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Lezione introduttiva: “Cosa esige la Natura dall’ uomo”” – 25.01.2011

Kabbalah per il Popolo, Lezione introduttiva “Cosa esige la Natura dall’ uomo”
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Analizzare l’ inizio prima di arrivare alla linea finale

Ogni ora del giorno devo sentirmi come se fossi governato dalla direzione eterna, perfetta, come se questa già mi si fosse rivelata. Se lo faccio, i kabbalisti consigliano di passare mezz’ ora al giorno analizzandomi ed esaminandomi così come all’ inizio di ogni nuova settimana.

Idealmente, se mi preparo costantemente per mantenermi “al di sopra della ragione”, allora devo esaminare il mio punto di partenza “all’ interno della ragione”. Mediante questo, rinnovo il mio lavoro e lo rendo sempre più rilevante.

Per esempio, ho avuto successo nel lavorare con una certa Reshimò (gene di informazione). Adesso, ho l’ opportunità di discendere ed esaminare quale Reshimò era e riallacciare il mio lavoro più avanti. Lo faccio una volta e poi un’ altra, fino a che da Hesed, arrivo finalmente a Malchut, il Sabato.

Lavorando in HGT (Hesed, Gevurà, Tifferet) creo le tre linee. In NHY (Netzah, Hod, Yesod) le costruisco all’ interno del desiderio di ricevere, dove Yesod diventa la somma (Σ) di tutti i giorni.

Valuto ognuno di questi giorni per mezzo di un desiderio più elevato, con un Aviut (asprezza) di migliore qualità, ma in totale, costituiscono le dieci Sefirot. La loro “testa” CBD (Chokhmà, Binà, Daat) la raggiungiamo più in avanti.

Nella scala della creazione, stiamo parlando di sei “millenni” di correzioni, seguiti da sette millenni di riposo. Questo processo è diviso nelle sue parti corrispondenti, ognuna delle quali è simile al tutto.
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(Dalla 1° parte della Lezione quotidiana di Kabbalah del 3.01.2011, “Chi non si è affannato la vigilia di Shabbat, cosa mangerà di Shabbat?”)

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I Kabbalisti sulla Torà ed i Comandamenti, Parte 13

Cari amici, per favore fate le vostre domande su questi passaggi dei grandi Kabbalisti. I commenti tra parentesi sono miei.

613 consigli e 613 comandi

Dobbiamo osservare la Torà e le Mitzvot per (particolarmente in tale maniera che, in modo che) ci porti alla purezza (e non come se ricevessimo una ricompensa in questo o l’ altro mondo o che il Creatore ci ha istruito fer farlo). Purezza significa la purificazione dei Kelim (vasi) del desiderio di ricevere per se stessi, i quali sono chiamati “immondi”, dato che sono in disparità d’ uguaglianza della forma con il Creatore che é tutto su (proprietà) la dazione. Pertanto prima della purificazione é impossibile mettere qualcosa di buono (esaltato) in loro (sentire l’ eternità e la perfezione) perché qualsiasi cosa si versi in un Kli sporco (vaso) si sciuperà (in base alla legge dell’ equivalenza della forma).

Pertanto dobbiamo cercare un buon consiglio (dai Kabbalisti che hanno già passato il cammino della correzione) delle cose che purificheranno i nostri Kelim (desideri egoisti). Questo viene chiamato “qualificazione e preparazione per essere capaci di ricevere il diletto ed il piacere” (preparato per noi nella rivelazione del Creatore). Ed é per questo che ci hanno dato 613 Mitzvot (istruzioni) che lo Zohar chiama 613 “consigli”. Questi sono i suggerimenti sulla maniera di perfezionare noi stessi (i nostri desideri dato che l’ uomo é, a sapersi, un vaso di desideri) dalla sporcizia dei nostri vasi di ricezione.

é scritto nella “Introduzione al libro dello Zohar” (p242). Lo Zohar chiama i Mitzvot della Torà “comandi”. Tuttavia sono chiamati anche “consigli”. La differenza tra di loro é che esiste una parte frontale e parte posteriore in tutto. La preparazione per qualcosa é chiamata “parte posteriore” ed il raggiugimento (ricezione) quello che si conosce come “frontale”. Nella stessa maniera nella Torà ed i Mitzvot ci sono dei “Faremo” e degli “Ascolteremo”.

Quando osserviamo la Torà e le Mitzvot in maniera di “Chi fa le Sue parole” (corregge il proprio egoismo) prima che sia ricompensato con ” l’ ascoltare” i Mitzvot vengono chiamati “613 consigli” e sono considerati “posteriore”. E quando sono ricompensati con “l’ascoltare” la voce della Sua parola (l’ attributo di dazione all’ interno), i Mitzvot diventano comandi (Pkudim), dalla parola depositare (ha sentito la Luce all’ interno).

-Rabash, I Gradini della Scala “Santità e purezza nel lavoro”

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Lezione quotidiana di Kabbalah – 25.01.2011

Scritti di Rabash: Articolo 18
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Il Libro dello Zohar: Punto 120, Art. “Due punti”, Lezione 1
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Talmud Eser Sefirot, Parte 8, Punto 62, Lez. 37
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Scritti di Baal HaSulam, Art: “L’ essenza della Saggezza della Kabbalah”, Lez. 3
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Hai visto sette cieli nel firmamento?

La Kabbalah prende tutte le sue definizioni dalla creazione originaria, il desiderio di ricevere piacere che resta contrario alla Luce e deve diventare identico ad essa. Per questo dobbiamo valutare il nostro desiderio in relazione alla Luce e non alle nostre esperienze attuali.

L’ uomo ha organizzato tutto un sistema di criteri del bene e del male, buono e cattivo, gradevole e sgradevole, e lo impiega. Adesso tu stai leggendo un testo kabbalistico che suppone qualcosa di totalmente differente, ma non desideri penetrare nel suo vero significato. Vuoi distorcerlo in modo che serva al tuo ego?

Stiamo leggendo gli scritti dei kabbalisti e credo che possiamo capirli con la nostra percezione attuale, visto che si adatta alle definizioni attuali di “bene” e “male”, “dazione” e “ricezione”, “superiore” ed “inferiore”, “corruzione” e “correzione”; ma in verità, non sappiamo assolutamente niente del loro vero significato.

Il libro dice “questo mondo” e credo che ciò significhi il mondo nel quale viviamo attualmente; ma aspetta, prima bisogna “vestirsi” nell’ autore e leggerlo con i suoi occhi! Per esempio, nel libro Beit Shaar HaKavanot (La porta delle intenzioni), Baal HaSulam scrive: “E i sette cieli che vediamo in questo mondo …”. Dove hai visto sette cieli qui?

In altre parole, dobbiamo capire che questo discute i significati spirituali contrapposti alla nostra comprensione attuale e fin quando non ci addentreremo nel mondo spirituale, non li capiremo, tuttavia dobbiamo sforzarci per familiarizzare con essi in qualche modo.
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(Dalla 4° parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 23.12.2010, “La Pace nel Mondo”)

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Saggio amore

Se il Creatore vuole portarci alla somiglianza con Lui, allora, come può Lui risvegliare in noi il sentimento della Sua grandezza, il valore della proprietà della dazione, affinché desideriamo cambiare il nostro stato di esistenza in favore del Suo? Lui non ha molte opzioni, siamo obbligati ad ascendere a piccoli passi, facendo sempre tentativi di scegliere un grado più elevato al di sopra del nostro presente stato.

A causa di questo, il Creatore non può rivelarci il suo amore! Di fatto, se l’ amore fosse rivelato, rovinerebbe immediatamente tutta la scala dei gradi spirituali e tutto ciò che li differenzia.

Un bambino è il capo di una famiglia e chiede costantemente ai genitori, presumendo che vivano per lui e si approfitta del loro amore. Se tuttavia, si trova in casa d’ altri, agisce in maniera totalmente differente: non farà richieste come avrebbe fatto in casa sua, sarà timido e spaventato; ma in casa sua non ha vergogna, né paura.

Pertanto, se il Creatore ci rivela il suo amore, noi, come bambini maleducati, non saremmo mai capaci di apprezzare la sua grandezza ed ascendere a Lui. In questo mondo, siamo spinti dall’ istinto naturale che ci spinge a crescere e ad evolvere; ma nel mondo spirituale, questo istinto non esiste. Dobbiamo sviluppare questo desiderio per conto nostro.

D’ altra parte, se il Creatore rivelasse se stesso come un Essere amoroso, noi non faremmo del tutto caso a Lui. Pertanto, Lui si deve occultare con il fine di darci un’ opportunità di evolvere ed apprezzare la Sua magnificenza nell’ oscurità. Nella Luce, non saremmo capaci di farlo.

Questo è proprio quello di cui le forze impure (Klipot) si lamentano; esse vorrebbero scoprire il Creatore prima di ricevere lo schermo. In tal caso, non avremmo nessuna possibilità di riuscire a dare a tutti.
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(Dalla 4° parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 3.01. 2011, “La saggezza della Kabbalah e la Filosofia”)

Lezione quotidiana di Kabbalah – 24.01.2011

Scritti di Rabash: Articolo 18
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Il Libro dello Zohar: Punto 117, Art. “Il conduttore dei somari”, Lezione 8
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Talmud Eser Sefirot, Parte 8, Punto 62, Lez. 36
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Scritti di Baal HaSulam, Art: “L’ essenza della Saggezza della Kabbalah”, Lez. 2
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I Kabbalsiti sulla Torà ed i Comandamenti, parte 12

Cari amici, per favore fate le vostre domande su questi passaggi dei grandi Kabbalisti. I commenti tra parentesi sono miei.

613 consigli e 613 comandi

“…quello che viene denominato Mitzvot TaRIaG (613 precetti) sono TaRIaG Eitin di Oriata (613 consigli della Torà) (Eitin di Oraita, raccomandazioni di come correggere il vaso). Ed in molte parti dello Zohar si legge che i Mitzvot TaRIaG sono TaRIaG Pkudin (Pkudin, le Luci che devono entrare nel Kli corretto) (613 comandi) Dato che dall’ inizio la persona é obbligata a osservare Torà e Mitzvot con il fine di purificare il proprio corpo (a se stesso dall’ egoismo) e sviluppare la propria anima (l’ aspirazione per l’ amore e la dazione).

Allora troviamo che per lui, i 613 Mitzvot sono nell’ aspetto dei 613 Eitin (correzioni di tipo Eitin); cioé “consigli” in modo che sia finalmente purificato per arrivare (innalzarsi sull’ egoismo) davanti al Re e meritare la Luce del Suo Volto. Dato che l’ osservanza della Torà (attraendo la Luce) ed il compimento dei Mizvot (correzione dei 613 desideri egoisti) lo purificano lentamente (dal suo egoismo naturale) fino ad essere ricompensato con la Luce del Volto del Re della Vita (la proprietà universale di dazione ed amore, contrariamente non c’ é l’ uso nelle sue azioni).

Nella stessa maniera é scritto nella Ghemarà “Per caso importa al Creatore se si macella il toro dalla gola o dietro il collo? (in altre parole, le azioni meccaniche in se non hanno senso) Eccetto che non ci hanno dato la Torà e Mitzvot se non per purificare con essi Israele” (tutti quelli che aspirano al Creatore, la proprietà di “amare gli altri come te stesso”.

Tuttavia, dopo essere stato purificato a sufficienza (dai desideri egoisti) e meritevole della Luce del Volto del Re (l’ attributo di dazione) allora gli occhi e l’ anima (desiderio di donare) gli sarano aperti e sarà ricompensato (dentro se stesso) per raggiungere le 613 Luci Sacre, che si trovano nei 613 Mitzvot (corretto i desideri), le quali sono il segreto dei Suoi Nomi Sacri (raggiungimento) gli stessi chi gli arrivano per motivo del suo raggiungimento.

E per mezzo dell’ osservanza di ognuno dei Mitzvot (correzione di un desiderio), s’ impossessa (all’ interno) di una parte della Luce che accompagna la Mitzvà. Perché in definitiva, la Mitzvà é il Kli (il segreto del desiderio) ed in questo si veste la Luce, cioé, é un Nome Sacro, i cui dettagli vengono attribuiti a questa Mitzvà. Ciò che significa che “La Mitzvà é una lampada e la Torà é la Luce”. Ed é allora che vengono chiamati 613 Mitzvot “613 Pkudin”

-Baal HaSulam, “Introduzione al libro, Dalla bocca di un saggio”

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Onora il padre

Domanda: Perché quando si pronuncia il Tetragramma, le quattro lettere del nome del Creatore (HaVaYaH – יהוה), in ebraico, si pronunciano ” Yod-Khey-Vav-Khey “, sostituendo il suono” H “con” KH “?

Risposta: Non vi è nulla di speciale, la gente lo fa solo per rispetto per il Creatore. Questo è anche utilizzato nella Saggezza della Kabbalah. Non chiamate vostro padre con il suo nome, vero? Piuttosto, vi rivolgete a lui come “padre”, e in modo simile, ci si rivolge al Creatore.

Ma in verità, tutti i nomi che attribuiamo al Creatore sono manifestazioni della Luce Superiore rispetto a noi. Noi li consideriamo “Borè“, il Creatore, perché la parola “Borè“si compone di due parole:”Bo” (vieni) e “” (vedi). In altre parole, non il nome, ma piuttosto la presenza si riscontra all’ interno della vostra proprietà (Kelim, vasi). La Luce che funziona su di voi evoca in voi certe sensazioni, e l’ assegnazione dei loro nomi.

Dopo tutto, cosa significa “il Creatore misericordioso”? Sento che ora mi sta trattando in modo particolare, con una certa compassione. Ma se è davvero misericordioso, mi è sconosciuto. Tutto quello che so è che per me, per esempio, ha mostrato misericordia. Pertanto, tutti i nomi del Creatore sono la mia reazione all’ influenzare della Luce Superiore su di me.

Inoltre, “Elokim” è Binà; “HaVaYaH” è Zeir Anpin , e “Adni” Malchut . Questi sono fenomeni che si rivelano a noi dal sistema superiore. Ciò che noi chiamiamo “il Creatore” è la manifestazione di una certa forza che è superiore rispetto a noi, non ciò che definisce questa forza in movimento. L’ essenza del Creatore, Azmutò , non può essere rivelata in noi.

Insomma, “Un giudice ha solo quello che i suoi occhi possono vedere!” Quando si inizia a conoscere il Creatore, troverete i nomi per Lui voi stessi perché siamo noi chi chiamiamo fenomeni manifestati per la Luce Superiore.
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(Dalla lezione Introduttiva a Netanya 12.12.2010)

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