I Kabbalisti sulla Torà ed i Comandamenti, Parte 4

Cari amici, per favore, fate delle domande su questi passaggi dei grandi kabbalisti. I commenti tra parentesi sono miei.

L’ essenza del lavoro nella Torà e le Mitzvot

Uno deve desiderare di essere ricompensato con il premio di una Mitzvà (ebraico: comandamento/buona opera) [la realizzazione di una correzione], poiché attraverso l’ osservanza delle Mitzvot (plurale di Mitzvà), [correzioni] vincerà [deve chiedere] l’ adesione al Metzave (ebraico: colui che sta al comando ed emette i Comandamenti) [come è stato detto: “La ricompensa per realizzare un comandamento è conoscere Colui che lo ha prescritto”].

Baal HaSulam, Shamati (Ho Udito), articolo n°227, “La ricompensa di una Mitzvà, una Mitzvà”.

Quando uno può aspirare alla dazione [per il beneficio degli altri], questo atto si chiama “Una Mitzvà (buona azione)”.

Rabash, I Gradini della Scala, “In quanto alla ricompensa dei ricettori ”.

Il lavoro nella Torà e le Mitzvot [la correzione dell’ egoismo da parte della Luce Superiore] inizia principalmente dopo che si è stati ricompensati con il pentimento per amore [le azioni che derivano dall’amare gli altri]. Solo allora è possibile partecipare alla Torà e alle Mitzvot con amore e timore, come ci viene comandato.

Baal HaSulam, “ Introduzione allo Studio delle Dieci Sefirot”, articolo 133

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