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Cerca sempre il futuro

Domanda: Qualsiasi ricerca scientifica include 3 tappe: 1) un’ ipotesi che deve essere provata, 2) i materiali con i quali sperimentare e 3) il procedimento in sé, il processo grazie al quale si prova l’ipotesi. Come può questo essere applicato nella Kabbalah?

Risposta: E’ anche un esperimento scientifico. Inizia con una domanda sullo scopo della vita. I kabbalisti ti danno un suggerimento: “Assapora e vedi per conto tuo quanto è buono il Creatore”. Realizza questa azione ed otterrai il risultato.

Noi esistiamo in un sistema molto semplice. Affianco a me c’è il mio grado spirituale più grande, considerato come “il gruppo”. Ho bisogno di incorporarmi in esso e se mi connetto al gruppo, comincio a sentire la Luce dentro di me. Non c’è niente di irreale o fittizio in questo.

Per ascendere al grado del gruppo, devo realizzare il mio gene informativo, una Reshimò 0/1 (Shoresh de Aviut e Alef de Hitlabshut). Io stesso sono questa Reshimò “0/1” che desidera inserirsi nel gruppo, nel cui caso la Luce mi influenza dal mio stato più avanzato e corretto, elevandomi verso di esso.

Tutti questi miei stati sono già presenti fino all’ ultimo ed io mi sforzo verso il mio futuro. In questo futuro, sono unito con tutti quelli che sono nel gruppo in un solo cuore, per la garanzia mutua. Se voglio raggiungere questo stato, la Luce mi impressiona da lì, dato che sono già presente lì. La Luce altera le mie proprietà e mi tira dentro, come con una corda, per la qual cosa mi connetto esattamente nel mio luogo, nel quale la Luce proviene da me.

Quando partecipo al gruppo nel mio grado superiore, vedo improvvisamente che il gruppo è lì con me. Questo sono tutto io, ma sono quello nuovo “il secondo io”. In quanto al gruppo, è in alto, nel grado successivo, ed è lì che esiste il mio prossimo stato.

In altre parole, mi viene mostrata una differenza ancora maggiore, una forza più grande del desiderio, un odio più grande tra noi ed io devo lavorare allo stesso modo un’altra volta, per inserirmi completamente nel gruppo. Tutte le dieci Sefirot dell’inferiore devono entrare nella Machut del Partzuf superiore, perché non c’è niente oltre le dieci Sefirot.
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(Dalla 4° parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 6.02.2011, “L’ Essenza della Saggezza della Kabbalah”)

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La tua scelta: 3-5 o 35 anni

Domanda: Si dice che ci vogliano dai tre ai cinque anni per uscire verso il mondo spirituale. Come posso mantenermi in questo cammino se ci vuole più tempo?

Risposta: Puoi mantenerti nel cammino solo attraverso un gruppo kabbalistico. Senza, non hai l’ opportunità di avanzare e restare in questo cammino non solo per anni, ma anche per il giorno seguente.

Se puoi mantenere il desiderio e continuare a studiare senza ricevere l’ appoggio del gruppo, sei nel cammino scorretto e stai ingannando te stesso. Stai studiando probabilmente per ottenere conoscenza o per raggiungere qualche altra meta egoistica, però non ti stai muovendo nella direzione corretta.

Pensa cosa stai contando: gli anni del calendario o lo sforzo che hai esercitato? Probabilmente hai fatto lo sforzo corretto un paio di settimane invece di 35 anni. Quante centinaia di anni dovrai vivere in questo mondo per accumulare lo sforzo che valga dai 3 ai 5 anni?

Tu puoi davvero terminare questo lavoro in 3 o 5 anni e rivelare il mondo spirituale a condizione che lavori con il gruppo, con l’ambiente. Coltiva il tuo desiderio e ricevi piacere nell’ atmosfera corretta, nel campo corretto. Al contrario, non ti svilupperai, ti siederai e studierai senza l’ appoggio dell’ ambiente contando le ore sull’ orologio; ma questo è l’orologio sbagliato, questo non conta il tuo lavoro con l’ambiente e pertanto non ha valore.

Devi passare questi anni sotto l’ influenza dell’ ambiente e non è necessario aspettare degli anni per questo, non è una questione di tempo; però, se non sei sotto questa influenza, allora non hai cominciato ancora ad avanzare. Quindi, quale risultato ti aspetti in 5 anni?

In realtà è semplice verificare se stai ricevendo la forza dell’ ambiente. Senza di essa, non avrai la forza dell’ insieme e sarà come se fossi morto. Solo quando riceverai la forza del gruppo avrai la capacità di elevarti, di venire a studiare, di leggere i testi kabbalistici e pensare. È come un sistema elettrico: se questo riceve un po’ di elettricità, comincia a lavorare, mentre senza di essa, si ferma. Questa elettricità può venire solo dall’ ambiente.

Il Kli (vaso) spirituale viene chiamato la connessione con l’ ambiente che è proprio il luogo nel quale io rivelo il mondo spirituale. Se manca questa connessione, non c’è posto per scoprire la spiritualità.
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(Dalla 4° parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 6.02.2011, “L’Essenza della Saggezza della Kabbalah”)

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La luce nel tuo focolare

Introduzione al Libro dello Zohar” articolo: “L’ uscita di Rabbi Shimon dalla caverna”, articolo 186: “E questa luce che si trova dal cielo alla terra ed il illumina il mondo intero, fino a Atik Yomin, cioè Keter, arriva e si siede appropriatamente sul trono, cioè fino alla fine della correzione. E questa luce è completamente contenuta nella tua casa, cioè in sua figlia, poiché la figlia di Rabbi Pinchas era la sposa di Rabbi Shimon Bar Yochai, e dalla luce che era contenuta nella tua casa, esce una luce sottile, che è Rabbi Elazar, il figlio di sua figlia. Egli esce ed illumina tutto il mondo, beato sei”.

C’ è un sistema chiamato “i mondi”. Le anime sono soggette a questo come il frutto lo è all’ albero. Esiste una connessione tra i mondi (l’ albero) e le anime (il frutto), tra i frutti in sé, cioè le anime e tra le parti dell’ albero, cioè le Sefirot. Tutte loro sono connesse e tutte sono solamente Kelim (desideri) e Luci.

Allo stesso modo, tutti i personaggi descritti nel Libro dello Zohar, Rabbi Shimon, Rabbi Pinchas, Rabbi Elazar, la figlia di Rabbi Pinchas, sono le illuminazioni all’interno dei Kelim, unite per mezzo di determinate connessioni. È per questo che lo Zohar li chiama per il nome dei membri della famiglia, come “nonno”, “padre”, “figlio”, “figlia” o “sposa”, in funzione di cosa si parla.

Comunque, tutto questo, si relaziona solo con i Kelim o con le Luci. Queste ultime sono più importanti. L’ illuminazione che emana da un luogo all’ altro è chiamata “Rabbi Shimon”, “Rabbi Elazar” o “Rabbi Pinchas”.
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(Dalla 2° parte della lezione quotidiana di Kabbalah dell’8.02.2011, “Introduzione al Libro dello Zohar”)

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Lezione quotidiana di Kabbalah – 24.02.2011

Parte 1: Tema: Preparazione alla lezione “Scritti del Rabash” Shlavei HaSulam, Articolo 12
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Parte 2: Introduzione al libro dello Zohar, comandamenti 12-14, Punto: 245
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Parte 3: TES parte 8, Punto 92, lezione 52
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Parte 4: Introduzione al libro Panim Meirot uMasbirot, lezione 8
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Non lasciar seccare la fonte

Scritti del Rabash, “cos’è colui che non ha figli nel lavoro”: un albero che non da frutti è come un uomo senza figli che non da nascita a nessuno. La persona e la Torà si chiamano sterili se non hanno figli.

Domanda: Come possiamo perfezionare l’ intenzione comune che è diretta verso l’ aiuto dall’ alto?

Risposta: L’ aiuto viene solo in risposta ad un desiderio di unione. È per questo che studiamo insieme, per attirare la Luce della correzione. Tutti insieme dobbiamo discernere il desiderio di unirci (la preghiera comune) perché al contrario, nessuno di noi avrà la richiesta corretta o la forza per continuare nel cammino.

La persona ha un desiderio di base: sentirsi bene. A volte, oltre a questo, nasce in qualcuno la domanda sul senso della vita, che è un desiderio di acquisire la Luce. È allora che inizia lo studio della scienza della Kabbalah. Prima di avere questo desiderio aggiuntivo, si è sviluppato come un animale, in funzione degli ordini del suo desiderio materiale. Prendiamo in considerazione una persona solo dal momento in cui aspira a qualcosa di più elevato.

La persona come utilizza tutte le inclinazioni che le vengono date? Dopotutto, lo sviluppo è possibile solo in virtù di un desiderio del Kli comune che le è stato aggiunto. Tuttavia, la persona deve includersi in esso, come un albero che riceve tutte le forze dall’ ambiente circostante, come la terra, l’ aria, il sole e così via. Se una persona sa come accettare tutto per il bene della sua crescita spirituale, allora assorbirà questa necessità dall’ ambiente e con esso chiederà la Luce che Riforma durante lo studio.

Questa Luce costruisce il processo interno di una persona, per il quale crescono le qualità interiori, gli obiettivi ed i concetti. È così che avanza una persona. Pensa continuamente a come ricevere un’ ascesa dall’ ambiente; a tal fine, deve abbassare la testa davanti agli amici ed innalzarli ai suoi occhi, come i migliori della generazione. Durante la lezione non può dimenticare perché studia. Alla fine, la persona, riceve dal gruppo solo un risveglio addizionale, ma poi la Luce deve venire e dirigerla correttamente.

Così, con l’ aiuto di tutti questi fattori, la persona provvede a se stessa con le forze della crescita. Deve verificare se queste forze danno dei frutti. Da un lato, avanza sulla linea di sinistra, rivelando continuamente l’ inclinazione al male che il Creatore ha creato e in alternativa a ciò, rivela la Torà come una spezia. Capisce cosa fare con l’ inclinazione al male ed il modo di riconoscere la Torà con il suo aiuto, che è la Luce, l’ attributo della dazione.

Pertanto, mentre la persona realizza i consigli dei kabbalisti, raggiunge una certa sensazione. Anche se non è un rivestimento reale delle Luci nei vasi, ciò nonostante, nascono in lei nuovi dettagli di percezione particolare della Luce che si vestono nei Kelim. Certamente, per ora, questo non viene considerato come riempimento, ma come Luce Circondante, Luce che Riforma. La persona si trova ancora nel camino verso la Fonte, non ha ancora raggiunto la bontà, neanche nel più piccolo grado. Tuttavia, si sta muovendo in avanti.

Pertanto, la cosa più importante è temere di non avere figli, di restare senza un forte desiderio; si fermerà ed appassirà davanti ad una fonte secca. Se hai un desiderio, è necessario riconoscere in esso l’ inclinazione al male, la quale non ha forma ed è opposta all’ avanzamento spirituale. Allora, bisogna aggiungere a questo la Torà come una spezia, la Luce che Riforma. Se la Torà porta i frutti, allora non è più sterile.
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(Dalla prima parte della lezione quotidiana di Kabbalah dell’8.02-2011, Scritti del Rabash).

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