Attraverso la baraccopoli delle belle città

Domanda: Cosa devo fare quando mi trovo in uno stato dove non ho la forza, non sento niente che mi interessa, e non so cosa fare?

Risposta: Questo è descritto nel capitolo settimanale della Torah: “E i figli di Israele patiranno a causa della schiavitù.” Dopo che una persona si rende conto che non ha alcun potere, tutto ciò che può fare è chiedere l’ elemosina.

Prima, pensava a se stesso come un grande, uno intelligente, in grado di capire. Pensava di poter avanzare da solo continuamente, guadagnando la conoscenza attraverso lo sforzo e l’ azione. Tuttavia, se fino a questo punto lui ha eseguito un numero sufficiente di azioni, è arrivato a vedere che nulla è stato raggiunto con esse.

Perché, allora, una persona ha bisogno di svolgere tutte queste azioni? Al fine di rendersi conto che egli non otterrà nulla. Per raggiungere lo stato di vuoto, una persona deve esercitare un enorme quantità di sforzo.

Io lavoro e penso che, così facendo, sto costruendo le bellissime “città-magazzino di Pitom e Ramses”, acquisendo conoscenza, e che presto svelerò, vedrò e sentirò tutto. Io pratico uno sforzo sempre maggiore, immergendomi negli studi più profondi, per poi accorgersi improvvisamente: “Quanto ci ho messo dentro, e cosa ho ottenuto? Non ho nulla. Che cosa devo fare ancora? Cosa sarà di me?” Non lo so, ma io sono disposto a cadere in un sonno mortale. Dammi solo un sonnifero così che io possa dormire e mai più alzarmi.

Questo è come una persona si sente in quel momento, esausto e impotente. In realtà, egli comincia a capire che non realizzerà nulla di tutto questo. In un primo momento, egli non ne ha neppure conoscenza e sente solo che non ha voglia di niente. Poi, si sveglia e continua ad andare avanti. Tuttavia, ad un certo punto, comincerà a capire che, da solo, non otterrà nulla, e ha bisogno della Forza Superiore: “Se il Creatore non arriva e mi aiuta, io, da solo, non posso fare nulla”

Egli comincia a pensare in questo modo solo dopo 15 o 20 volte, o forse anche dalle 30 alle 40 volte che ha cercato di avanzare per suo conto, per affrontare la delusione e la caduta nella disperazione. Questo è chiamato gli anni dell’ esilio Egiziano, fino a quando non si ha l‘ “affanno a causa della schiavitù.” Per il mio ego, ho composto la “città-magazzino, Pitom e Ramses”, ma per l’ uomo che in me vuole raggiungere la spiritualità, queste città sono povere e miserabili, vuote, e non mi possono dare nulla.

Comincio a dividere me stesso in due. Che importa se ho la conoscenza, l’ intelletto, posso discutere la saggezza della Kabbalah benissimo, e addirittura mi sembra di capire tutto? Non serve a niente. In verità, non ho la spiritualità. Io posso parlare per tutto il giorno e tutta la notte, ma la sto raggiungendo o semplicemente ne sto parlando? Sto solo parlando.

Poi, una persona capisce che a questo punto, ha bisogno solo dell’ aiuto dall’ Alto, di una rivelazione superiore, la Forza Superiore, qualcosa di diverso che non è in lui. Egli comprende che con quello che ha, è impossibile raggiungere la spiritualità. Infine, egli veramente grida, come è scritto: “E i figli di Israele patirono a causa della schiavitù.”

E’ un percorso impegnativo. Una persona deve sottoporsi a tali stati molte volte. Solo l’ ambiente lo può aiutare in questo e nient’ altro. L’ ambiente può sostenerlo e proteggerlo, oltre a promuovere il suo sviluppo.

Altrimenti, chissà quando si sveglierà di nuovo? Se non con l’ aiuto dell’ ambiente, sarà per mezzo di un cambiamento, Reshimo (il record di informazioni spirituali), che sarà concesso misericordiosamente dall’Alto e dandogli un nuovo stato. Tuttavia, nessuno sa quando ciò avverrà.

Pertanto, quando una persona rimane in uno stato buono, quando è illuminata dalla Luce e ha il potere, deve legarsi con l’ ambiente, quanto più possibile, al fine di ricevere la forza dentro di esso quando diventa di nuovo debole. Poi, sperimenterà una discesa come per inerzia e risalirà di nuovo fino a quando accelererà la velocità prima di cadere.
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