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Se sei un eroe …

Domanda: Ultimamente mi sento molto stanco e mi addormento alla lezione. Questo significa che il mio desiderio per lo scopo non è abbastanza forte?

Risposta: Prima di tutto dobbiamo accettare ogni stato come proveniente dall’ Alto, dal Creatore, perché “Non c’ è nessun altro al di fuori di Lui.” Se faccio riferimento a tutti gli stati in modo che siano costruttivi e provenienti dal Creatore, e quindi avanzando verso la meta, allora sono già in uno stato veramente utile, che mi fa innalzare. A questo proposito non tutto dipende dallo stato stesso, ma dal mio atteggiamento verso di esso. Da dove viene?

Non importa in che stato mi trovo, in quello buono, cattivo, intermedio, o in uno che manca di qualsiasi azione, anche se resto in esso per diversi mesi. Se io vi faccio sempre riferimento, come uno stato di diritto per fare riflessioni, correzioni, e’ avanzamento, quindi non mi preoccupo di ciò che sta realmente accadendo.

Devo sempre alzare MAN, restando nelle intenzioni e in risposta, dall’ Alto, ricevo MAD, lo stato che viene a me. L’ intenzione viene da me, mentre lo stato viene dall’ Essere Superiore.

Pertanto, dobbiamo guardare a tutto ciò che ci viene dall’ Essere Superiore come una benedizione. Qualsiasi cosa che è venuta a noi è venuta perché arriva, senza dubbio, da Colui che è buono e fa del bene, e non c’ è nessun altro al di fuori di Lui. Devo trattare ogni stato come necessario per il percorso.

Se io continuo il cambiamento e l’ approfondimento allo studio, con il gruppo, e con l’intenzione, allora io non sono preoccupato per quello che ho ricevuto da Lui. Al contrario, è possibile che ogni volta che riceverò un trattamento duro (Gevurot) da Lui, avrò capito che proprio questo trattamento è quello che mi fa avanzare. Dopo tutto, è così che una persona seria è trattata, uno che si aspetta di fare progressi, a differenza di un bambino che viene trattato con tenerezza e nulla ci si aspetta da lui. Quindi, tutto dipende da: se sei o non sei un eroe ….

(Dalla seconda parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 15/12/10 , Lo Lo Zohar)

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I Kabbalisti sulla Kabbalah “Oggi”, Parte 7

Cari amici, per favore, fate delle domande su questi passaggi dei grandi kabbalisti. I commenti tra parentesi sono miei.

Un’ opportunità per la redenzione

Il giudaismo (una scienza sulla connessione con il Creatore, dalla parola Yichud – unione) deve presentare qualcosa di nuovo (nuove relazioni, la rivelazione del nuovo scopo della vita ed il Mondo Superiore) alle nazioni. Questo è ciò che sperano (inconsciamente) dal ritorno di Israele alla terra! (Per tanto, dopo aver visto che non sta succedendo, ci odiano ancora più di prima e reclamano che il nostro stato non è necessario).

Non è negli insegnamenti degli altri, nei quali non innoviamo mai, siamo sempre stati loro discepoli (siamo stati i primi a sviluppare quello che loro dovevano sviluppare). Anzi, è la saggezza della religione, la giustizia e la pace (quello che stanno aspettando da noi). In questo senso, la maggioranza delle nazioni sono nostri discepoli e questa saggezza è attribuita solo a noi (poiché il programma di correzione della natura dell’uomo ci è stato trasmesso).

Baal HaSulam, La Soluzione
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Lezione quotidiana di Kabbalah – 17.12.2010

Scritti di Rabash: Dargot HaSulam, Art. 876
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Dal Libro dello Zohar: Capitolo “Tzav” (Comando), Punto 162, Lezione 15
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Rav Yehuda Ashlag, Introduzione alla Saggezza della Kabbalah, Lez. 8
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Rav Yehuda Ashlag: Art. “La Libertà”, Lez. 9
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Quando cade il muro tra di noi

Tu stai rivelando il male che non ti fa entrare nel mondo spirituale come un muro che sta di fronte a te. Inoltre, non lo puoi fa cadere da solo, ma solo insieme.

Per fare questo, devi unirti a un gruppo, e questa è l’ unica azione che possiamo compiere liberamente. Trovandoci insieme siamo capaci si attrarre il potere del Creatore a noi e con esso buttare giù questo muro!

Adesso sono davanti a questo muro egoista, ma non sono più da solo; io sto in piedi come molti punti nel cuore connessi insieme e chiamati un “gruppo kabbalistico”.        Questa è una forza enorme che può facilmente abbattere il muro. Noi riveliamo il Creatore all’ interno del nostro collegamento perché senza il Creatore, noi siamo incapaci di collegarci!

Io lo chiedo al Creatore e lui mi collega con gli altri. Gli altri a loro volta chiedono la stessa cosa al Creatore ed anche loro vengono collegati. In questa maniera noi introduciamo la forza del Creatore tra di noi. Lavorando nella tua connessione con gli altri, tu stai praticamente preparando te stesso per un salto avanti.

Cosa significa che le persone di Israele uscirono dall’ Egitto? Si unirono in tal modo che il muro è crollato; loro s’ innalzarono al disopra del loro egoismo. Questo è il significato di scappare dall’ Egitto.

Non ci sono dei muri all’ esterno. Il muro è rivelato in modo di farci vedere che non vogliamo unirci con gli altri; è la rivelazione del muro tra di noi. Adesso porta il Creatore in modo che Lui possa abbatterlo. Cioè, non c’è bisogno d’altro.

Dobbiamo continuare senza essere tanto intelligenti. Il nostro principale lavoro si svolge in occultamento, inconsciamente; questo è il periodo di preparazione. Perciò è molto importante seguire la metodologia perfino se non la comprendiamo, come un bambino che non capisce come cresce. Il muro è tra di noi e la nostra unica azione libera si dirige contro esso.

Uno può lavorare in questa preparazione anche se guarda le lezioni a casa o in TV perché la nostra connessione non è fisica; noi non ci colleghiamo con le manette o catene d’acciaio, ma soltanto con il desiderio interiore. La distanza non ha importanza, importano solamente il desiderio e la devozione per il traguardo.

Lo stesso muro che sentiamo adesso tra di noi diventerà colla e ci unirà insieme alla fine. Lo stesso Faraone che sta tra di noi diventerà il Creatore. Questo significa che noi fuggiamo dal Faraone e veniamo alla rivelazione del Creatore.

Non ci spostiamo da nessuna parte; tutto questo viene fatto all’ interno del gruppo, ma invece di sentire la rottura ed il rifiuto, noi riveliamo la colla e la connessione. Questo è semplicemente un problema psicologico che supereremo e tutt’ un tratto la difficoltà diventerà il potere della connessione, l’ angelo della morte diventerà l’ angelo della santità, e la tomba diventerà il grembo materno.
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Rabbi Shimon: Un uomo invisibile

Il Libro dello Zohar è rimasto nascosto per molte generazioni e addirittura era proibito guardarlo. Gli stessi kabbalisti avevano diffuso questo divieto.

Il mistero ivi racchiuso è luce che ritorna alla sorgente; ma pervenire a questa luce si può solamente sfondando lo scudo di difesa postovi da Rabbi Abba, che ha scritto questo testo.

Quando i kabbalisti scrivono dei libri, si esprimono in modo tale che il contenuto viene nascosto da un rivestimento, attraverso il quale noi dobbiamo penetrare. Una lettera è già un’ apertura, ma aprendo di una spanna, essi la rinchiudono doppiamente.

Essi, nascondendo il contenuto, ci aiutano, permettendo ch’ esso ci venga incontro in modo tale, che noi possiamo almeno sfiorare questo mistero. Infatti, se non fosse nascosto, non potremmo percepire assolutamente niente.

E’ proprio come un uomo invisibile, che non si può vedere finché non è vestito. Ma appena si mette addosso qualcosa si può notare.

Ossia, quello che ha fatto Rabbi Abba, nascondendo Rabbi Shimon, ci aiuta ad avvicinarci a questo mistero! Ma d’ altra parte ci da modo di lavorare. Se tu riesci a superare questo rivestimento, allora arrivi a Rabbi Shimon.

Rabbi Shimon ci porta la rivelazione dall’ alto in basso, e perciò si deve nascondere. Egli la vuole dare a tutti, ma non può, perché non siamo pronti a riceverla. E perciò piange. (Il pianto è simbolo di uno stato ridotto).

Tutto questo enorme sistema che si chiama RASHBI (Rabbi Shimon Bar Yohai) non è un uomo, ma un alto sistema che doveva ridursi (significato del pianto), perché sotto non erano in grado di ricevere nulla da lui.

E com’era possibile per lui adattarsi a divenire talmente minimo da poter comunicare con gl’ inferiori: come passare un enorme tubo attraverso la cruna d’ un ago? A questo punto si aggiunge un altro sistema che si chiama Rabbi Abba, un’ anima assai particolare, in grado di diventare un adattatore e collegare noi con Rabbi Shimon.

Allora la luce di RASHBI si rivela attraverso il particolare sistema di Rabbi Abba, che arriva a noi nell’ aspetto del libro dello “Zohar“. Esso si chiama così dal nome della sorgente dalla quale sgorga la sua luce (Zohar significa altissimo splendore), luce dell’Infinito, o luce del capo di Arich Anpin.
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(Da una lezione sull’articolo “La serva che ha ereditato dalla padrona” – 14.12.2010)

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