Più grande è l’ ego, più grande è la correzione

Domanda: Cosa possiamo imparare dagli attuali stati interiori? Come dobbiamo avvicinarci correttamente ad essi?

Risposta: L’ approccio corretto è di non centrarsi su nessuno di essi. La chiave è continuare a crescere andando avanti. Una persona non può valutare uno stato interiore nel quale si trova. Fin quando non arriveremo alla fine della correzione, non sapremo assolutamente se abbiamo conseguito qualcosa.

Di fatto, sei sottoposto ad un processo di correzione senza sosta; d’ altro canto, più avanzi, più ti senti corrotto. Dopo esserti ripreso ed aver assorbito le proprietà superiori ad un certo grado, con il loro aiuto, puoi vedere quanto sei lontano dagli altri livelli ai quali stai per ascendere.

Il grado finale, Yesod, include tutto. Devi assorbire tutto quello che c’ è ed arrivare alla correzione finale di Yesod. Solo allora riceverai l’ illuminazione dello Shabbat e comincerai a sentire che sei in piedi sulla soglia della correzione finale.

Per tanto, speriamo solo di continuare nel cammino senza focalizzarci sul fatto che ogni volta è sempre più difficile. Le tappe più difficili sono considerate come i “segni del Messia”, poiché è lì che il nostro Aviut (spessore del desiderio) si incrementa.

Per questo, in confronto ai nostri patriarchi, i nostri stati sono più pesanti, ma grazie a questo, siamo disposti, siamo capaci e meritiamo di attrarre maggiore Luce. A prescindere dal fatto che essa si vesta nei patriarchi, siamo comunque noi che la evochiamo.
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(Dalla 1° parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 6.02.2011, Scritti del Rabash)

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