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Lavora con la resistenza

Domanda: Lei ha detto che non dobbiamo sopprimere l’ ego, ma anzi aumentare il segno positivo. Cosa vuol dire con questo?

Risposta: Ciò si riferisce ad una persona che va lungo il cammino della spiritualità ed è parte di un gruppo di kabbalisti. Allora questa, quando cade, come può ingrandirsi in seguito agli effetti negativi?

Quando mi sento male, prendo una pastiglia e quando sono di cattivo umore, vado a ballare; però, facendo queste cose, non sopprimo o diminuisco minimamente il mio ego. Se ti senti male, riconoscilo come un fatto, ma non arrenderti. Non sei tu! È solo un po’ di più del tuo egoismo che ti si mostra. Non prenderla in maniera personale.

La negatività si evolve costantemente in una persona con il fine di sviluppare gli aspetti positivi. Allora, cosa è positivo? Non è l’ annichilimento dell’ egoismo , né il suo equilibrio a livello corporeo. In nessun modo dovrei compensare un segno negativo con un segno positivo terreno. Non importa quanto terribile possa essere la mia sensazione, io voglio compensare il negativo unicamente con un segno positivo spirituale. Al contrario, sarà come i “riformatori” del mondo.

In ogni caso, può essere che riducendolo, io non compensi gli effetti negativi. Dopotutto, mi viene dato volutamente, poiché non c’è niente di accidentale nella vita. Allora, cosa devo fare? Ho bisogno di aumentare le mie relazioni positive con il gruppo, con l’ ambiente adeguato. Perché? Perché tutto il mio futuro dipende dalla nostra inclusione comune in un sistema integrale.

Se l’ egoismo si sta sviluppando in me, allora questa è l’ unica decisione corretta. Il mio segno positivo risiede nel mio cammino verso il gruppo. Se in tutto me stesso emerge l’ egoismo, posso aumentare la mia connessione positiva con l’ ambiente, allora questa è davvero una forza altruista con la quale io equilibrio la forza egoista. Risulta così che compensando il segno negativo, mi elevo ad un livello superiore.

Allora, nasce certamente in me un nuovo segno negativo, e devo radicarmi di nuovo nel gruppo; però in quel momento, il gruppo mi sembra ancora peggiore: “idioti, stupidi di cuore duro”. “Ad ogni modo, non voglio niente di tutto questo, lasciatemi stare tranquillo”.

Così, gradualmente, la persona abbassa la testa, una volta e poi un’ altra e si rivolge all’ ambiente fino ad arrivare ad una connessione completa. La natura ci incita a fare lo stessa cosa affinché siamo uniti come un tutt’ uno. Pertanto, la crisi globale e la completa dipendenza reciproca, ci mostrano in che direzione dobbiamo correggerci.

Pertanto, siamo d’ accordo a non lavorare contro l’ egoismo, ma a lavorare con il fine di utilizzarlo correttamente. Come risultato, trasformiamo il segno negativo in un segno positivo. Al contrario, non ci riusciremo mai.

Il mio “io” è una resistenza, come quella necessaria per produrre la corrente elettrica. Meno ed inoltre creare la tensione che disegna le forme e la mia realtà. Pertanto, dopo essere arrivato ad un certo potenziale tra più e meno, comincio a vedere l’ immagine del mondo superiore nel mio “schermo”.
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(Dalla seconda lezione del Congresso di Berlino del 28.01.2011)

I Kabbalisti sulla Torà ed i Comandamenti, Parte 31

Cari amici, per favore fate le vostre domande su questi passaggi dei grandi Kabbalisti. I commenti tra parentesi sono miei.

Cos’è una preghiera?

Quando lo stato di occultamento [della spiritualità, il pensiero sulla dazione e l’ amore per gli altri] supera uno in tal modo che arriva a uno stato nel quale il lavoro [il raggiungimento della proprietà di dazione e di amore per gli altri] diventa insulso e non può immaginare né sentire amore [del Creatore, l’ unica proprietà di amore] e timore [lui non vuole ricambiarLo con lo stesso amore che riceve da Lui], né porta a compimento alcunché dal discernimento di santità [raggiunto con le proprie forze],, allora la sua unica strada [è cosi come questo gli è rivelato] è di piangere al Creatore per farLo impietosire di uno [dato che uno da se non può con questo in alcun modo] e gli tolga il Masach (schermo) [la corazza del suo egoismo] dai suoi occhi e dal suo cuore.

Il discorso sul pianto è morto importante. Cosi come scrissero i nostri saggi “Tutte le porte sono state chiuse, tranne la porta delle lacrime”. A questo proposito il mondo si domanda: Se la porta delle lacrime non è stata chiusa, a cosa serve? [Perché uno non può entrare direttamente nel mondo spirituale attraverso la porta delle lacrime?] Succede come quando uno chiede a un amico un oggetto necessario. Il pensiero su tale oggetto lo commuove, e per questo lo chiede e prega in tutti i mezzi possibili; arriva perfino a supplicare. Ed anche cosi, il suo amico non gli presta alcuna attenzione. E quando vede che tutte le suppliche non producono alcun risultato [e non vede un’altra soluzione] alza la voce in un pianto [dallo scoraggiamento e disperazione, si dispera perché lui vuole ottenere disperatamente quanto desiderato e anelato perché si è già convinto che è lontano dal suo potere].

A questo riguardo è stato scritto: “Tutte le porte sono state chiuse, tranne quella delle lacrime”. Allora, quand’è che non si chiude la porta delle lacrime? Precisamente quando tutte le altre porte [quando sono già stati fatti tutti i tentativi per entrare nel mondo superiore] sono state chiuse [lui si convince personalmente della propria inutilità]. In quel momento [lui vede personalmente] c’è posto per la porta delle lacrime, e uno scopre che questa non era stata chiusa [per lui, e soltanto allora è capace di usarli, cioè, la preghiera completa e la redenzione dell’ egoismo e l’ acquisizione della proprietà di dazione].

Tuttavia, quando le porte della preghiera sono aperte, la porta delle lacrime e del pianto è irrilevante. A questo fa riferimento il fatto che la porta delle lacrime si trova chiusa. E in quale momento la porta delle lacrime non si trova chiusa? Precisamente quando tutte le altre porte si trovano chiuse, la porta delle lacrime è aperta. Questo è dovuto al fatto che uno può contare ancora sull’aiuto della preghiera e della supplica.

Questo è il significato di: “La mia anima piangerà in segreto”, cioè, quando la persona arriva a uno stato di occultamento, allora la sua anima piange, perché non gli rimane un’altra scelta. E a questo si riferisce: “Tutto quello che è nelle tue mani, e che tu puoi fare con tutte le tue forze, fallo”.

-Baal HaSulam, Shamati (Ho ascoltato) art. n.18 “Che cos’ è l’ anima mia piangerà in segreto”, nel lavoro?

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La Luce cerca un cuore unito

La Kabbalah, il metodo per raggiungere il mondo superiore, include due parti:

1. La prima parte ci parla di come unirci tra noi, o di come provare a connetterci ed unirci;

2. La seconda parte ci parla di come evocare l’ influenza o l’ effetto della Luce superiore su di noi.

Prima di cominciare a studiare, dobbiamo essere attraversati dall’ aspirazione di unire i nostri desideri. Allora, ogni persona, avrà un desiderio molto più grande del proprio. Comincerà ad essere permeata dai pensieri, dalle qualità e dai desideri di altre persone che anche aspirano allo stesso risultato ed alla stessa meta. Questa deve essere la nostra principale intenzione prima dello studio.

Una persona che non si è preparata allo studio in questa maniera, si perde praticamente tutto, perché l’ influenza della Luce superiore non va al desiderio di ogni persona, ma all’ aspirazione che ognuno di noi ha verso gli altri, cioè nelle nostre reciproche aspirazioni di unirci gli uni con gli altri, tutti uniti all’ interno di un desiderio comune.

Se io immagino questo unico desiderio comune e desidero essere incluso in esso “come un solo uomo”, come prima della frammentazione di Adamo in anime separate, allora la mia aspirazione riceve l’ influenza della Luce superiore. Poi, come risultato di questi sforzi, ottengo davvero una realizzazione spirituale.

Tuttavia, se vado alla lezione senza fare questi sforzi, senza cercare di essere incluso nel desiderio comune, allora la Luce Superiore non ha niente con cui possa influenzarmi. Non le fornisco una superficie o una base che possa influenzare e pertanto, tutte le mie azioni, estrapolano semplicemente solo una conoscenza formale, cioè, ascolterò e memorizzerò ciò che è scritto nel libro, ma niente più.

Pertanto, deve esserci molto chiaro che la Luce Superiore viene solo verso i nostri sforzi comuni! Dovete essere comuni! Pertanto, la condizione per attrarre la Luce verso di noi è la stessa condizione che fu richiesta durante la ricezione della Torà: “Essere come un solo uomo con un solo cuore”. Solo in questo caso viene la Luce.

Dunque, cerchiamo di pensare in questa maniera.
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(Dalla 3° lezione del Congresso di Berlino del 28.01.2011)