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Torah, Porzione Settimanale – 02.12.2010

Il Libro dello Zohar, Porzione Settimanale “Miketz”, Brani selezionati
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Domande dopo il Congresso

Domanda: Nel secondo giorno del Congresso, ho cominciato a sentire che tutte le persone, tutti i “punti” erano in me e sentendoli come parte di me, posso davvero amarli come me stesso. È corretto percepire tutto il gruppo dentro di me?

Risposta: E’ proprio la maniera in cui comincia a formarsi il luogo dove più tardi, l’attributo della dazione, chiamato il Creatore, si rivela.

Domanda: Sono stato testimone di come durante il Congresso, le persone erano completamente devote al lavoro. Abbiamo davvero bisogno di queste azioni esterne? Forse in realtà ci distraggono dalla meta? Dopotutto, non sono esse vagamente relazionate alla verità?

Risposta: E’ possibile, dobbiamo distribuire compiti più provvisori, ma non c’è dubbio che dobbiamo del tutto servirci da soli.

Domanda: Supponiamo che cominciamo ad odiare gli amici; come distinguiamo da questo, che chiameremo “divino” odio che ostruisce la connessione dei vasi frammentati, il semplice odio causato dal carattere sgradevole o dall’incapacità mentale?

Risposta: Si, con il fine di rivelare il Creatore, una persona fa degli sforzi per connettersi con gli amici, di seguito, uno sforzo comune e forte espone l’odio verso l’obbligo di unirsi. Lo Zohar parla anche di questo; ma se una persona non compie uno sforzo per cercare di unirsi, non sentirà un vero odio.
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I Kabbalisti sullo Studio della Kabbalah, Parte 7

Cari amici, per favore, fate le vostre domande sui passaggi degli scritti dei grandi kabbalisti. I commenti tra parentesi sono miei.

Riguardo all’obbligo che ogni persona ha di studiare la Saggezza della Kabbalah

Tuttavia, la comprensione della parola “spiritualità” non appartiene alla filosofia. Perché, come possono portare a discussione qualcosa che mai hanno visto o sentito? E su cosa si basano i loro fondamenti? (Le loro opinioni riguardo alla spiritualità).

A meno che, se esiste qualche definizione per differenziare e dividere tra la spiritualità e la corporalità, ciò corrisponde solo a coloro che hanno raggiunto qualche volta qualcosa di spirituale e lo hanno sentito. E loro sono veri Kabbalisti, ed e per questo che noi abbiamo bisogno della saggezza della Kabbalah.

-Baal HaSulam, La Saggezza della Kabbalah e la filosofia

La redenzione spirituale è possibile solamente studiando la Saggezza della Kabbalah (perché solo lo studio della Kabbalah, lo studio delle azioni della Luce Superiore sul desiderio può attrarre la sua influenza su di noi. E questa è la nostra unica opportunità di cambiare, di ascendere al Mondo Superiore e di rivelare il Creatore).

-Vilna Gaon, Even Shlema, Parte 11, 3

Cambiando te stesso, tu cambi la realtà

Il punto nel cuore, che non ha alcuna forma o direzione, è simile alle mie cellule spirituali “staminali”, da cui posso liberamente costruire me. Questo è la fine della corda generata per me dallo stato finale che devo raggiungere. La messa a terra di esso, posso ora costruire tutto il resto intorno, esercitando il mio libero arbitrio.

Tutta la realtà è divisa in me e il mondo esterno. E se io so come usare correttamente la realtà esterna, posso cambiare me stesso, realizzando così il mio libero arbitrio. La libertà risiede esclusivamente nella capacità di cambiare se stessi e non il mondo! Il mondo è solo l’impronta delle mie proprietà.

Ho solo bisogno di sapere come correggere le mie proprietà, come modificare la combinazione di queste qualità iniziali, naturali in me. Per fare questo, mi sono dato un “Kli” (strumento), una leva, una “gru” che posso utilizzare per capovolgermi e sollevarmi! Allora, l’intera realtà cambierà. Vedo che tutto è diverso ora, come se io fossi nato in un nuovo mondo.

Così, si sostituisce la mia vista della realtà o la realtà stessa? Io cambio la realtà! Dopo tutto, la realtà è ciò che si trova dentro la mia percezione.
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Tutti i mondi in uno spiedo

Tutti i mondi: Azilut, Brià, Iezirà, Asià, e anche il nostro mondo possiedono una stessa struttura, come impronte l’uno dell’altro. Solo che nel nostro mondo questo noi non lo percepiamo.

Incominciando colla scissione dei mondi e la fusione di Binà e Malkhut, parzuf SAG serve da impronta, da matrice, stampando secondo la propria forma Binà, unita a Malkhut, in tutto il materiale, a tutti i livelli: Azilut, Brià, Iezirà, Asià e il nostro mondo.

Al di sopra della testa del mondo Azilut si trova la radice di tutti i mondi, perché lo stesso SAG è in rapporto colla Prima Contrazione (Tzimztum Alef) e la sua influenza non arriva fino ai mondi della Seconda Contrazione (Tzimztum Bet) direttamente, ma solamente tramite “Searot” (strettissimi canali capillari).

E dalla testa del mondo di Azilut questi fili fanno scendere la sostanza, come una proiezione, fino al nostro mondo, ripetendo la stessa struttura, infilzando tutto nello stesso perno, come in uno spiedo. Perciò tutti i mondi diffondono i raggi parallelamente dall’alto in basso.

(Azilut, Brià, Iezirà, Asià)

Ma tutto ciò si riferisce solamente alla loro struttura, non al loro comportamento! La regola del comportamento corrisponde in ogni mondo al proprio gradino, e perciò si differenziano. Il mondo Azilut è tutto donazione, e i mondi più bassi Brià, Iezirà, Asià e il nostro mondo, agiscono in base al loro livello.
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(Dalla llezione su “Beit Shaar a-Kavanot”, 01.12.2010)

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Lezione quotidiana di Kabbalah – 02.12.2010

Talmud Eser Sefirot, Punto 2, Lezione 3
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Beit Shaar Ha-Kavanot, Punto 62, Lez. 30
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Scritti di Rabash, Articolo: “Possente Roccia della mia Salvezza”
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L’inesauribile mezzo per l’avanzamento

Più forte ci uniamo, più scintille di dazione possiamo includere nella qualità di ricezione. Essenzialmente, lavorando all’unione, noi lavoriamo per unire queste qualità.

Non siamo capaci di lavorare con il desiderio del piacere nella sua forma pura. Quando ci avviciniamo ad esso, vediamo che non è inteso per lavorare per la dazione affatto. Allora cosa possiamo fare con esso, considerando che ha la natura opposta?

Si rivela che non abbiamo la possibilità di ricevere per amore della dazione e questo significa che non possiamo dare nessun piacere al Donatore. C’è una barriera tra il Creatore e la creazione, che blocca tutti gli sforzi della creazione per conseguire la dazione reciproca.

La nostra unica via è quella di unire le qualità. Come possiamo fare ciò? Dobbiamo elevare Malchut e includerla dentro la qualità di Bina.

Il nostro lavoro è costruito sullo stesso principio: una persona in relazione al gruppo è come Malchut in relazione a Bina. Diventando parte del gruppo, ci si annulla nello stesso modo come Malchut si annulla davanti a Bina.

Non è importante da che tipo di persone è formato il gruppo e se hanno già conseguito la qualità spirituale. Respingendo se stessa, una persona riceve la Luce Superiore attraverso essi. Non la riceve dalle loro qualità esterne, ma dalla loro essenza interiore che, in una certa considerazione, è già corretta.

Perciò, il gruppo è un’inesauribile mezzo, Bina pura. Con l’annullamento di me stesso, posso ricevere tutto attraverso esso. Se sono piccolo, riceverò una piccola influenza della Luce Circostante dal gruppo. Se sono grande, riceverò una grande Luce dal gruppo, che mi correggerà. Con la mia attitudine verso il gruppo, io determino che cosa è il gruppo per me.

Questo non dipende dagli amici. Essi possono essere totalmente nuovi alla Kabbalah, e allo stesso tempo inchinandomi al loro desiderio spirituale, mi addentro e mi sintonizzo dentro al loro stato corretto, anche se non hanno ancora iniziato a correggere se stessi.

Siamo già tutti nella nostra correzione finale e quindi con la mia attitudine verso gli amici posso risvegliare e ricevere una qualsiasi delle forme intermedie che mi conducono là. Tutto dipende da me, non da loro. Io stesso determino il livello su cui attiverò questa struttura chiamata “il gruppo”.

Allora, l’amore degli amici diventa l’amore del Creatore. La giusta attitudine verso di loro è la giusta attitudine verso di Lui. Non posso allontanarmi dagli amici e dare al Creatore qualcosa in più di ciò che do a loro.

Il gruppo è il mezzo che aiuta a “formare” se stesso, per dare a se stesso la forma della dazione. Con l’incanalamento dei miei desideri attraverso il gruppo, è come se li sintonizzassi e li dirigessi al Creatore nel modo giusto.