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Global Yeshivat Haverim – 12.12.2010

Global Yeshivat Haverim
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Una sorpresa legittima

“Dargot Sulam” Rabash art.545 “Gli sforzi e “la trovata”: “E’ detto: Chi cerca trova! Credici! Come sono collegati lo sforzo e il risultato? Infatti ciò che si trova è completamente inaspettato”.

Il mondo superiore mi si svela come “una trovata”: io desideravo ricevere qualcosa di particolare e all’ improvviso mi ritrovo un’ altra cosa, improvvisamente.

Per anni ho scavato in profondità, contando su una certa ricompensa. Perché ora la paga si trasforma in una “trovata”?

Fatto è che io miravo allo scopo basandomi sul mio proprio giudizio e sentimento. Ma proseguendo, con il tempo sono cambiato, con l’ aiuto della luce che ritornava alla Fonte.

Essa mi ha fornito un nuovo giudizio e un nuovo sentire, e proprio con loro concorda la “trovata”, mai supposta da me in precedenza.

Ricevo ciò che non mi sarei mai aspettato prima. Invece di una “retribuzione regolare” trovo un’ altra cosa, che si accorda perfettamente col mio nuovo stato, sul nuovo gradino.

Nel nostro mondo pretendiamo il compenso concordato, ma lungo il cammino spirituale, le promesse egoistiche perdono il loro valore, e sul nuovo gradino ci aspetta una “trovata” di tutt’ altro genere.

(Da una lezione su di un articolo del Rabash 10.12.2010)

Lezione virtuale – Nozioni di base di Kabbalah – 12.12.2010

Lezione virtuale – Nozioni di base di Kabbalah
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Lezione per ragazzi – 12.12.2010

Lezione per ragazzi
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I Kabalisti sulla Kabbalah “Oggi”, Parte 2

Cari amici, per favore, fate delle domande su questi passaggi degli scritti dei grandi kabbalisti. I commenti tra parentesi sono miei.

La prova che la nostra generazione è arrivata ai Giorni del Messia:

E chi sa meglio che io non merito per niente di essere neppure un messaggero e di scrivere per la rivelazione di tali segreti e molto meno di capirli dalla loro radice. E perché il Creatore ha fatto si che lo facessi? Solo perché la generazione lo merita, poiché è l’ ultima generazione, quella che si trova sulla soglia della redenzione totale. E per questo motivo è meritevole di cominciare ad ascoltare la voce dello Shofar del Messia, che è la rivelazione dei segreti, come è stato precedentemente spiegato.

-Baal HaSulam, Lo Shofar del Messia

Sono contento di essere stato creato in questa generazione, nella quale si può già pubblicare la saggezza della verità. E se mi chiedono, come sai che è già permesso? Risponderò loro, perché mi è stato dato il permesso di rivelarla; cioè, fino ad ora non sono state rivelate a nessun maestro le strade mediante le quali gli è permesso di trattare in pubblico.

E questo è quello che mi ha dato il Creatore in tutta la sua estensione. Poiché è nostro costume che questo non dipenda dalla grandezza del maestro stesso, ma dalla situazione della generazione, in base al detto “Era meritevole il piccolo Shmuel, ecc … solo che la sua generazione non era degna di questo”, è per questo che ho detto di aver ottenuto il potere di rivelare la saggezza a causa della mia generazione.

-Baal HaSulam, L’insegnamento della saggezza della Kabbalah e la sua essenza
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Materiale correlato:

Laitman blog: I Kabbalisti sulla “Kabbalah – Oggi”

Dai te stesso agli amici senza lasciar fuori nulla

Scrivere e imparare ciò che l’ intenzione deve essere durante la lezione: per unire l’ uno con l’ altro come un uomo con un solo cuore, all’ interno del sistema della nostra interconnessione chiamata “garanzia mutua. Da un lato, ogni persona sente se stessa, dall’ altra, sopra questa sensazione, sente un forte legame con gli altri che è incapace di eseguire anche un solo movimento in libertà. È così la devozione che una persona deve avere per il gruppo.

È come se io fossi intrecciato in una ragnatela attraverso la quale tutti i miei segnali in entrata e in uscita passano. Io non ho niente di mio nella mente o nel cuore. C’ è solo un punto rimasto che anela costantemente verso questa rete con tutta la sua forza, che desidera darsi ad essa.

Questo è un auto-rigetto. Per il grado mi dono agli altri, la Luce Superiore mi influenza e mi fa essere parte della rete comune. Allora mi sento come se da un lato fossi dedicato ad essa, e dall’ altra parte, tutto è mio.

E’ come una madre che dà tutta se stessa per il bambino ed entrambi sentono che il bambino le appartiene. Uno non esiste senza l’ altro. Si dice su questo nel Cantico dei Cantici: “Io sono per il mio diletto e il mio diletto è per me.” E ‘così che dobbiamo lavorare.
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(Dalla prima parte della lezione quotidiana 9/12/10 Kabbalah , lo Zohar)

Materiale correlato:

Laitman blog: Il mio contributo
Laitman blog: Quando il mondo è compresso in un punto

Lezione quotidiana di Kabbalah – 12.12.2010

Il Libro dello Zohar: Art. “La madre presta i suoi vestiti alla figlia”, Punto 21, Lez.3
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Il Libro dello Zohar: Introduzione “Le Lettere di Rabbi Amnon Saba”, Punto 22, Lez. 1
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Talmud Eser Sefirot, Parte 8, Punto 20, Lezione 9
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Beit Shaar Ha-Kavanot, Punto 72, Lez. 36
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Baal HaSulam, Art. “Una serva che è l’erede della sua padrona”, Lezione 4
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La partitura della Torà

Domanda: Perché nella Torà è come se tutto esistesse separatamente: Esaù isolatamente, isolatamente Giacobbe, Giacobbe lotta con Esaù…?

Risposta: Tempo addietro mi è capitato anche di occuparmi di musica. Cosa vedi, se guardi le note? Vedi ciò che dovrà essere eseguito. Vi sono dei segni: battute, note, pause, piano, forte…. Tutto questo è segnato per chi dovrà eseguirlo.

Io apro la Torà. Dentro c’è scritto: Giacobbe, Esaù, Israel, Sem, Beniamino, Dina….
Di cosa si tratta? Si tratta di note che io dovrò eseguire. Note che sono le mie facoltà interiori, forze che esistono in me, che si chiamano angeli.

Gli angeli sono forze della natura che mi sono state date dal Creatore affinché, col loro aiuto, possa organizzarmi e divenire simile a Lui. Perché devo fare questo? Perché, grazie a tutto ciò, potrò diventare indipendente, acquisirò veramente lo stato del Creatore.

Perciò la Torà si definisce: e luce, e istruzioni. Io leggo queste istruzioni e lavoro in conformità ad esse. Giacobbe, Esaù, Dina, Sem, l’asino, sono tutte forze della mia anima, e la Torà mi racconta cosa ne devo fare.

Essa mi descrive tutti quei processi che dovrò eseguire concordemente ai suoi personaggi, che sono correlati alle nostre interiori qualità, ai nostri desideri.

Quando leggo, sento letteralmente come tutte queste qualità dentro di me s’ intrecciano, attraversano tutte le trasformazioni possibili, come sto lavorando con loro, come le devo riunire, e dove dovrò, alla fine, arrivare.

Guardo il testo come tu guardi le note sulle quali potrai cantare o suonare, anche adesso, senza strumento, sulle tue corde interiori.

Solamente così noi dobbiamo intendere la Torà, e solamente per questo scopo ci è stata donata.
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