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Global Yeshivat Haverim – 16.01.2011

Global Yeshivat Haverim
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Lezione virtuale da Mosca – 16.01.2011

Lezione virtuale da Mosca, Domande e risposte
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L’ unico modo di studiare

Quando andai a studiare da Rabash, avevo 33 anni. Ero una persona forte e di successo, avevo una famiglia, una casa ed un’ attività di successo. Gli chiesi: “Adesso investirò tutta la mia vita in te. Sarò al tuo fianco fino alla fine, perché al contrario è impossibile imparare qualcosa. Sono disposto ad andare per questo, ma come posso essere sicuro di essere nel posto giusto?”.

Rabash rispose che avevo tutto il diritto di fare questa domanda. Tuttavia, dovevo scegliere quello che il maestro voleva per aggrapparmi a questo per conto mio. Nessuno doveva interferire o influenzare la mia decisione. Lui disse: “Va e visita altri luoghi!”.

Però, dopo aver preso una decisione ed aver scelto il tuo luogo, devi allontanare qualsiasi dubbio al riguardo e non spostarti da un lato all’ altro nel mezzo del cammino. Non puoi essere sotto nessun’ altra influenza, se non quella del tuo maestro.

In altre parole, se tu diventi un mio studente, sei obbligato a ricevere solo il mio spirito ed a non ascoltare nessun altro. Dopotutto, ti stai sviluppando ed è proibito che una persona ascolti le opinioni degli altri durante la sua crescita.
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(Dalla 2° Lezione del Congresso nel deserto di Aravà del 31.12.2010)

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I Kabbalisti sulla Torà ed i Comandamenti, Parte 4

Cari amici, per favore, fate delle domande su questi passaggi dei grandi kabbalisti. I commenti tra parentesi sono miei.

L’ essenza del lavoro nella Torà e le Mitzvot

Uno deve desiderare di essere ricompensato con il premio di una Mitzvà (ebraico: comandamento/buona opera) [la realizzazione di una correzione], poiché attraverso l’ osservanza delle Mitzvot (plurale di Mitzvà), [correzioni] vincerà [deve chiedere] l’ adesione al Metzave (ebraico: colui che sta al comando ed emette i Comandamenti) [come è stato detto: “La ricompensa per realizzare un comandamento è conoscere Colui che lo ha prescritto”].

Baal HaSulam, Shamati (Ho Udito), articolo n°227, “La ricompensa di una Mitzvà, una Mitzvà”.

Quando uno può aspirare alla dazione [per il beneficio degli altri], questo atto si chiama “Una Mitzvà (buona azione)”.

Rabash, I Gradini della Scala, “In quanto alla ricompensa dei ricettori ”.

Il lavoro nella Torà e le Mitzvot [la correzione dell’ egoismo da parte della Luce Superiore] inizia principalmente dopo che si è stati ricompensati con il pentimento per amore [le azioni che derivano dall’amare gli altri]. Solo allora è possibile partecipare alla Torà e alle Mitzvot con amore e timore, come ci viene comandato.

Baal HaSulam, “ Introduzione allo Studio delle Dieci Sefirot”, articolo 133

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Lezione quotidiana di Kabbalah – 16.01.2011

Lezione da Mosca: Scritti di Rabash, Articolo 15: “La preghiera di molti”
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Combattere l’ ego con una spada di cartone

Domanda: Perché il mondo di Nekudim si è rotto?

Risposta: Il mondo di Nekudim è stato calcolato male. Si pensava che sarebbe riuscito a ricevere tutta la Luce infinita della Correzione Finale “al fine di dare,” ma non c’ è riuscito dal momento che inaspettatamente ha iniziato a sentirsi auto-gratificato. Non aveva mai realizzato che ci sono profondi desideri e, contro di loro, una tale Luce esaltata, simile ai piaceri immensi.

Rabash lo dimostra raccontando la storia di un uomo che arriva ad una festa di matrimonio pensando che possa compiacere la sposa e lo sposo celebrando e danzando insieme agli altri ospiti. Tuttavia, dopo un paio di drink, perde anche il suo senso della realtà e comincia a diventare rumoroso al tavolo. Così, egli è preso, portato a casa dalla moglie, e da allora nessuno ha voglia di invitarlo a nozze.

Ora, ha bisogno di correggere se stesso e iniziare a guardare le sue azioni: in quale forma si arriva alla festa e quanto si può bere, quale sia il giusto per onorare l’ ospite e senza passare il confine. Una storia simile è accaduta al mondo di Nekudim .

Eppure, tutto questo non è stato vano. Il mondo di Nekudim è stato rotto al fine di mostrare il creato e facendo questo viene a confronto con il Creatore. In realtà, tutto quello che è stato rivelato è che prima della frammentazione non era, per così dire, reale. Mai prima di allora la creatura è stata in grado di vedere l’ essenza del suo desiderio egoista di fronte al piacere che trasporta la Luce. E aveva sempre agito con l’ intenzione “di dare” dato dal Creatore.

Il Creatore crea una creatura nel mondo dell’ Infinito, la riempie di tutta la Luce dell’ Infinito in tutti i desideri (Kelim), e gli dà tutte le intenzioni. Poi, la creatura fa una restrizione, vuole ricevere, al fine di dare, grazie alla forza della luce presente in esso.

Questo non è difficile da capire: io sono gestito dalla Luce, e seguo i suoi ordini. Non sono atti, ma le due forze del Creatore: la volontà di ricevere e la volontà di dare. L’ appartenenza alla natura stessa della spiritualità. Gli inanimati e vegetale, animali santi e angeli, sono tutti soggetti a tale meccanismo.

La natura della creatura è rivelata per la prima volta, quando la creatura agisce in modo indipendente, che è durante la rottura dei mondi. La creatura fa calcoli basati sulla Luce che è presente in essa e ritiene di poter (come ha sempre fatto in precedenza), di ricevere tutta la Luce al fine di dare, completando così la correzione.

Tutto d’ un tratto, si scopre che tutto ciò che è stato fatto prima è stato fatto dalla forza della Luce, dalla sua forza di dazione che vi ha riempito. Non è mai stata una vostra decisione, ma vi è stata semplicemente data alla nascita. Ora, per la prima volta, la vostra stessa natura viene in superficie.

Pertanto, dopo la rottura, possiamo già parlare di una creatura che compie atti indipendenti. Raccoglie i suoi desideri vuoti per la mancanza dello schermo e dice: “E ora, lo farò io stesso e ricevere la Luce in loro, al fine di dare.” E ‘come uno sciocco, figlio criminale che, invece di una vera e propria arma ricevuta da suo padre, il re, decide di andare in guerra con lo scudo e la spada giocattolo come descrive la favola.
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(Dalla terza parte della Lezione quotidiana di Kabbalah del 12.01.2011, Talmud Eser Sefirot)

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