, come può essere possibile che anche io desideri il Creatore? E se io mi sforzo per Lui, come posso odiarli?
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(Dalla 4° parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 6.02.2011, “L’ Essenza della Saggezza della Kabbalah”)

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Lezione quotidiana di Kabbalah – 23.02.2011

Parte 1: Scritti del Rabash, Articolo 32, lezione 2
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Parte 2: Libro dello Zohar, Introduzione, Articolo “Decimo comandamento” Punto: 242, Lezione 3, Articolo: “Undicesimo comandamento” Punto: 244, Lezione 1
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Parte 3: TES, parte 8, punto: 91, lezione 51
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Parte 4: Introduzione a libro Panim Meirot uMasbirot, lezione 7
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Il paradigma dell’ accelerazione

Quando Zeir Anpin si rivela davanti a Malchut possiamo accelerare il ritmo dello sviluppo. Fino ad ora, avanzando nel corso della storia nei livelli, inanimato, vegetale ed animato, non potevamo accelerare il tempo. In generale non sapevamo in quale stato ci trovavamo e che processo attraversavamo.

Adesso però, entrando nel periodo delle correzioni, abbiamo il libero arbitrio. Possiamo davvero accelerare il corso degli avvenimenti senza aspettare la fine del sesto millennio.Tutto dipende soltanto da noi. Con i nostri sforzi possiamo includere dentro di noi le qualità di Zeir Anpin, anche prima dei seimila anni; perché si tratta dei gradini spirituali e non del calendario, e per questo possiamo avvicinarci all’ ascesa del gradino del settimo millennio.

Del seguente sviluppo ci scrive Baal HaSulam nell’introduzione al libro “Dalla Bocca Del Saggio”. Ci sono anche i gradi spirituali, perché lo Shabbat (il Sabato), il settimo millennio, sono le Sefirot HaGat- NeCHI-M. Inoltre esistono tre gradini in più che si chiamano “la testa”. Ci includiamo in essi dopo settemila anni e questo è al di sopra della nostra percezione attuale, perché si riceve nel Kli, il vaso, che ha già terminato le sue correzioni ed assomiglia per le sue qualità al Creatore.

In nessuna parte è scritto riguardo a questo. Nei libri kabbalistici si trovano soltanto alcuni sottili commenti su queste tappe. Speriamo di poterle realizzare rapidamente.
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(Dalla prima parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 6.02.2011, Scritti del Rabash)

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Svegliati nel mondo spirituale

Nella porzione settimanale della ToràTrumà” (Offerta) non si parla della nostra falsa realtà in questo mondo illusorio, che percepiamo nel nostro desiderio. Perché è illusorio? Perché ci è stata data questa forma del nostro stato inconscio, dove ci sembra di esistere.

Ci sono film che mostrano come tutto il mondo dorma in un sonno profondo, dov’ è sonnambulo e tutto ha luogo nel sogno. Questo è lo stato nel quale siamo oggi, perché siamo separati dalla vera realtà. La nostra realtà è una specie di sogno, per la qual cosa è scritto: “Eravamo come in un sogno”.

Ci sembra di esistere nella realtà, come il cavaliere che è andato in cielo e per compensare la sofferenza che ha dovuto sopportare, ha ricevuto la realtà che ha nel mondo terreno; una sposa, un figlio, una casa, un carro ed un buon cavallo. Questo significa che una persona riceve quello che desidera. È scritto nel Libro dello Zohar che ad una persona nel mondo a venire viene chiesto: “Cosa volevi?”. Certamente, nessuno domanda niente a nessuno e niente di questo ha luogo, però alla fine la persona riceve quello che desidera.

La stessa cosa avviene nella nostra realtà. In questo momento esistiamo in un mondo immaginario, ma quando cominciamo in maniera indipendente la costruzione della vera realtà, dobbiamo costruire il cammino di cui si parla in questa porzione della Torà. Quando lavoro sul mio desiderio, se trasformo gradualmente la mia intenzione egoista nell’intenzione di dare, allora ottengo un nuovo Kli nel quale rivelo una nuova realtà. Costruisco il Tabernacolo e durante il processo, rivelo sempre di più il mondo spirituale, fino a che si rivela pienamente.
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(Dalla lezione sulla porzione settimanale della Torà del 04.02.2011)

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Più grande è l’ ego, più grande è la correzione

Domanda: Cosa possiamo imparare dagli attuali stati interiori? Come dobbiamo avvicinarci correttamente ad essi?

Risposta: L’ approccio corretto è di non centrarsi su nessuno di essi. La chiave è continuare a crescere andando avanti. Una persona non può valutare uno stato interiore nel quale si trova. Fin quando non arriveremo alla fine della correzione, non sapremo assolutamente se abbiamo conseguito qualcosa.

Di fatto, sei sottoposto ad un processo di correzione senza sosta; d’ altro canto, più avanzi, più ti senti corrotto. Dopo esserti ripreso ed aver assorbito le proprietà superiori ad un certo grado, con il loro aiuto, puoi vedere quanto sei lontano dagli altri livelli ai quali stai per ascendere.

Il grado finale, Yesod, include tutto. Devi assorbire tutto quello che c’ è ed arrivare alla correzione finale di Yesod. Solo allora riceverai l’ illuminazione dello Shabbat e comincerai a sentire che sei in piedi sulla soglia della correzione finale.

Per tanto, speriamo solo di continuare nel cammino senza focalizzarci sul fatto che ogni volta è sempre più difficile. Le tappe più difficili sono considerate come i “segni del Messia”, poiché è lì che il nostro Aviut (spessore del desiderio) si incrementa.

Per questo, in confronto ai nostri patriarchi, i nostri stati sono più pesanti, ma grazie a questo, siamo disposti, siamo capaci e meritiamo di attrarre maggiore Luce. A prescindere dal fatto che essa si vesta nei patriarchi, siamo comunque noi che la evochiamo.
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(Dalla 1° parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 6.02.2011, Scritti del Rabash)

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Lezione introduttiva: “Preferire l’ internalità al di sopra dell’ esternalità” – 22.02.2011

Kabbalah per il Popolo, Lezione Introduttiva: “Preferire l’ internalità al di sopra dell’esternalità”
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Adesso è tempo per il lavoro indipendente

Tutto è composto da due triangoli: quello superiore con la Luce Diretta e quello inferiore con la Luce Riflessa, Ritornante. Il triangolo con la Luce Superiore si restringe verso il basso a causa del fatto che discende dai mondi Superiori verso il basso, per dare alla creatura il luogo dell’ esistenza nel quale si può realizzare la dazione elevando la Luce Riflessa.

Noi possiamo fare una sezione in ogni livello e possiamo vedere così questi triangoli: in funzione di quanto è stretta la Luce Diretta, la creatura è capace di elevare la Luce Riflessa. Quanto più in alto ci eleviamo, più grandi sono la Luce Diretta e quella Riflessa.

Ci sembra di vivere in determinati mondi, ma in realtà non c’ è niente a parte il desiderio e la Luce e così realizziamo il lavoro del Creatore, che lo vogliamo o no, che ce ne accorgiamo o no, che ne siamo coscienti o no, che siamo d’ accordo o no. Tu lavori sempre con il Creatore, l’unica differenza è se lo desideri oppure no.

I livelli della natura, inanimato, vegetale ed animato, operano senza rendersene conto, solo per istinto naturale; ma nel grado del parlante, dobbiamo comprendere, raggiungere la radice ed essere d’accordo con essa e solo allora agire in maniera corretta.

Pertanto, mentre ci sviluppavamo come “persone primitive” essendo rimaste così per migliaia di anni fino a poco tempo fa (ad eccezione dei kabbalisti che rivelarono i mondi superiori, cominciando con il primo “uomo” Adam HaRishon), abbiamo avanzato sotto la pressione del nostro desiderio egoista, che ci ha spinto ad evolvere.

Abbiamo fatto molti sforzi nel corso della storia. Abbiamo lavorato duro coltivando la terra, abbiamo realizzato diverse cose e prodotti, abbiamo combattuto, inventato macchine e nuove tecnologie, costruito case solo per poi distruggerle, fatto rivoluzioni in tutte le aree e livelli della vita. In sintesi, abbiamo fatto sforzi per esistere, per ricevere la Luce Diretta. Questi sforzi sono stati la nostra “Luce Riflessa” nei mondi spirituali.

Questa è stata l’ essenza del nostro sviluppo materiale. Materiale perché ha avuto luogo all’ interno del nostro desiderio egoista.

Nella nostra percezione della realtà ci sembrava di creare nella società relazioni concrete e raffinate, raccoglievamo, ma essenzialmente, abbiamo prodotto la Luce Riflessa ed al suo interno, abbiamo ricevuto la Luce Diretta. Intanto ci sembrava di lavorare nel mondo materiale, circondati dalle nostre macchine, dalle fabbriche, dalle case, dai campi e dai prodotti.

Così è sembrato al nostro desiderio egoista, mentre in realtà, i desideri (Kelim) con lo schermo e le Luci nei gradi, inanimato, vegetale ed animato stavano lavorando. Tutti noi ci comportavamo come bambini obbedienti, realizzando tutto quello che il Creatore voleva. Nessuno può sfuggire a questo, visto che è così che lavorano il desiderio di ricevere piacere e la Luce che agisce su di esso.

Quando raggiungeremo il grado del parlante, le considerazioni diventeranno completamente differenti. È per questo che non abbiamo più le forze … Il Creatore ci dice: “Fallo per conto tuo, da solo!”, ed io sono perso: “Farlo da solo? Mentre nessuno mi forza a farlo?” …

Il Creatore mi risveglia solo occasionalmente ed aspetta da me la Luce Riflessa. Adesso Lui vuole che lo faccia per conto mio. Questo è il lavoro che dobbiamo completare.
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(Dalla 4° parte della lezione quotidiana di Kabbalah dell’8.02.2011, “L’Essenza della Saggezza della Kabbalah”)

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Quando il cuore soffre

Domanda: Come si può ricevere con allegria una sofferenza che allontani una persona dal gruppo e dalla meta?

Risposta: In realtà questo è un avvicinamento e non un allontanamento. La parola “offerta” in ebraico significa “vicinanza” (קרבן – קרוב). È una parte aggiuntiva del mio desiderio non corretto, della quale non sapevo niente e con la quale non potevo lavorare e che adesso mi è stata rivelata.

Ciò che si rivela come oscurità, come pesantezza nel cuore, è la parte che era dentro di me e mi è stata rivelata. Adesso posso percepire un’aggiunta della Luce su di essa, una nuova comprensione ed una nuova sensazione. Perciò siamo felici per questo.
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(Dalla 1° parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 9.02.2011, Scritti del Rabash)

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