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Il gioco della dazione

Domanda: Non capisco come i Kelim (vasi) di GE (Galgalta ve Eynaim) si siano frammentati. Sono Kelim di dazione e non c’ è restrizione nella dazione, vero?

Risposta: Non c’ è una cosa come i desideri di dazione (vasi, Kelim). Un vaso può solo ricevere. Il Creatore ha creato il desiderio di ricevere piacere.

L’ essere creato può dare solo se riceve la proprietà dell’ amore dalla Luce. Solo allora l’ essere creato ha uno schermo, l’ abilità di sentire il desiderio del suo amato all’ interno e lo riempie con la Luce, perché questo ha accettato il desiderio dell’ altro come il proprio, così come è scritto: “Ama il tuo prossimo come te stesso”.

Un vaso è un essere creato ed agisce in una sola maniera, ovvero può solo ricevere e non ha niente da dare. I Kelim di Galgalta ve Eynaim sono anche la volontà di ricevere piacere (desiderio) e quando perdono il loro schermo (l’ intenzione di dare), essi ricevono la Luce per auto-soddisfazione e riposo.

Ci sono solo il desiderio e la Luce, l’ uno o l’ altra. Il desiderio di ricevere è ciò di cui è fatta la creatura nella sua totalità, ma se ha uno schermo anti-egoista, allora la proprietà della ricezione della Luce la solleva, come una calamita sostiene un pezzo di metallo. In questo caso, la creatura resta nella dazione; però, non appena la Luce scompare, questo desiderio, a causa della sua natura, diventa immediatamente egoista. Non ci si può far niente.

Chiunque di noi può essere messo in condizioni tali da forzarci ad abbandonare uno stile di vita civilizzato, raffinato e ritornare al nostro “stato primitivo”. Tutto dipende dalle correzioni. Non appena le correzioni se ne vanno, il desiderio egoista è completamente esposto, scoperto. Se vengono aggiunte le correzioni, “sembriamo” desideri di dare.

Pertanto, i Kelim di Galgalta ve Eynaim ricevono come l’ AHP. L’ unica differenza è che i primi sono più illuminati e non così grezzi come gli ultimi, per la qual cosa possono patire una correzione che li fa sembrare “dazione”; però, non appena la Luce e lo schermo scompaiono, essi diventano immediatamente Kelim di ricezione come tutti gli altri.

Sono più facili da correggere, nonostante richiedano una correzione. L’ essere creato non è altro che volontà di ricevere piacere (desiderio).
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(Dalla terza parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 07.12.2010, Beit Shaar HaKavanot)

L’ allegria attraverso le lacrime

Domanda: Esiste un segnale che mi aiuti a vedere se posso riuscire a risvegliare gli amici del gruppo oppure no? Sembrano più felici?

Risposta: Solo i bambini possono sentirsi felici senza una ragione, ma un adulto non può. Egli può rallegrarsi solo quando ha completato il suo lavoro, ovvero raggiungere l’obbiettivo dell’adesione con il Creatore.

Se leggi i Salmi del Re Davide, vedrai che non smette di parlare con il Creatore, che stia piangendo o chiedendo aiuto al Creatore o la Sua benedizione. Questi sono due stati opposti ed una persona deve restare in entrambi. Dal un lato, egli sta gridando, piangendo e supplicando il Creatore, dall’ altro, è felice di avere il bisogno di ritornare al Creatore per chiedere a Lui e per il fatto che il Creatore gli abbia dato questa opportunità.

Il suo corpo o l’ ego soffre, ma la sua anima si rallegra sapendo che grazie a questi stati, riceve il privilegio di ascendere alla spiritualità e di connettersi al Creatore. Pertanto, il libro dei Salmi è il libro più santo, dato che, a prescindere da come si senta il Re David, bene o male, sperimenta l’ adesione al Creatore;

Ma, come può esserci l’ adesione quando uno si sente male? Dopotutto, se sono in adesione, si suppone che debba rallegrarmi. Perché piange allora? Egli piange perché deplora il suo desiderio non corretto, mentre la sua intenzione è in adesione con il Creatore.

Questo è qualcosa che siamo ancora incapaci di comprendere o di agire in conseguenza ad esso. Stiamo ancora agendo come bambini piccoli. Quando qualcosa non si fa a modo nostro, cadiamo nella disperazione o al contrario, quando riusciamo ad essere felici per qualcosa, ci dimentichiamo di tutto il resto; però siamo incapaci di restare in entrambi gli stati allo stesso tempo ed è una vergogna.

Questo significa che una persona non può controllarsi perché non può connettersi agli avvenimenti attraverso i quali sta passando. Da un lato, deve sottomettersi a questi stati sgradevoli, mentre dall’ altro, deve sentire una connessione con il Creatore, con Colui che le invia questi contrattempi, questa confusione ed i problemi;

però nel gruppo, dove c’è una connessione tra gli amici, questo non può succedere perché un amico è in uno stato di ascesa, un altro si trova in discesa, un terzo è addormentato e così via. Così, una persona percepisce tutti questi stati simultaneamente e si include in essi.

Ci sono quelli che sono forti ed altri che sono deboli, però tutto il mondo, in accordo ai suoi attributi personali, riceve problemi, trappole e difficoltà dall’ Alto. Ogni persona li sopporta, l’ unica domanda è, quanto rapidamente passa da uno stato all’ altro.

Ci è stata data l’ opportunità di “decollare” migliaia di volte più rapidamente di quello che sta avvenendo oggi con noi e questo significa che possiamo arrivare alla spiritualità non in un migliaio di anni, ma in questo momento!
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(Dalla lezione quotidiana di Kabbalah del 03.12.2010, Scritti del Rabash, Lettera 24)

Come lavora Binà con le anime

Stiamo studiando un articolo di “Introduzione al Libro dello Zohar”, intitolato “Mi creò ELE”. Parla di Binà del mondo di Atzilut e di come le sue tre Sefirot superiori (GAR o IM) crearono sette Sefirot inferiori (ZAT o ELE).

GAR creò (Bara), significa che tirò fuori da se stessa verso l’ esterno (Bar) la sua parte inferiore, l’ AHP. Dopo essere disceso a Zeir Anpin e Malchut, l’AHP è ora capace di interconnettersi con le anime che ascendono a Malchut dai mondi di BYA (Berià, Yetzirà, Assiya) e che sono disposte ad essere riformate ed unificate.

Le anime chiedono la forza per unirsi e non hanno bisogno di nient’ altro che questa. Esse capiscono che facendolo, acquisiranno un vaso nel quale il Creatore sarà rivelato. Inoltre, si rendono conto che la loro forza è insufficiente per ottenere questa unione ed è necessaria la forza superiore.

Pertanto, esse innalzano il loro desiderio a Malchut del mondo di Atzilut, facendo in modo di fondersi con Zeir Anpin in un tutt’ uno, ZON. In questo punto, ZON scopre che in Malchut e Zeir Anpin c’ è la parte inferiore di Binà, ELE e questa parte le eleva a Binà, MI, per se stesse.

Come risultato, le anime, Malchut, Zeir Anpin e le due parti di Binà si uniscono in Alto e ricevono lì la forza della Luce: l’ attributo della dazione che governa completamente nella parte superiore di Binà. In tal modo, MI crea ELE e più tardi riforma le anime che sono ascese a Binà.

Se vogliamo agire seguendo l’ esempio descritto nel Libro dello Zohar, dobbiamo sforzarci di trovare tra noi il desiderio, la necessità di ascendere a Malchut di Atzilut per entrare nell’ AHP di Binà. Questa necessità arde in una persona quando diventa ansiosa di far parte del gruppo, perché Malchut del mondo di Atzilut riconosce e risponde esclusivamente a questo desiderio specifico.
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(Dalla 1° parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 06.12.2010, “Introduzione al Libro dello Zohar”, articolo “Chi creò questi”)

Materiale correlato:

Laitman blog: Tutti i mondi in uno spiedo
Laitman blog: Desiderare il Creatore

La base dello sviluppo corretto

Se invece di focalizzarci su ogni bambino individualmente (chi è e cosa fa), cambiamo verso un’ enfasi specifica sulla connessione dei bambini tra di loro e sulle loro relazioni con gli adulti, e se nel processo dell’ educazione facilitiamo la connessione di una persona con il suo ambiente, allora essa si evolverà anche internamente nella maniera corretta.

Di fatto, tutte le nostre qualità interiori, le inclinazioni ed i geni non sono materia di correzione. Ci vengono date solo per essere in contatto con altre persone.

Tutto questo sistema è stato creato completamente opposto al suo stato attuale. Noi siamo stati fusi in un desiderio comune, in modo tale che nessuno di noi fosse notabile o percepito in assoluto. Solo dopo la rottura di questo sistema ci siamo divisi in “io”, “tu” e “lui”.

Pertanto, le nostre personalità non richiedono nessuna correzione; scompariranno nella misura in cui creeremo legami corretti e ci incorporeremo agli altri.

Solo queste connessioni o la loro assenza, definiscono come una persona viene vista dalla società e la maniera nella quale lavora correttamente e si realizza in essa.
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(Dalla quarta parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 10.12.2010, “La Libertà”)

Una madre felice di 7 miliardi di bambini

Domanda: Se accetto i desideri degli altri come miei, non vuol dire che, insieme ai loro piaceri ricevo anche tutte le loro sofferenze, di tutta l’ umanità? Sono venuto a ricevere piacere ultraterreno, ma perché ho bisogno di sofferenza in più?

Risposta: Non si riceve la sofferenza degli altri, ma i loro desideri. Come si può godere di riempimento degli altri desideri se non sei vuoto prima? Devi sentire il loro vuoto.

Chiaramente non è piacevole avere desideri vuoti. Ma se li acquisite al fine di soddisfarli, allora sarete felici che siano vuoti! Ciò significa avere la possibilità di riempirli! E’ come una madre che è felice di aver preparato tanto cibo e il suo bambino affamato lo mangia con gusto.

Pertanto, non c’ è sofferenza qui, ma solo piacere! E’ come se ci fosse un buon pasto di fronte a voi e vi si risveglia l’ appetito prima del pasto. Dopo tutto, questa è l’ unica cosa che vi manca per riceverlo.

La Luce è a riposo assoluto e ci troviamo in un oceano di Luce. Quanto più si riceve da altri vasi vuoti o dai desideri, tanto più sarete in grado di riempirvi con la Luce e tutta questa realizzazione sarà vostra! Questo è ciò che la scienza della Kabbalah insegna. E’ “la saggezza di ricezione” o di realizzazione.

Tu sei come una madre che ha 7 miliardi di bambini affamati e latte a sufficienza per tutti loro – tutta la Luce dell’ Infinito. Potete immaginare quanto piacere è!?

(Dalla 4a parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 17.12.2010, “La Libertà”)

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Lezione quotidiana di Kabbalah – 20.12.2010

Il Libro dello Zohar: Introduzione “Le Lettere di Rabbi Amnon Saba”, Punto 39, Lez. 7. Punti 40.41, Lez.1
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Talmud Eser Sefirot, Parte 8, Punto 26, Lez. 15
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Beit Shaar Ha-Kavanot, Punto 85, Lez. 42
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