La saga dei desideri

Domanda: Mi sembra che nei suoi scritti, il Rabash cerchi di descriverci il lavoro spirituale in una forma sensuale…..

Risposta: Tutto avviene nel desiderio, ossia nelle nostre sensazioni. I kabbalisti non parlano d’ altro.

Anche la matematica e tutti i fenomeni che ci sembrano razionali, sono in ogni caso sensazioni, solo che non ce ne rendiamo conto, valutando intellettualmente i rapporti tra le percezioni.

Noi le misuriamo, le pesiamo, attribuiamo loro qualche valore numerico, ma tutto ciò è un lavoro dei sentimenti. Anche se io confronto le sfumature tra i colori: “questo è più giallo, questo è più bianco”, metto in evidenza delle sensazioni ch’ essi mi provocano. E così con qualsiasi cosa, anche nei casi più razionali, anche se privi di ogni possibilità di comprensione, tuttavia noi lavoriamo solo colle sensazioni.

Quando io mi sono avvicinato la prima volta alla scienza della kabbalah, sono rimasto di stucco: “Ma quali sentimenti?! Cos’è mai questo? Un romanzo per ragazze?…, fino a quando non ho incominciato a capire che l’ uomo consiste interamente di desiderio, e così tutto ciò che lo circonda. Minerali, vegetali, animali, sono tutti desideri che in questo modo si presentano al nostro comune desiderio di godimento.

Vedo animali, oggetti inanimati, persone, il cielo, e sotto questo aspetto io sento (accolgo) questi fenomeni nel mio proprio desiderio di godimento.

Analizzo del materiale inanimato: con quale energia agire su di esso, in modo che possa scaldarsi, fondersi, aggregarsi. Analizzo animali, vegetali, me stesso, i rapporti tra di noi nell’ umana società. In ogni caso io analizzo, peso, valuto, studio solamente i rapporti fra i desideri.

Per questo motivo in tutti i libri di kabbalah si scrive solamente di come poter aggiustare i desideri, in modo che tu possa sollevare il tuo desiderio a tale altezza da farlo diventare universale, come il Creatore, forza comune della natura, la più esterna, la più vasta sfera, onnicomprensiva.

Tu devi raggiungere questo nei tuoi desideri.
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(Da una lezione sul Libro dello Zohar. Introduzione. 03.01.2011)

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