I Kabbalisti sulla Torà ed i Comandamenti, Parte 31

Cari amici, per favore fate le vostre domande su questi passaggi dei grandi Kabbalisti. I commenti tra parentesi sono miei.

Cos’è una preghiera?

Quando lo stato di occultamento [della spiritualità, il pensiero sulla dazione e l’ amore per gli altri] supera uno in tal modo che arriva a uno stato nel quale il lavoro [il raggiungimento della proprietà di dazione e di amore per gli altri] diventa insulso e non può immaginare né sentire amore [del Creatore, l’ unica proprietà di amore] e timore [lui non vuole ricambiarLo con lo stesso amore che riceve da Lui], né porta a compimento alcunché dal discernimento di santità [raggiunto con le proprie forze],, allora la sua unica strada [è cosi come questo gli è rivelato] è di piangere al Creatore per farLo impietosire di uno [dato che uno da se non può con questo in alcun modo] e gli tolga il Masach (schermo) [la corazza del suo egoismo] dai suoi occhi e dal suo cuore.

Il discorso sul pianto è morto importante. Cosi come scrissero i nostri saggi “Tutte le porte sono state chiuse, tranne la porta delle lacrime”. A questo proposito il mondo si domanda: Se la porta delle lacrime non è stata chiusa, a cosa serve? [Perché uno non può entrare direttamente nel mondo spirituale attraverso la porta delle lacrime?] Succede come quando uno chiede a un amico un oggetto necessario. Il pensiero su tale oggetto lo commuove, e per questo lo chiede e prega in tutti i mezzi possibili; arriva perfino a supplicare. Ed anche cosi, il suo amico non gli presta alcuna attenzione. E quando vede che tutte le suppliche non producono alcun risultato [e non vede un’altra soluzione] alza la voce in un pianto [dallo scoraggiamento e disperazione, si dispera perché lui vuole ottenere disperatamente quanto desiderato e anelato perché si è già convinto che è lontano dal suo potere].

A questo riguardo è stato scritto: “Tutte le porte sono state chiuse, tranne quella delle lacrime”. Allora, quand’è che non si chiude la porta delle lacrime? Precisamente quando tutte le altre porte [quando sono già stati fatti tutti i tentativi per entrare nel mondo superiore] sono state chiuse [lui si convince personalmente della propria inutilità]. In quel momento [lui vede personalmente] c’è posto per la porta delle lacrime, e uno scopre che questa non era stata chiusa [per lui, e soltanto allora è capace di usarli, cioè, la preghiera completa e la redenzione dell’ egoismo e l’ acquisizione della proprietà di dazione].

Tuttavia, quando le porte della preghiera sono aperte, la porta delle lacrime e del pianto è irrilevante. A questo fa riferimento il fatto che la porta delle lacrime si trova chiusa. E in quale momento la porta delle lacrime non si trova chiusa? Precisamente quando tutte le altre porte si trovano chiuse, la porta delle lacrime è aperta. Questo è dovuto al fatto che uno può contare ancora sull’aiuto della preghiera e della supplica.

Questo è il significato di: “La mia anima piangerà in segreto”, cioè, quando la persona arriva a uno stato di occultamento, allora la sua anima piange, perché non gli rimane un’altra scelta. E a questo si riferisce: “Tutto quello che è nelle tue mani, e che tu puoi fare con tutte le tue forze, fallo”.

-Baal HaSulam, Shamati (Ho ascoltato) art. n.18 “Che cos’ è l’ anima mia piangerà in segreto”, nel lavoro?

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