Quando tutto è oscuro e confuso

Baal HaSulam, Beit Shaar HaKavanot (la porta delle intenzioni), articolo 87: e sappiamo che il male totale si chiarisce, in ciò in cui  non vi è niente di buono [è la valutazione delle tre Klipot (gusci) esterne che saranno corrette solo alla fine della correzione (Gmar Tikun)], però la quarta Klipa non è completamente chiarita e per questo resta in forma di “vestito” e di “pelle”.

Questo significa che esiste qualcosa di buono in lei, ma questo non è stato ancora individuato ed è per questo che si chiama Klipà (guscio). Tuttavia, non è ancora una Klipà come le tre Klipot impure che chiaramente non portano niente di buono in loro e che pertanto, non possiamo correggere fino alla correzione finale.

Tuttavia, possiamo discernere la quarta Klipà, Klipat Noga ed abbiamo bisogno di lavorare con essa. Sono i Kelim (vasi) frammentati che caddero nei mondi di BYA (Berià, Yetzirà, Assiyà) nei quali il bene ed il male sono mescolati. Lo stiamo chiarendo, in particolare nella Klipat Noga, chiamata il terzo mediano della Sefirà Tifferet.

Questo è l’ unico luogo del nostro libero arbitrio, al di sopra del quale, c’ è la santità e lì non c’è niente da discernere. Al di sotto, si trova l’ impurità totale, la Klipà e nemmeno lì c’è niente da chiarire. Possiamo solo lavorare nella Klipat Noga, nella quale c’ è ancora un miscuglio di bene e di male.

Risulta allora che lì si trova precisamente il luogo nel quale dobbiamo risiedere costantemente: il luogo del dubbio e della confusione, nel quale tutto è mescolato, incerto ed oscuro. È lì che facciamo chiarimenti, questo è precisamente il luogo del nostro lavoro.
[30306]

(Dalla 3° parte della Lezione quotidiana di Kabbalah del 20.12.2010, “Beit Shaar HaKavanot”)

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