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Torah, Porzione Settimanale – 13.01.2011

Il Libro dello Zohar, Porzione Settimanale “Beshalah”, Brani selezionati
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Lascia entrare la Luce!

Domanda: come si realizzano le Reshimot (impressioni spirituali di informazione)?

Risposta: Tutte le Reshimot sono selezionate dalla Luce Superiore (la Luce di AB-SAG). Immagina che tipo di lavoro è classificare tutte le Reshimot che sono rimaste dopo la Malchut collettiva frammentata mentre si desidera realizzare la correzione completa (Gmar Tikkun).

Malchut dell’ Infinito realizzò uno “Zivug” (adesione, fusione) con la Luce della correzione finale nel suo volume totale creato dal Creatore nella sua fase completa Dalet (4/4), e tutto si frammentò nei più piccoli frammenti. Non c’è nessuna proprietà, Sefirà o sua sub-Sefirà che possa rimanere vincolata all’ altra. Esse si odiano.

Che moltitudine infinita delle diverse proprietà ci sono adesso nel Rosh de SAG dalla moltiplicazione di queste luci che si elevarono a lui dopo la frammentazione. È impossibile contarle ed immaginarle. La Luce della correzione finale è contraria al Kli (il desiderio di ricevere, desiderio) alla fine della correzione e invece dell’unificazione, c’è odio tra di loro. Tutto questo Kli è completamente frammentato, scomposto in frammenti.

Adesso, Rosh de SAG deve ordinare il vaso frammentato in tutte le sue Sefirot individuali: cosa raccogliere di queste al fine di fare del primo Partzuf, per lo meno qualcosa di corretto, sotto la Seconda restrizione e da varie limitazioni. Che lavoro enorme e complesso è questo!

D’ altro canto, quando la Luce Superiore entra, illumina tutta questa moltitudine di rotture, le Reshimot, ed esse si allineano immediatamente nella loro luce con ognuna di esse, occupando il loro luogo corretto. La Luce le organizza, illuminandole, chi più e chi meno ed in questa Luce tutte loro si allineano in linea retta in una sola volta.

Allora, dalla innumerevole moltitudine di queste forme, SAG seleziona le forme corrette e le mette in ordine; ma come riconoscerle? Questo lavoro è fatto ancora dalla Luce Superiore che illumina le Reshimot dall’ alto, i più meravigliosi discernimenti di ciò che è corretto e di ciò che non lo è, secondo la proprietà, la direzione ed in che modo allinearle lungo le tre linee, dall’ Alto verso il basso, con gli schermi affinché tutte loro siano connesse reciprocamente.

La Luce raccoglie i pezzi rotti nella prima goccia di seme, che è l’ inizio di un embrione. Questa contiene tutto, eccetto il lavoro, che deve essere aggiunto. Comunque, tutte le classificazioni sono fatte dalla Luce; ed allora, l’ inferiore è capace di lavorare. In quanto al discernimento, l’ inferiore non può mai ottenerlo.

Pertanto, se vogliamo discernere qualcosa, classificarla ed unirci agli altri nel nostro mondo, non saremo mai capaci di farlo. Niente e mai! Abbiamo bisogno della Luce Superiore per connettere tutte le parti separate, visto che anche noi rimaniamo nel mondo frammentato. Intanto, vogliamo organizzarlo, restauralo e riviverlo noi stessi … Che impegno insensato!
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(Dalla seconda parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 19.12.2010, Talmud Eser Sefirot)

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Lezione quotidiana di Kabbalah – 13.01.2011

Scritti di Rabash: Articolo 16
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Il Libro dello Zohar: Punto 94, Art. “Il conduttore di somari”, Lezione 5
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Talmud Eser Sefirot, Parte 8, Punto 59, Lez. 33
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Scritti di Baal HaSulam, Art: “La qualità della Saggezza nascosta – in generale”, Lez. 2
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I Kabbalisti sulla Torà ed i Comandamenti, Parte 1

Cari amici, per piacere fate le vostre domande su questi passaggi dei grandi Kabbalisti. I commenti tra parentesi sono miei.

La Torà

La Torà è Luce semplice che si espande dalla Sua essenza la cui sublimità è senza fine.

Baal HaSulam “Introduzione al libro, Dalla bocca di un saggio

La Torà sono tutti i nomi del Creatore, i quali appartengono alle creature.

Baal HaSulam “La mente attuante”

La parola Torà viene dalla parola Horaa (istruzione) e dalla parola Maraa (mostra) e Reiah (visione) cioè, piena coscienza che non lascia filamenti nella sua scia.

Baal HaSulam, lettera n.11

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La mia candela

Se ci fossimo  guardati dall’ esterno, dai confini di questo mondo, allora avremmo visto che “questa vita” non è la vita reale. Siamo separati del tutto dalla nozione autentica di ciò che è la vita.

Spiritualmente siamo morti e la nostra realtà è un’ illusione in uno stato inconscio, una scintilla di vita breve che sostiene il mondo intero.

Una persona vive davvero solo quando riceve la Luce e la mantiene al di sopra di se stessa, non permettendo che questo piacere si plachi ed allo stesso tempo non permettendogli di entrare nel suo desiderio di ricevere direttamente. La Luce ed il desiderio non si spengono reciprocamente ed allo stesso tempo non perdono la connessione mutua. Essi sono come una candela, come l’olio e il fuoco che sono uniti per mezzo di una miccia.

L’ olio è la nostra materia, il nostro desiderio di ricevere. La miccia è lo schermo (Masach) e la fiamma della candela è la Luce. Mantengo il fuoco al di sopra di me, disegno la frontiera tra esso ed il desiderio in modo tale che non lo rifiuto del tutto, ma lo conservo per la dazione.

Faccio il calcolo costantemente di quanto olio devo aggiungere, quanto desiderio devo aggiungere affinché le fiamme ardano correttamente. Allora la mia candela non si spegnerà.

Se riusciamo a fare questo, allora sperimentiamo la vita eterna e perfetta. Questa possibilità è davanti a noi.
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(Dalla 1° parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 24.12.2010, “La perfezione nella vita”)

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Psicologia materialistica dell’ amore

L’ Amore non fa parte di questo mondo. Se tu incominci a rivolgerti a qualcuno con amore, ciò significa che in te incomincia a funzionare l’ anima.

E al momento in te, di quest’ anima c’ è solamente un punto rotto. Se tu da questo punto incominci a creare un rapporto d’ amore con un’altra persona e crei una specie di “vettore” d’ intenzioni e di aspirazioni, che si chiama amore, allora diventerà la tua anima.

Infatti si baserà sul tuo desiderio di piacere, che è stato riparato con l’ intento di renderlo atto a “donare”. Questo si chiama amore.

Se otterrai tale proposito, diventerai un’ individualità spirituale. In questo rapporto con l’ altro uomo, incomincerai a scoprire la luce NARANHAI, i mondi superiori, tutto ciò che c’ è fra te e lui. Da quel momento, fino a quando non sarai in grado di percepire l’ altro completamente, come fosse te stesso, come un tutto intero. Ciò significa che hai raggiunto il Mondo dell’ Infinito, infatti non esistono più confini, non più restrizioni. Così si rivela il mondo spirituale.

Nei confronti di tutto e tutti mi devo comportare con amore. Ma se qualcuno mi si avventa addosso con un coltello, cosa devo fare? Dovrò anch’ io prendere un coltello e ammazzarlo, con amore….. Così è la legge. E se viene da me l’ esattore delle tasse e mi dice che devo pagare, io pago. Dentro, nel mio cuore, io posso piangere sulle mie tasche vuote, ma la mia anima sarà felice.

Bisogna capire che il nostro rapporto con il vicino è basato sul nostro desiderio di godere e la sua correzione, per dare! Se riconosco tutte le esigenze dell’ altro e le soddisfo utilizzando il suo desiderio, significa che l’ amo.

Ma se io solamente limito il mio desiderio, così da non causare danno all’ altro, ciò significa che mi trovo nello stato di “dare per ricevere” (hafetz-hesed), ma non è amore. E’ detto: “Non fare all’ altro ciò che non vuoi sia fatto a te”, – questa è una verifica di come mi devo comportare con lui. Se non ti piace ti venga fatto qualcosa, non farla tu ad un altro.

Ma forse gli piacerà qualche altra cosa? Non lo so, lo faccio solamente seguendo i miei desideri. Questa è “psicologia materialistica”.

E pure l’ amore non va oltre la psicologia materialistica. Ma io sento talmente tanto l’ altro che percepisco i suoi desideri e perciò li faccio miei e li esaudisco con le mie possibilità di desiderio.

Se amo il prossimo e faccio miei i suoi desideri, allora posso aumentare la sua richiesta (MA”H) fino al mondo dell’ Infinito! Lui stesso non lo può fare, ma lo posso fare io per lui!

Nello spirito nessuno di noi può prendere un pezzo di cibo e metterselo direttamente in bocca. Solamente se io lo do a te e tu lo dai a me. E a patto che io sappia precisamente quello di cui tu hai bisogno e altrettanto tu di me. Allora tu potrai mettermi in bocca quel pezzo di cibo, e io a te. Siamo talmente uniti che nessuno di noi si può nutrire da solo.

E tutto questo deve avvenire qui, in questo mondo! La Luce dell’ Infinito deve espandersi fino a questo mondo, come è detto: “I suoi piedi staranno su una montagna di grasso”. I rapporti spirituali sono tali che addirittura nel fisico non puoi agire diversamente.
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(Da una lezione sullo scritto “Il carattere della scienza della Kabbalah” del 12.01.2011)

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Lo scudo protettore di una persona

Baal HaSulam, Beit Shaar HaKavanot (La porta delle intenzioni), articolo 87: La Sefira Keter con la Luce di Nefesh è chiamata lo stato di Ibur (embrione) di ogni grado, la quale anche se non ha esaminato il suo “corpo” è localizzata interamente nella Klipat Noga, dove il bene è mischiato al male.

Per adesso solo la radice che è in esso è corretta, non il corpo stesso e per questo, per adesso, tutto il corpo è chiamato la “pelle”. Pero, quando raggiunge lo stato di Yenika (allattamento) e riceve il Kli di Chokhmà, nel quale si veste la Luce di Ruach, questo allora riceve il “corpo”.

In questo stato di “embrione” (Ibur), il bene è mischiato al male e non sappiamo come differenziarlo. Tuttavia, nello stato di “allattamento” (Yenika, succhiamento del sostentamento) cominciamo già a distinguere tra il bene ed il male e ad usare i buoni desideri. A causa dei nostri chiarimenti, cresciamo e per questo, questo stato è chiamato “allattamento”.

Non è un bambino materiale che nasce e cambia il suo posto, uscendo dalla madre all’ esterno. Un “embrione” spirituale e un “bambino” che riceve sostentamento sono diversi tipi di connessione tra il superiore e l’ inferiore.

Se non posso esaminare niente per conto mio ed il superiore lo fa per me, allora questo stato è chiamato “embrione”. Se io partecipo ai chiarimenti e differenzio il bene dal male, usando il bene, allora questo è “allattamento”.

Se chiarifico la Klipat Noga (la buccia Noga) in modo tale da fare uno “scudo”, a partire da essa per le tre Klipot (bucce) impure, convertendo il male selezionato nella “pelle” che mi protegge, allora posso cominciare a costruirmi, scegliendo dalla miscela dei buoni e dei cattivi desideri.

Questa è una miscela speciale, poiché in questa, le qualità del Creatore e della creatura sono mescolate. È proprio a partire da questo che devo costruire qualcosa di nuovo: un uomo indipendente (Adam, che significa “simile” al Creatore).
[30301]

(Dalla 3° parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 20.12.2010, Beit Shaar HaKavanot)

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