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La legge universale della natura

La maggior parte delle persone capisce che solo una forza agisce nel mondo; chiamiamola forza della Natura. Loro le danno diversi nomi: forza o Dio. Comunque, non è una persona, ma la legge, l’ equazione universale di tutta la natura, ed Einstein stava cercando di connettere in una tutte le altre leggi ed equazioni che agiscono in tutti i livelli dell’ esistenza.

La Kabbalah trovò una simile equazione universale alcuni eoni fa; da un lato c’ è la Luce (Y), dall’ altro il desiderio di ricevere (X) e nel mezzo la funzione (F) che li connette tra loro, li eguaglia: uno schermo anti-egoista. Questa è la formula ed è molto semplice!

Il nostro desiderio viene “moltiplicato” per lo schermo e si uguaglia alla Luce che noi, nella misura della nostra ricerca di questa formula, siamo capaci di accettare. Non c’ è nient’ altro eccetto questi tre componenti!

La Luce, però, è un valore costante e non cambia; intanto, il desiderio cambia costantemente, tuttavia, avviene indipendentemente da noi. Il nostro lavoro è di continuare a mantenere lo schermo: l’ equilibrio tra la Luce ed il desiderio.

È l’unica equazione che esiste in natura. Tutte le altre leggi derivano da questa: le leggi della chimica e della fisica (nel livello inanimato del desiderio), la botanica e la biologia (nel livello vegetale), la zoologia e la medicina (nel livello animato), la psicologia (nel livello della percezione umana) ed alla fine, le leggi del livello parlante (nel livello dei mondi superiori).

Tutto è governato dalla stessa, unica, semplice equazione. È un peccato che Einstein non sia qui oggi, avrebbe finalmente messo a riposo la sua mente; però, a dire il vero, egli si stava muovendo nella direzione giusta, cercando di connettere la luce (la vita) con la massa (la materia, il desiderio).
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(Dalla quarta parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 13 Dicembre 2010, “Una serva che eredita dalla sua padrona”)

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Una superstizione comune

Domanda: I saggi hanno detto che la Kabbalah non può essere insegnata a chiunque non abbia abbandonato “l’ idolatria e la superstizione”. Cosa significano queste cose?

Risposta: “Superstizione” significa pensare che la nostra vita dipenda dal cambiare la forza superiore unica del “Buono e Benefattore”, al di fuori della quale non esiste nient’ altro. Tutto il resto è considerato superstizione: la fede nel governo, nel proprio potere, nelle forze della natura, nella sorte, nei demoni e negli spiriti, sia quel che sia, eccetto che nell’ unico Creatore che ci porta solo il bene.

Pertanto, la superstizione, è qualunque condizione dell’ uomo, nella quale egli non vede se stesso vivere in un mondo reciprocamente connesso, chiuso, in un sistema integrale nel quale l’ unico potere governante è la forza dell’ amore e della dazione. Se egli non ha una chiara percezione di questo tipo, significa che non ha fede. Qualsiasi altro tipo di percezione e carenza di desiderio per raggiungere la fede è chiamato superstizione o credenza in forze diverse, estranee.

Tuttavia, chiaramente, stabiliamo delle aspettative per ogni persona in accordo al suo sviluppo, allo stesso modo in cui ci aspettiamo sempre di più da un bambino, ogni anno, a seconda della sua età. Pertanto, non incolpare un laico per non essere nel mondo dell’Infinito e non sentire un unico Creatore. Comunque, ognuno, in qualche modo, deve trovare un modo di visualizzarlo nel proprio livello, se è un essere umano.
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(Dalla quarta parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 13 Dicembre 2010, “Una serva che eredita dalla sua padrona”)

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Lezione quotidiana di Kabbalah – 24.12.2010

Scritti di Rabash: Dargot HaSulam, Art. 809, “La perfezione nella vita”
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Rav Yehuda Ashlag, Introduzione alla Saggezza della Kabbalah, Lez. 9
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Rav Yehuda Ashlag: Art. “La Libertà”, Lez. 10
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Io Do: Cos’ altro può esserci?

Domanda: Cosa sono le “lettere” nel senso spirituale?

Risposta: Le lettere sono forze, attributi dell’ influenza superiore in Malchut. Malchut in sé, è l’ assemblea di tutte le anime. La sua unità deve assorbire tutte le 22 lettere e 5 delle sue forme finali (MaNTzePaCh), incluso le sue molteplici forme nella Torà: cominciando dalla prima parola “in principio” (Bereshit) e finendo con l’ ultima parola Israele.

La domanda è: Quale è la lettera basilare, il “segnale” basilare, sulla ricezione del quale una persona raggiungerà definitivamente la correzione? Anche le proprietà integrate nella struttura di Binà, che dirigono tutte le correzioni e anche le forme di comunicazione con il Creatore e la connessione con Lui che si includono in Binà, come Samech (ס) e Mem (מ), non sono garanzia di successo.

La lettera Samech indica la parte superiore di Binà. A prima vista, cosa potrebbe essere più esaltato di questa? Non vuole niente per se stessa e necessita solo di dazione, vuole solamente essere inclusa nel Datore, esiste al di sopra del suo desiderio, non importa la sua eruzione interiore.

La lettera Mem contiene Samech in essa ed inoltre è riempita con i desideri degli altri per essere capace di dare a loro. Cos’ altro può esserci, se io non desiderio più niente e soprattutto, se mi occupo di tutti gli altri come una madre?

Le proprietà di Samech e Mem rispettano tutti i requisiti della dazione: corrispondono al pentimento per timore e al pentimento per amore. Perché allora non possiamo essere riformati da esse? Cosa manca in questa lista?

Ciò che manca è la lettera Bet (ב) che simboleggia la benedizione, cioè la proprietà magica, una forza speciale dall’ Alto. Questo ci mostra che niente ha importanza: né la mente, né il cuore, né il tempo che investi studiando le cose, né, parlando francamente, niente di quello che possiamo considerare. Niente di questo ci porta al mondo spirituale.

Questa è l’ idea principale dell’ articolo sulle lettere “dell’ Introduzione del Libro dello Zohar”: abbiamo solo bisogno di una benedizione.
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(Dalla prima parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 14 Dicembre 2010, “Introduzione del Libro dello Zohar”, articolo “Le Lettere di Rabbi Amnon Saba”)

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Torah, Porzione Settimanale – 23.12.2010

Il Libro dello Zohar, Porzione Settimanale “Shmot”, Brani selezionati
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