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Non ci sono Idoli

Domanda: Quando leggiamo Lo Zohar, cerchiamo di immaginare qualcosa che per adesso non possiamo percepire: l’ anima generale di Adam HaRishon e l’ unità? Questo implica che stiamo trasgredendo la legge della Torà “creando un idolo”?

Risposta: Non è così, io non disegno nessuna immagine materiale di questo mondo. Desidero semplicemente sentire una connessione con gli altri. Nel frattempo, disegno questa connessione nella mia immaginazione limitata e per tanto sembro avere relazioni convenzionali; essendo però descritto come un sentimento, un desiderio, e non un’ immagine materiale, a prescindere dall’ essere egoista; stiamo cercando di attrarre più vicino la forma spirituale. Una persona costruisce se stessa da quello che ha.

Dobbiamo cercare di rivelare la tua connessione con gli altri. Esiste già, è solo nascosta da te. Cerchiamo di trovare questa connessione attraverso l’ oscurità e la nebbia e speriamo che Lo Zohar alzi il velo che sta coprendo i nostri sentimenti e riveliamo la vera immagine.

Vedrò questa immagine con il mio cuore e non con i miei occhi. Allora sentirò veramente tutto quello che il Libro dello Zohar descrive. Adesso io non so esattamente come sarà, però avrà certamente la forma delle interconnessioni.

Dopotutto, non esiste niente a parte i tipi di interconnessioni tra le parti del desiderio spirituale, che è chiamato “anima”. La Luce di NRNHY corre tra i desideri. In ultima istanza, la Luce è il Creatore.
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(Dalla prima parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 23 Novembre 2010, Hakdama, BeLaila De Kala – La Notte della Sposa)

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Nel centro di tutti i cerchi e alla fine della linea

Domanda: Qual è il lavoro interiore nel gruppo tra i cerchi (Igulim) e la “linea retta” (Yosher)?

Risposta: Prima ero soddisfatto del successo nel mondo materiale, ma all’ improvviso ho sentito che qualcosa mancava nella mia vita ed ho cominciato a cercare un luogo nel quale mi sentissi meglio. Grazie a questa sensazione sono arrivato alla scienza della Kabbalah, ma chi è stato a spingermi ad essa?

Le mie domande si chiamano, “il desiderio per il riempimento” (Chissaron). Io (il “mio punto nel cuore”) esistevo in qualche luogo “rotondo” ed all’ improvviso mi sono sentito male. In altre parole, emerse una certa tensione tra il mio ambiente e me, una differenza, una “delta”. Ho sentito questa delta (differenza) come il male, poiché ero tormentato dalla domanda “Perché sto vivendo?”, “Perché non sento soddisfazione ed equilibrio?”.

Da questa sensazione, la Luce Circostante cominciò ad influenzarmi ed a muovermi, dato che la conservazione dell’equilibrio è una legge della natura. La Luce Circostante è ciò che mi sta spingendo ad uno stato di equilibrio.

Io avevo cominciato a muovermi e ci fu un passaggio dentro il mio successivo stato; cominciai a cercare le risposte in quello che viene chiamato misticismo, successivamente arrivai ad una certa filosofia e finalmente arrivai al centro del cerchio: la scienza della Kabbalah.

Allora, chi mi ha portato lungo tutto questo cammino? È la Luce Circostante! Io sono sempre esistito in essa, solo che non sempre me ne sono reso conto. Così sono passato attraverso il primo, il secondo, il terzo ed il quarto stato.

Nel secondo stato, ero più tranquillo rispetto alla Luce Circostante perché sentivo meno pressione rispetto al primo stato. Però, dopo aver trascorso un certo tempo in questo stato, sono stato influenzato dalla Luce Circostante ed ho cominciato a sentire che questo stato non era molto buono. Vale a dire, era aumentata la mia sensibilità alla Luce Circostante che mi ha fatto sentire male un’altra volta! Ed ho cominciato a cercare di nuovo.

Pertanto, è la Luce che mi spinge in ogni momento. Essenzialmente, non faccio niente per conto mio, è la luce che lavora nel mio desiderio, fino quando non raggiungo lo stesso centro.

Nel centro c’è una qualità del tutto unica chiamata “gruppo”. In questo punto la Luce Circostante (Ohr Makif) e la Luce Interiore (Ohr Pnimì) smettono di influenzarmi totalmente.

Io esisto nel punto centrale di tutti i “cerchi” (Igulim) dove non funzionano ed anche alla fine della “linea” (Yosher) dove neppure funzionano. Allora, cosa faro?

È qui che ho bisogno di agire in maniera indipendente, perché mi trovo in un punto di libero arbitrio. Attualmente la Luce non agisce in me, ma aspetta. Nella misura in cui posso uscire da questo stato di equilibrio la Luce comincerà ad influenzarmi!

Mi connetto al gruppo e tutti i desideri aggiuntivi che ricevo mi elevano! Questi desideri appartengono alla linea perché li ho ricevuti dal gruppo.

Quando il mio desiderio cade dentro la linea, mi trovo ancora una volta sotto l’ influenza degli Igulim (dopotutto, ancora non ho uno schermo, Masach e non appartengo a Yosher) ed ancora una volta sento una differenza tra i cerchi e me. Questo porta la Luce Circostante ad influenzarmi. Non è la Luce generale, ma una che appartiene alla Luce perché ho ricevuto il mio desiderio dal gruppo, che è la linea. Questa Luce Circostante nella linea desidera elevarmi, affinché io ed essa siamo in equilibrio. In questo radica la Segulà (rimedio), il potere miracoloso della Torà, perché questa luce mi influenza e mi eleva in questo “tubo” diretto. Mi elevo a causa della Luce Circostante, ma questa Luce mi influenza nella misura in cui attualizzo il mio libero arbitrio nel gruppo, connettendomi ad esso nello studio collettivo.

Di questo si occupa tutto il nostro lavoro! Baal HaSulam spiega nel libro Beit Shaar HaKavanot, che è il fondamento di tutte le nostre intenzioni per raggiungere la dazione. Pertanto, posso solo ascendere “nella linea” con l’ aiuto di una forza aggiuntiva che ho ricevuto dal gruppo. In accordo al desiderio ricevuto dal gruppo, l’ impressione dell’importanza della meta, la grandezza del Creatore e la meschinità del mio stesso ego, la Luce Circostante comincia ad influenzarmi.
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(Dalla terza parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 14 Novembre 2010 – Rav Yehuda Ashlag, Beit Shaar HaKavanot)

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L’ “io” ha due facce

Domanda: Come possiamo riassumere l’ aspirazione per la spiritualità dopo il congresso?

Risposta: Nel congresso avete sentito un ostacolo che sta entrando nel vostro cammino – il Faraone. Questa è stata la prima volta che lo avete incontrato e avete capito che le dieci piaghe sono: Vogliamo ottenere la connessione con gli altri, ma veniamo spinti indietro.

Adesso abbiamo bisogno di capire che in risposta al colpo che abbiamo ricevuto, dobbiamo sviluppare il nostro desiderio uguale alla forza di rifiuto. Questo arriva solamente attraverso l’unità con gli amici durante lo studio, dove il nostro studio diventa uno strumento per l’unità dei desideri.

Abbiamo già una deficienza e impressione dall’incontro con l’ egoismo (Faraone), l’ egoismo che mi separa dalla spiritualità. È come se io letteralmente colpissi un muro che si trova tra di me e il Mondo Superiore, e questo muro è una potente forza negativa che mi ha spinto indietro.

Ho ricevuto un colpo, e io devo discernere che io sono egoista, e se io sono capace di innalzarmi da questo colpo attraverso la fede oltre la ragione e sviluppare una forza opposta, allora io avanzerò in questa struttura, nel muro.

Dopo arriverà un altro colpo, e cosi via, ed è cosi che io passerò il Machsom (la barriera che ci separa dalla spiritualità), che ha cinque livelli di profondità (Aviut) o dieci sefirot, come qualsiasi altro fenomeno nella spiritualità.

Abbiamo già iniziato questo attacco e sarà sempre più chiaro per noi cosa dobbiamo ottenere e contro cosa dobbiamo lottare. Adesso devo capire lo sconforto, dolore, il colpo, ed il rifiuto in me, ed invece di relazionarli a me, relazionarli al Faraone che c’è dentro di me.

Quando sono unito al gruppo, questo colpo non mi ferisce, io sono sopra il rifiuto e delusione. Questo mi aiuta a distinguere i due “io“ che lottano verso il Creatore ed il Faraone (l’ ”io” in me).

Ma cosa dovrei fare della disillusione e sconforto? Chiedere aiuto al Creatore! Finalmente ho bisogno di Lui adesso, non prima. Prima pensavamo che potevamo ottenere l’unità con il gruppo, la garanzia mutua, e la rivelazione per conto nostro.

Non accettavamo il Creatore come la terza forza principale che fa l’ intero lavoro. È cosi che viene chiamato: Il lavoro del Creatore (Avodat Hashem). Noi soltanto lo evochiamo.
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Lezione quotidiana di Kabbalah – 09.12.2010

Il Libro dello Zohar: Art. “La madre presta i suoi vestiti alla figlia”, Punto 18, Lez.2
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Talmud Eser Sefirot, Parte 8, Punto 18, Lezione 8
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Beit Shaar Ha-Kavanot, Punto 71, Lez. 35
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Baal HaSulam, Art. “Una serva che è l’erede della sua padrona”, Lezione 3
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Metti in moto il tuo “Collaider” interno

“Qual’è lo scopo della creazione? Perché viviamo? Perché la vita sulla Terra?” Questi interrogativi hanno interessato l’ umanità da sempre, ma in particolar modo interessano la nostra generazione. Anche se sentiamo parlare spesso di altre forme di vita nell’ Universo, in sostanza ci accorgiamo di essere soli.

Siamo veramente soli in questo enorme sistema, e in nessun modo riusciamo a capire che viviamo su questa sfera terrestre in condizioni assai speciali, che hanno anche contribuito al nascere della vita su di essa, e trattasi qui di cosa assai complicata.

Anche per il nascere fella forma fisica della vita era necessaria una gran quantità di energie e un insieme di condizioni tali da permettere il suo formarsi, senza poi parlare dello stato dal quale doveva svilupparsi la vita nel mondo spirituale.

Tutte queste cose hanno sempre stupito delle grandi menti fra gli uomini di tutte le generazioni: Com’ è successo tutto ciò e perché? Quale necessità c’ era nella “Natura” o nelle forze superiori di creare tutto, e proprio in questa forma?

E se non ci fossero stati i kaballisti che hanno veramente scoperto il mondo spirituale e raggiunto quello stesso punto dove ha avuto origine la vita, noi ora non sapremmo niente.

Sappiamo che in Svizzera ci sono dei fisici che, facendo degli esperimenti con il “Collaider“, vogliono raggiungere quel punto dal quale è incominciato il “Big-Bang“.

Ossia, vogliono riprodurre quella scintilla della luce che è sprofondata in questo mondo, portando con sè tutta la materia che poi in esso ha preso forma.

Ma i kabbalisti hanno già superato i limiti del nostro mondo ed hanno percorso tutto il cammino, dall’ inizio della creazione del mondo spirituale fino all’ultima riparazione, e ci hanno messo al corrente di tutto quello che è avvenuto. Tutto questo si trova nel libro dell’ Ari “L’ Albero della Vita”.

I kabbalisti che hanno raggiunto il mondo spirituale, ci raccontano come la forza superiore che ha creato il tutto, ha agito secondo i programmi e decisioni che si chiamano “Il Progetto della Creazione“.

Essi ci spiegano che esiste Azmuto (Essenza del Creatore), del quale non parliamo perché non si può concepire.

Solamente riusciamo ad afferrare le azioni che da Lui derivano e che vengono chiamate Progetto della Creazione, concetto o programma. Questo programma passa tramite noi e si manifesta in noi, siccome siamo noi il risultato delle sue azioni.

Da un lato, dicono i kabbalisti, questo programma viene solamente eseguito da noi, ma dall’altro ne siamo non solamente gerenti di alcune parti, ma possiamo capirlo, sentirlo, collegarci ad esso ed anche prenderne parte, in quanto questa Forza inconcepibile vuole che noi diventiamo Suoi partners.

Per ottenere tutto ciò, metti in moto il tuo “Collaider” interno, che ti porta direttamente all’ inizio dell’ universo. E tramite l’ inizio dell’ universo, ritornerai nel mondo spirituale.

E dal mondo spirituale inferiore di Asia, ti solleverai ai mondi di Iezirà, Brià, Azilut, Adam Kadmon e Mondo dell’ Infinito. E quando ti riunirai al Mondo dell’ Infinito, troverai la comprensione totale, il sentire e il comprendere che vanno oltre lo spazio e il tempo.

Solamente unendoci tutti assieme, come un solo uomo, con un solo desiderio, potremo ottenere tutto questo.
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(Dalla lezione “Kabbalàh per il Popolo” del 16.11.2010)

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