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I Kabbalisti sullo Studio della Kabbalah, Parte 1

Cari amici, per favore, fate le vostre domande su questi passaggi degli scritti dei grandi kabbalisti. I commenti tra parentesi sono miei.

Rispetto all’obbligo di ogni persona di studiare la Saggezza della Kabbalah

Lo studio della saggezza della Kabbalah è un obbligo assoluto per ogni persona (in altro modo non porterà a termine il suo scopo e vivrà la sua vita invano).

-Baal HaSulam, Introduzione al libro dalla Bocca di un Saggio

Il Creatore non sente soddisfazione del Suo mondo, eccetto quando le persone si occupano di questa saggezza (poiché con il suo aiuto lo rivelano). Ad ogni modo, l’uomo è stato creato solo per lo studio della saggezza della Kabbalah (poiché solo applicandola la persona consegue lo scopo della sua creazione).

-Rav Chaim Vital, Prefazione alla Porta delle Intenzioni

È un’assoluta (implicita) necessità (stabilita dall’Alto) che ogni persona di Israele, chiunque sia, si occupi dell’interiorità della Torà e dei suoi segreti (la Kabbalah). Senza questo, l’intenzione del Creatore non si compirà il lei.

-Baal HaSulam, Introduzione al libro dalla Bocca di un Saggio

La redenzione di Israele (dell’egoismo e quindi di tutti i suoi problemi) e l’ascensione di Israele (la sua indipendenza, la sicurezza ed il suo posto corretto tra le nazioni del mondo) dipende dallo studio dello Zohar e dell’interiorità della Torà.

-Baal HaSulam, Introduzione al Libro dello Zohar, Articolo 89
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Come diventare un Superuomo spirituale

Domanda: Invece di ricevere le forze del mondo superiore, mi sento, giorno dopo giorno, sempre più debole. Come diventare un “superuomo spirituale” che riesce a sollevarsi da questa situazione ?

Risposta: Prima di tutto bisogna partire dai fatti. E considerando i fatti non c’è di che spaventarsi, perché tutto questo ci viene offerto dal Creatore – secondo un procedimento tramite il quale dovremmo riuscire in qualche modo ad imparare qualcosa.

La luce superiore, agendo sulle nostre “reshimot“, crea in loro dei quadri che ci si presentano dinnanzi. Essa prende dei dati informativi (reshimot) e ce li proietta sul nostro schermo interiore, e noi ci veniamo a sentire in un certo stato d’animo.

Tutti questi stati d’animo dobbiamo necessariamente provarli durante il nostro cammino. E allora, dov’ è il problema? Il fatto che alle volte mi sento male, alle volte bene, e che non riesco ad essere completamente padrone di me stesso? Innanzitutto su di me domina la luce.

Adesso mi stanno spiegando come la luce agisce su di me. Ma chi sono io? Io sto solamente assistendo a questo lavoro. E perciò si chiama lavoro del Creatore. E noi lo stiamo osservando in disparte. Impara da esso cosa sta succedendo.

Forse non è troppo simpatico ch’ Egli lavori su di me ? Se io volgessi lo sguardo sul mio compagno che a volte piange, a volte è contento, a volte dorme, a volte si tormenta, – questo sarebbe normale, infatti io osserverei l’azione della luce su di un’altra persona. Ma non sono contento di vedere tutto questo accadere a me.

Da un lato ciò è vero. Dall’altro lato, se tu incominci ad identificarti con queste attività, col Creatore, se desideri approvarLo, allora non è così importante quello che ti succede. Tu ti identifichi con Chi lavora su di te, e consideri te stesso come materiale per il Suo lavoro.

Riesci a staccarti da questo materiale ? “Questo non sono per niente io. Se mi muovo, faccio questo o quello, penso e desidero, – tutto questo non sono io. Io identifico me stesso col Creatore, che fa di questo materiale ciò che desidera”. Allora già vedo me stesso in disparte.

Adesso sorge la domanda: Potrei io chiedere al Creatore di fare delle azioni per un altro scopo, secondo un’altra direzione, forse succederà, su, proviamo.

Ma quali azioni? A quale scopo? Mi ascolterà? Cosa vorrà fare? Non è che io abbia intenzione di chiedere qualcosa inutilmente. Se io già mi trovo in una tale situazione che, insieme a Lui, agisco contro il mio corpo, come Mosè col Creatore contro il Faraone, allora è meglio che gli chieda qualcosa che valga la pena. Allora incomincia già per l’uomo tutto questo processo.
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(Da una lezione sul Libro dello Zohar. Introduzione,25.11.2010).

Materiale correlato:

Laitman blog: Due uccelli ascoltarono un araldo
Laitman blog: Noi facciamo nascere il Creatore tra di noi

Lezione quotidiana di Kabbalah – 26.11.2010

Scritti di Rabash: Dargot HaSulam, Art. 268
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Dal Libro dello Zohar: Capitolo “Tzav” (Comando), Punto 128, Lez. 10
Video / Audio

Rav Yehuda Ashlag: Art. “La Libertà”, Lez. 7
Video / Audio

Un nuovo vicino

Il libro dello Zohar parla di come Zeir Anpin e Malchut si uniscono, come tutto diventa uno. Questo rende evidente che tutti dobbiamo mirare l’azione finale: dazione al creatore.

È difficile immaginare qualcosa al di fuori dei nostri desideri attuali. Tuttavia, la luce gradualmente impregna in noi questa necessità. Improvvisamente sento che sono richiamato al creatore. Non so perché, ma tutto d’un colpo voglio pensare a lui e dare a lui.

È come un vicino sconosciuto che si mostra, uno di cui non mi ero mai preoccupato prima e ora occupa tutti i miei pensieri. Un rapporto nei suoi confronti è risvegliato dentro di me, e siamo sempre connessi. Ancora e ancora, mi ricordo di lui.

Da dove proviene? Ne è venuto come risultato dei miei studi e dall’influenza dell’ambiente. Entrambi sono propri ovvero artificiali, un intenzione verso lo scopo, anche se siamo lontani dallo stato di visitarci. Questo è il modo in cui nasce l’intenzione di dare al creatore, un’intenzione che cerchiamo di realizzare in base ai gradi spirituali.
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