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Global Yeshivat Haverim – 02.01.2011

Global Yeshivat Haverim
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Lezione virtuale – Nozioni di base di Kabbalah – 02.01.2011

Lezione virtuale – Nozioni di base di Kabbalah
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Esilio dall’ intenzione

Domanda: Se io semplicemente aiuto la gente in questo mondo, posso estrarre da queste azioni la Luce che corregge l’anima?

Risposta: Questo dipende dalla tua intenzione. Se davvero hai l’ intenzione di dare, allora sicuramente attrarrai la Luce; però se aiuti una vecchietta ad attraversare la strada e pensi di essere giusto, ti farai solo del male.

Ci sono milioni di persone al mondo disposte ad aiutare gli altri ed appaiono come se avessero fatto buone cose sul piano materiale ma per qualche motivo le loro azioni non rendono il mondo migliore. Tutte le opere di filantropia non producono alcun risultato positivo, poiché sono le intenzioni a cambiare il mondo, non le azioni.

Il Creatore non ha bisogno delle tue azioni se non le fai al di fuori del tuo ego. In primo luogo, devi chiederti se queste azioni correggono il cuore. Prima di realizzare un precetto o qualsiasi altra buona azione, devi armarti prima dell’ intenzione corretta e se non la hai, chiediti se vale ancora la pena di compiere l’ azione.

Se l’ azione è essenziale per il tuo sostentamento, devi compierla anche senza l’ intenzione, poiché si riferisce alle necessità basilari e pertanto non è “né condannata, né ricompensata”; però se l’ azione oltrepassa ciò di cui il corpo animale necessita, non puoi farla con un’intenzione egoistica. Realizzando azioni egoistiche corrompi il mondo, dato che ti allontani dalla spiritualità e porti miseria a questo mondo.

Lo stato collettivo nel quale si realizzano le azioni senza intenzione è chiamato “esilio”. Il ritorno alle azioni con intenzioni altruistiche è chiamato “redenzione” perché con ogni azione riveli il Creatore.
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(Dalla 4° parte della Lezione quotidiana di Kabbalah del 24.12.2010, “La Pace”)

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Una realtà duale

Domanda: Se dobbiamo considerare il gruppo solo dal suo stato interno corretto, allora in che cosa differisce dal resto del mondo che solo sembra essere corretto?

Risposta: Non esiste alcuna differenza nel significato interiore. Ma quando si guarda alle persone del gruppo, non si può fare a meno di notare che la loro aspirazione alla spiritualità si manifesta all’ esterno, che vengono a lezione ogni giorno. Questo significa che si sforzano di raggiungere la spiritualità, ma che ancora non c’ è l’ hanno.

C’ è uno schermo esterno dove si vede come essi bramano la dazione, mentre attualmente rimangono nel sistema egoistico che intende consumare tutto per la propria gratificazione. Tuttavia, sanno già, piuttosto capiscono, e anche sentono che c’ è una possibilità di arrivare a un diverso atteggiamento verso il mondo: per sostituire il consumo con la dazione.

Sanno che ci sono due modi per vivere la vita nell’ universo:

  1. Una vita dove io cerco istintivamente di ingurgitare tutto perché sono nato in questo modo, che è considerato come “l’ inclinazione al male“, con la quale siamo nati.
  2. E c’ è un altro atteggiamento verso la vita: la dazione, un passo al di fuori di sé, quando il mio “io” di per sé non esiste se non è incluso in tutti gli altri. E questo secondo approccio è quello che vogliamo realizzare.

Si scopre che noi abbiamo già due approcci. Ognuno finora ha vissuto secondo il primo principio del consumare tutto per se stesso. Questo è ciò che attualmente percepiamo, “questo mondo”. Ma sogniamo di raggiungere un’ altra prospettiva di vita e guardiamo la realtà spirituale che esiste nella dazione.

Che cosa accadrà con la realtà corporea, allora? Sparirà? No, non lo farà. Rimarrà per tutto il tempo di cui avremo bisogno, nella misura in cui deve essere assunta come una componente necessaria.

Quindi, ora si dovrebbe essere in grado di capire ciò che è il corpo materiale: è una misura necessaria che si deve mantenere, al fine di consumare per il proprio beneficio e non di dare. Ma in realtà, non c’ è il corpo. Eppure, nella misura in cui è necessario essere presenti nel consumo egoistico, si continua ad esistere in questa realtà materiale. E nella misura in cui avanzate al di fuori di voi stessi, entrate nel mondo spirituale.
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(Dalla seconda parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 28.12.2010 “, Introduzione al libro dello Zohar, Articolo: ” Sei un Socio con Me”)

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L’ amore sopra l’ odio

Congresso nel deserto di Arav. Israele. Lezione 1°

E’ molto difficile poter riunire due mondi. Come riuscire a stabilire tra di noi una interconnessione tale che aiuti a correggere le nostre anime ?

Oggi noi, riunendoci, realizziamo praticamente la Kabbalah. Generalmente alla Kabbalah si attribuiscono inviti agli spiriti, amuleti, intrighi con le forze occulte.

Ma in realtà la vera Kabbalah esiste quando tutti insieme cerchiamo di promuovere l’importanza dell’ unione fra la gente, in modo di arrivare alla rivelazione del Creatore, la forza della donazione, fra di noi.

Siamo tutti egoisti, nessuno di noi ha la forza della donazione, ma noi vogliamo che essa discenda su di noi e riempia tutto lo spazio che adesso è pieno di avversione e di odio. Siamo nati così, non abbiamo avuto la possibilità di scegliere la nostra natura. Nella Torà è detto: “L’impulso nel cuore dell’uomo è cattivo fin dalla sua giovinezza”.

Dopo, quando incominciamo, sia pur lentamente, ad unirci tra di noi, non solamente così come capita, ma in modo che ci si riveli il Creatore, forza universale di unione, noi ci occupiamo della scienza pratica della Kabbalah. Si tratta dell’ attività più proficua per la correzione delle anime.

Si possono imparare tutti i libri a memoria, riuscir bene in ogni cosa. Tutto questo non aiuta. Fino a quando l’ uomo non incomincerà a fare delle azioni concrete per promuovere l’ unione con gli altri, nonostante la riluttanza e la ripulsa, non capirà quanto è cattivo l’ impulso del suo cuore.

Nel Libro dello Zohar si racconta dei compagni di rabbi Shimon, che incarnavano le dieci Sefirot originarie nel capo di Arich Anpin, all’ altezza delle stesse fondamenta del mondo.

Secondo le loro stesse parole, prima dello studio, prima della rivelazione della luce, essi si odiavano, non potevano sopportarsi l’ un l’ altro e non riuscivano a guardarsi. Situazione da capogiro.

Eppure si siedono attorno al libro, sapendo che quest’ odio così forte è stato loro mandato dall’ alto. E’ stato loro dato il Libro dello Zohar affinché col suo aiuto incomincino ad unirsi al di sopra dell’ odio, del rigetto, come sta scritto: “Ogni crimine sarà coperto dall’ amore”.

L’ amore non dovrà estirpare il crimine ma sovrapporsi ad esso, essere talmente forte da ricoprire l’ odio.

Dentro di noi è stato depositato un gran desiderio di godimento, totalmente egoistico, ribollente, e questo rimane. Ma sopra di esso noi possiamo ricoprire tutto l’ odio con l’amore.
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(Dalla I° lezione al congresso di Arav. 30.12.2010)

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Lezione quotidiana di Kabbalah – 02.01.2011

Scritti di Rabash: Articolo 6 “Al di sopra della ragione nel servizio Divino”
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Il Libro dello Zohar: “Yitro”, Punto 32, Lezione 2
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Talmud Eser Sefirot, Parte 8, Punto 42, Lez. 24
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Scritti di Baal HaSulam, Art: “La Saggezza della Kabbalah e Filosofia”, Lez. 5
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Luce di una casa lontana

Domanda: Cosa significa percepire “la luce” ?

Risposta: Percepire la luce significa provare piacere.

In questo mondo posso godere di varie cose, che possono essermi piacevoli o anche spiacevoli, secondo l’ umore.

Alle volte mi piace starmene a letto e non alzarmi per la lezione; a volte non vedo l’ ora di alzarmi, e mi dicono: No, devi stare a letto ancora una settimana, fino a ché non sarai guarito.

Ossia, non si tratta di un piacere incondizionato, così come: dolce, morbido, caldo, sono tutti concetti limitati, nozioni convenzionali. Talvolta richiamano il piacere, talvolta completamente la sensazione opposta.

Il comune piacere che proviamo nel nostro comune desiderio di felicità, si chiama “luce“. Perché la luce, che esisteva fin dall’ inizio, ha creato il nostro desiderio/recipiente, e adesso questo desiderio gode quando la luce lo riempie o si rivela in esso!

Così siamo fatti. Perciò, quando la luce abbandona il desiderio, esso piange e vuole che ritorni. Così è fatta tutta la creazione.

Ma il Creatore ha voluto che tu stesso desiderassi la luce, e non semplicemente la ricevessi e ne provassi piacere. Egli vuole che, oltre al piacere, tu la comprenda, che avvenga in te una presa di coscienza: Da dove proviene? Dov’è la fonte? Perché ti ha fatto in questo modo? Cosa vuole da te? E’ come se la luce volesse mostrarti: Guarda lassù, quella stella lontana, dalla quale io sono venuta. Lassù da noi è tutto talmente bello e meraviglioso, e io ti voglio portare lassù con me!

Perciò essa si nasconde da te e incomincia ad attirare la tua attenzione da ogni lato, con ogni sorta di azioni indirette. Gioca con te fino a quando, invece del godimento che essa ti può dare, tu vorrai conoscere la fonte dalla quale essa proviene. Vuole portarti con sé a casa! In modo che tu non ti accontenti solamente di riempirti di luce.

Infatti, se tu vuoi andare con lei “a casa” sua, significa che tu l’ ami, che non desideri solamente riempirti di lei. Devi amarla talmente da essere pronto a volare con lei in quel posto, su “quella stella”, da dove essa è arrivata, solo per stare con lei e non separartene più.

Oltre a dimostrare che con ciò tu rinunci al godimento, le dimostri quanto tu l’ ami.
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(Da una lezione su “Kabbalah e Filosofia” 30.12.2010)

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