Pubblicato nella '' Categoria

Un viaggio nel passato

Domanda: Cosa è una Reshimo (ricordo)?

Risposta: Una Reshimo è quello che è già successo, uno stato spirituale precedente, visto che niente scompare nella spiritualità. Gli stati precedenti che emergono in ogni dettaglio, ma non si manifestano nella vita, a causa della mancanza dello schermo che serve come mezzo per la loro realizzazione, si chiamano “Reshimot”.

Supponiamo che ieri ero in uno stato ed oggi lo sto rivivendo. Nella spiritualità questo stato nasce in me in ognuno dei suoi più piccoli dettagli, come se io lo stessi vivendo ora. È del tutto chiaro per me, al 100% ciò che sta succedendo e non si perde niente, io semplicemente, non posso rendermi conto che è dovuto alla mancanza dello schermo. Questo si chiama “Reshimo”.

Non è un ricordo del passato come nel mondo materiale, quando mi ricordo di qualcosa “vagamente”. Una Reshimo è quando non ho dubbi su niente, tutto è rivelato come nel presente, eccetto la sua realizzazione.
[30191]

(Dalla 2° parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 19.12.2010, Talmud Eser Sefirot)

Materiale correlato:

Laitman blog: La via verso il palazzo del Creatore
Laitman blog: Un viaggio nella Gerusalemme interiore

I Kabbalisti sulla Torà ed i Comandamenti, Parte 6

Cari amici, per favore fatte le vostre domande su questi passaggi dei grandi Kabbalisti. I commentari tra parentesi sono miei.

L’ essenza del lavoro nella Torà e le Mitzvot

“…se l’ intenzione di uno nella Torà e le Mitzvot non è per il bene del Creatore, ma per se stessi (se l’ intenzione è egoista), non soltanto che la natura del desiderio di ricevere (per se stessi), non s’ invertirà; inoltre, il desiderio di ricevere per se sarà molto più grande di quello gli è stato donato dalla natura della sua creazione (prima che lui iniziasse a studiare la Torà)”

-Baal HaSulam, “Un discorso per la conclusione dello Zohar”

“…lo scopo di tutta la creazione è che le creature più basse (la gente del nostro mondo) siano capaci, nel osservare la Torà e le Mitzvot (nel attrarre la Luce Superiore di correzione per mezzo dello studio della Kabbalah) e cosi innalzarsi (salire i gradini di amore e di dazione ) sempre in sviluppo (per mezzo della correzione di se stessi), fino il raggiungimento di Dvekut (completa similitudine di proprietà) con il Creatore”

Baal HaSulam, Matan Torà (Il dono della Torà), punto 6

…tutta la Torà e le Mitzvot (mezzi di correzione) sono stati dati con il solo scopo di pulire Israele (quelli con l’ aspirazione per il Creatore), con loro, quello che è la pulizia del (innalzamento dei desideri altruisti) corpo, dopodiché lui otterrà la vera ricompensa (per il suo sforzo nella correzione), che è Dvekut con Lui (completa similitudine con la Forza Superiore) che è lo scopo della creazione”.

-Baal HaSulam, Arvut (Garanzia Mutua), punto 27

[29836]

Insieme senza perdite

Nei tempi passati i kabbalisti andavano ognuno per conto proprio, ed era per loro molto difficile. Si dice anche che su un migliaio di persone che si occupavano di kabbalah, solamente uno arrivava alla luce.

Ma oggi, con la giusta organizzazione dell’ ambiente circostante, possiamo muoverci praticamente senza perdite, senza perdere i nostri compagni per la strada.

Ciò dipende soltanto dall’ essere capaci di creare tra di noi un nostro comune desiderio, al di fuori di noi. Per questo motivo è così importante la “preghiera di molti“, quando noi, tutti insieme, cerchiamo di riunire in uno tutti i nostri desideri, in modo che con il loro aiuto possiamo attirare su di noi l’ influsso di quell’ unica Forza che riempie lo spazio e che si può manifestare riunendoci tutti, essendo tra tutti noi.

Scoprire questa essenziale, basilare Forza della Natura, significa scoprire il Creatore, siccome essa è primaria e noi suoi prodotti.

Come destare l ‘influsso di questa Forza, in modo ch’essa fruttifichi, ci tragga fuori da noi stessi, così che noi, come un bambino che esce dal ventre materno, incominciamo a percepire ciò che si svolge al di fuori di noi? Dobbiamo invocare questa Forza per nascere. Essa ci costringe a fare tutto il possibile, e noi e tutti quelli che sono con noi, per “spingerci” nella luce.

Perciò è indispensabile la “preghiera di molti“. Insieme dobbiamo arrivare alla presa di coscienza di questa necessità. E naturalmente allora vedremo e sentiremo tutto quello che effettivamente succede nel mondo. Tutte le cause, tutte le attività, tutto ci sarà subito chiaro. E noi stessi ci scopriremo nati nella percezione di un nuovo mondo, non più identificandoci col corpo, ma vivendo uniti a quell’unica e sola Forza che riempie tutto lo spazio.
[33015]

(Da una lezione di uno scritto del Rabash. 16.01.2011)

Materiale correlato:

La preghiera dei Giusti (punto 45)
Laitman blog: Lezione virtuale da Mosca – 16.01.2011

Lezione quotidiana di Kabbalah – 18.01.2011

Dal Libro Shamati, Articolo 2 “Divinità in esilio”
Video / Audio

Il codice dei mondi superiori

Domanda: Non capisco ancora l’ ebraico, così, cosa devo fare quando leggiamo lo Zohar? Devo guardare le lettere oppure ascoltare solo il testo?

Risposta: Tutte le lingue eccetto l’ ebraico sono destinate alla comunicazione in questo mondo. L’ ebraico, al contrario, non è una lingua parlata, ma un registro delle azioni spirituali di ZAT de Binà (le sue sette Sefirot inferiori), Zeir Anpin e Malchut sulla materia di Malchut. I simboli descrivono queste azioni spirituali.

Così, guarda il testo davanti a te come una sequenza di comandi di un programma di computer; è semplicemente un registro delle proprietà spirituali, delle forze e delle azioni che si devono realizzare dentro di te. È così che vedo l’ ebraico, non lo tratto come una lingua letterale utilizzata per far scorrere il testo soavemente come in altre lingue.

Quando non guardi in maniera usuale le lettere e le combinazioni, leggendo i testi kabbalistici, continui a vedere all’ interno della parola e del suo significato interiore. Guarda il simbolo, dato che ogni lettera è sempre un simbolo.

L’ ebraico ha tanti dati, informazioni occulte all’ interno del linguaggio che è impossibile rifletterlo in una traduzione. Dopotutto, la sequenza delle lettere del testo descrive le Sefirot, l’ordine delle azioni. Come può questo essere registrato in un’ altra lingua?

In ogni lettera bisogna vedere un simbolo di qualche proprietà spirituale o azione che la rappresenta.
[31257]

(Dalla 2° parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 30.12.2010, “Introduzione al Libro dello Zohar, articolo Itrò”)

Materiale correlato:

Laitman blog: Linguaggio senza tempo
Laitman blog: Le lettere sono qualità