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Se sei un principiante non preoccuparti, la Kabbalah è semplice!

Una persona che comincia a studiare la scienza della Kabbalah scopre che le sue idee precedenti sono lontane dalla realtà. “Corpo”, “anima” ed altre nozioni familiari acquisiscono un significato completamente differente.

La scienza della Kabbalah ordina tutto in maniera molto semplice, praticamente non ti lascia alcuna possibilità di confonderti. C’ è un desiderio verso il piacere, all’ interno del quale possono essere percepite le differenti forme della dazione, e questa è l’ unica cosa che succede nella nostra realtà.

In funzione del livello di dazione nel quale ti trovi, quella è la realtà che senti. Puoi sentire la realtà al livello zero, in altre parole, puoi vivere nel nostro mondo, nel quale il grado della dazione è uguale a zero. Siamo nella parte inferiore, ma anche in questo caso ci sono quattro livelli di sviluppo: inanimato, vegetale, animale ed umano.

Poi, nella misura in cui ascendi i 125 livelli della scala spirituale, raggiungerai il grado della dazione, o in altre parole, il Creatore. Alla fine, nel 125° livello raggiungerai il 100% della dazione.

Stiamo parlando dell’ equivalenza della forma o di come la creazione acquisisce una forma di dazione al di sopra del desiderio di ricevere piacere. Tu devi sempre ascendere nel tuo desiderio di ricevere con il fine di acquisire la forma del desiderio di dare al di sopra di esso. La forma della dazione si veste sul desiderio di ricevere portandoti al grado della dazione, perché hai attualizzato questo in una misura specifica. È così che diventi simile ed uguale al Creatore, diventando umano (Adam).

In essenza, questo è molto semplice: devi solo combinare le due qualità correttamente, salendo lungo una scala inclinata che è costruita da due forze o due linee, la destra e la sinistra. Pertanto, i principianti ricevono spiegazioni chiare. Di fatto, i kabbalisti non fanno nessuna distinzione tra i mondi. Tutto dipende dalla persona: sviluppa la tua capacità verso la forma della dazione e potrai vedere di più di quanto tu faccia adesso.
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(Dalla 4° parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 6.01.2011, “La saggezza della Kabbalah e la Filosofia”)

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I Kabbalisti sulla Torà ed i Comandamenti, Parte 15

Cari amici, per favore fate le vostre domande su questi passaggi dei grandi Kabbalisti. I commenti tra parentesi sono miei.

La Torà sviluppa il riconoscimento del male in una persona

“Quando uno si dedica alla Torà (attrae su di se la Luce della correzione dell’ egoismo), e vede la verità, cioé il proprio allontanamento dalla spiritualità nella misura del proprio sforzo”.

-Baal HaSulam, Shamati, articolo n.56 “Torà é chiamata indicazione”

…attraverso l’ osservanza delle Mitzvot (il lavoro nel proprio egoismo, il quale consiste in 613 desideri egoisti) con il piacere di far piacere al nostro Creatore, si sviluppa velocemente in noi quel senso di riconoscimento del male (si scopre l’ egoismo nascosto dentro i nostri 613 desideri).

-Baal HaSulam, “L’essenza della religione ed il suo scopo

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Lettere Vive

Anno dopo anno, stiamo provando a portare le nostre lezioni più vicine alla gente, al mondo ed è estremamente difficile. Baal HaSulam scrisse nella sua “Profezia”, che chiese, pregò il Creatore affinché lo aiutasse a scendere dal suo grado per essere capace di spiegare il metodo della rivelazione del Creatore alla gente.

Nel mondo spirituale è molto difficile discendere dal proprio grado perché lì tutto è completamente trasparente e chiaro. Dato che il grado superiore è la perfezione, discendere da esso per conto proprio è ancora “più impossibile” che ascendervi. Non ci sono parole per spiegarlo in quanto la spiritualità è sensazione pura.

I kabbalisti riuscirono a trovare le parole per trasmettere l’ informazione spirituale, ma destinarono i loro scritti kabbalistici ai loro amici. Dietro ogni parola che essi pronunciarono, come per esempio “schermi” (Masachim), “discernimenti” (Havchanot), “l’ elevazione di Malchut a Binà” e così via, dietro le forme speciali delle lettere maiuscole ampliate, emergono nozioni spirituali.

Per loro, tutto è come uno “spartito musicale” per un musicista, che può piangere o ridere solo guardandolo. Per lui, queste sono sensazioni come la vita, che risvegliano immediatamente sentimenti in lui. Tuttavia, è ben altra cosa avere uno spartito musicale e raccontarlo a parole. Se io ti chiedessi di raccontarmi delle tue sensazioni su di una sinfonia, cosa mi diresti?

Tuttavia, abbiamo bisogno di raccontare in qualche modo i nostri sentimenti, a prescindere dal fatto che ancora non siano spirituali e precedano l’ ingresso al mondo spirituale; comunque i nostri studenti e la gente comune della strada sono separati da molti, molti anni di sviluppo. Se dovessimo trasmettere le lezioni in una maniera non adattata, nessuno le capirebbe. È molto difficile scendere da questo livello, ma dobbiamo cercare di farlo. C’ è ancora molto che possiamo fare qui.
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(Dalla seconda lezione del congresso di Kabbalah nel deserto di Aravà del 31 Dicembre 2010)

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