Baal HaSulam, “Questo è per Judah”

Dall’articolo di Baal HaSulam, “Questo è per Judah

Questo pane, che i nostri padri hanno mangiato in terra di Egitto. Il Mitzva di mangiare Matza è stato dato ai figli di israele perfino prima che partissero dall’ Egitto, pensando al futuro esodo,che sarebbe stato in odio. Anche noi siamo come se fossimo schiavizzati all’ estero. Anche noi con questo Mitzva tendiamo ad estendere la redenzione che succederà presto ai nostri giorni, proprio come i nostri padri mangiarono in Egitto.

Noi eravamo schiavi…”Inizia con denuncia e finisce in lode” Riguardando la denuncia inizia con le parole “all’ inizio i nostri padri erano adoratori di idoli” o con “Noi eravamo schiavi” che è d’ accordo con la Halakha.

La ragione per “inizia con denuncia e finisce in lode” è, com’è scritto, “come la luce primeggia sull’ oscurità”. E per questo “un puledro d’asino selvaggio è nato uomo”. E alla fine acquista la forma di uomo. Anche questo c’ era nelle radici della nazione Israelita.

La ragione di questo è che il Creatore ha fatto venir fuori la creazione, esistenza dall’ assenza. Perciò, non esiste una singola creazione che non sia stata previamente in assenza. Tuttavia, questa assenza ha una forma distinta nei livelli inanimato, vegetativo, animato e parlante della creazione.

Noi troviamo che l’ inizio dell’ inanimato è necessariamente completa assenza. Tuttavia,  l’inizio del vegetativo è proprio il suo livello primario: semina e decomposizione. È anche la stessa cosa con l’ assenza dell’ animato ed il parlante: la forma vegetativa è considerata assenza, con rispetto all’ animata; e la forma animata è considerata assenza con rispetto al parlante.

Ed è per questo che è scritto “un puledro d’ asino selvaggio è nato uomo”, dato che è necessario per tutte le persone iniziare nello stato di bestie. E lo scritto dice “Oh Dio, proteggi uomo e bestia” E come bestia gli sia dato tutto quello di cui ha bisogno per il suo sostentamento e riempimento.

Il che è un vantaggio dell’ uomo sulla bestia dalla prospettiva della preparazione. Infatti, questo si discerne nei loro desideri, dato che la salvezza dell’ uomo fatta da Dio differisce dalla salvezza delle bestie fatta da Dio.

L’ unico bisogno nei desideri dell’uomo, che non esiste in altre specie animate, è il risveglio verso il Dvekut (adesione) Divino. Ne segue che tutto il tema della presenza nelle specie umane è nella preparazione impostata in lui per implorare il Suo lavoro, ed in questo è superiore alla bestia. E molti hanno già detto che anche perfino l’intelligenza nell’ abilità ed in condotta politica è presente, con grande saggezza, in molti elementi del mondo animale.

Ne consegue che noi possiamo comprendere il fatto dell’ assenza che precede l’ esistenza dell’uomo come la negazione del desiderio della prossimità di Dio, dato che uno si trova nel livello animato. Adesso comprendiamo le parole della frase che dice “Inizia con la denuncia e finisce in lode”. Questo significa che dobbiamo ricordare e ricercare l’assenza che precede la nostra esistenza in maniera positiva, perché questa è la denuncia che precede la lode, perché grazie a questo comprenderemo la lode più in profondità.

Questo è anche il significato dei nostri esili, esilio dopo esilio, che precede le quattro redenzioni, redenzione dopo redenzione, fino alla quarta redenzione, che è la completa perfezione che noi desideriamo presto nei nostri giorni.

Esilio si riferisce a “assenza che precede la presenza” che é redenzione. Perciò, tutte le lettere della redenzione (Ge’ula) sono presenti in esilio (Galut) ad eccezione dell’ Aleph, dato che questa lettera significa “Aluph (Campione) del mondo”. Questo ci insegna che dalla forma dell’assenza è la negazione della presenza.

E noi sappiamo dalla presenza – redenzione – dal verso “e loro non dovranno insegnare tutti gli uomini loro vicini…perché loro conosceranno Me, dal più basso al più grande di loro”. Per cui, la forma dell’assenza precedente, significando la forma dell’esilio, è solamente l’assenza della conoscenza di Dio. Questa è l’assenza dell’Aleph, che manca nell’esilio, ed è presente nella redenzione – il Dvekut con il “Campione del mondo”.

L’ assenza in se è quello che prepara alla presenza attribuita ad essa. Noi vediamo che nel concetto di libertà, che è un concetto sublime, solo pochi scelti possono percepirlo, anche se l’ultimo di tutte le persone non tollererebbe la schiavitù.

Noi iniziamo con denuncia, in modo che attraverso la salvezza saremmo pienamente apprezzati. Perciò, noi dobbiamo iniziare non dal tempo di Terah, ma dall’Egitto, dove il Suo amore e lavoro era già piantato in pochi della nazione. Inoltre, in addizione la difficoltà della schiavitù in Egitto non è un deficienza in se nella vita della nazione chiamata “Adam”.

L’ assenza prepara la presenza, è considerata una parte della Sua salvezza, e dovrebbe anche incontrarsi con gratitudine. Allora, non dobbiamo iniziare con “all’inizio i nostri padri erano adoratori di idoli”, dato che questo tempo non è considerato nemmeno come “assenza che precede la presenza”. Questo è cosi perché loro sono completamente sprovvisti del tipo di presenza umana, dato che erano completamente staccati dal Suo amore, come un neutro, che è privo d’ amore.

Perciò, noi iniziamo dalla schiavitù in Egitto, quando le scintille del Suo amore bruciavano nei loro cuori, fino ad un certo grado, ma a causa dell’ impazienza e del duro lavoro, è stata spenta ogni giorno. Questo è considerato “assenza che precede la presenza”.

Il concetto della libertà della nazione nella conoscenza di Dio, è un concetto molto alto, che solo in pochi possono comprendere, ed anche cosi necessita di preparazioni appropriate. Viceversa, percepire le avversità della schiavitù è chiaro per tutti.
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