La porta dell’Inferno

Lo Zohar, “Introduzione a Lo Zohar. Capitolo: “BeLaila De Kala”(La notte della sposa), “Articolo 138: … e la colpa è diventata come un errore per lui, come è scritto,” Se il Signore non fosse venuto in mio aiuto, la mia anima avrebbe quasi dimorato con Dumah. “Ma il resto della gente deve aver paura che non sarà in grado di dirlo prima dell’angelo, che è stato un errore, e cadranno nelle mani di Dumah, all’inferno.

Quando riusciremo a correggere alcune parti del Malchut, un sottile filo resterà a collegare le parti che sono impossibili da correggere per noi. Noi dobbiamo “nutrirli” e permettere loro di rimanere in vita in modo che possiamo correggerli in seguito.

C’è sempre un “fermo” che ci tiene “legati” per egoismo. E ‘simile alla “porta dell’inferno” attraverso la quale siamo in grado di immergersi improvvisamente nell’intenzione egoistica. Questo avviene dove si nasconde un problema.

Siamo in grado di conservare lo schermo che ci impedisce di ottenere piacere per il nostro bene? Se non possiamo mantenerlo, le luci spariranno, e si rimarrà nel buio dell’”inferno.” Non abbiamo la possibilità di conservare una piccola porzione di egoismo senza aprire le porte e di garantire l’illuminazione minima che è di vitale necessità per la propria esistenza ?

Il Libro dello Zohar parla della possibilità di conseguire tale obiettivo. Stiamo correggendo i nostri errori, mentre il male intenzionale sarà corretto solo nell’ultima fase del nostro lavoro.
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(Dalla prima parte della lezione quotidiana di Kabbalah 21/11/10, “Hakdama, BeLaila De Kala” La notte della Sposa)

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