La partitura della Torà

Domanda: Perché nella Torà è come se tutto esistesse separatamente: Esaù isolatamente, isolatamente Giacobbe, Giacobbe lotta con Esaù…?

Risposta: Tempo addietro mi è capitato anche di occuparmi di musica. Cosa vedi, se guardi le note? Vedi ciò che dovrà essere eseguito. Vi sono dei segni: battute, note, pause, piano, forte…. Tutto questo è segnato per chi dovrà eseguirlo.

Io apro la Torà. Dentro c’è scritto: Giacobbe, Esaù, Israel, Sem, Beniamino, Dina….
Di cosa si tratta? Si tratta di note che io dovrò eseguire. Note che sono le mie facoltà interiori, forze che esistono in me, che si chiamano angeli.

Gli angeli sono forze della natura che mi sono state date dal Creatore affinché, col loro aiuto, possa organizzarmi e divenire simile a Lui. Perché devo fare questo? Perché, grazie a tutto ciò, potrò diventare indipendente, acquisirò veramente lo stato del Creatore.

Perciò la Torà si definisce: e luce, e istruzioni. Io leggo queste istruzioni e lavoro in conformità ad esse. Giacobbe, Esaù, Dina, Sem, l’asino, sono tutte forze della mia anima, e la Torà mi racconta cosa ne devo fare.

Essa mi descrive tutti quei processi che dovrò eseguire concordemente ai suoi personaggi, che sono correlati alle nostre interiori qualità, ai nostri desideri.

Quando leggo, sento letteralmente come tutte queste qualità dentro di me s’ intrecciano, attraversano tutte le trasformazioni possibili, come sto lavorando con loro, come le devo riunire, e dove dovrò, alla fine, arrivare.

Guardo il testo come tu guardi le note sulle quali potrai cantare o suonare, anche adesso, senza strumento, sulle tue corde interiori.

Solamente così noi dobbiamo intendere la Torà, e solamente per questo scopo ci è stata donata.
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