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Staccati dall’estraneo

La nostra riunione deve svolgersi ad un nuovo livello di qualità. Dobbiamo riunirci in modo che ognuno internamente si unisca agli altri e lasci fuori il proprio desiderio egoistico.

Con sè deve solamente portare la sua aspirazione allo spirito, che si chiama “scintilla di luce“. Si deve letteralmente tuffare nel gruppo, staccando il suo contatto coll’estraneo.

A questo punto le scintille di tutti si riuniranno in una unica. Grazie a questo distacco, io mi ritrovo col desiderio comune di ricevere piacere, che non si trova nel mio ego, ma in esso trovo il sentimento del Mondo Superiore e del Creatore.
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(Dalla lezione su Rabash 05.11.2010)

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La Creazione pone una condizione al Creatore

Il mondo della riduzione è la Malkhut, che si contrae e dice: “Non voglio più ricevere, voglio solo dare! Sono disposta a ricevere solamente per dare ed essere simile al Creatore, alla Luce!” Questa è la sua condizione, e non c’è scelta, dobbiamo accettarla se vogliamo essere insieme al Creatore, con la luce superiore.

Adesso io mi trovo in una situazione tale che sono tutto pronto a ricevere dal Creatore:” Dammi, e quanto più possibile!” Così parla il mio egoismo, il desiderio di godere. E perciò non vedo il Creatore; infatti tra noi c’è la Malkhut del mondo dell’infinito, tutto quest’enorme desiderio contratto (ridotto). Per questo motivo, pur volendolo molto, non ricevo niente!

Solamente a condizione ch’io accetti la riduzione e che sia disposto a mettere di fronte a me un muro, in modo da non essere turbato dalla quantità di luce che mi verrà dal Creatore – io non ricevo niente per me – in questa maniera incomincio a percepire che di fronte a me c’è qualcuno.

Qualora riesca ad evolvermi a tal punto, oltre alla prima riduzione (Tzimzum Alef  ZA) c’è in me anche lo schermo anti-egoismo da 10 gr., allora, per questi “10 gr.”, il Creatore si apre e mi illumina con 10 gr. di luce che si chiama Nefesh.

Se il mio schermo (desiderio di donare) aumenta fino a 1 kg., allora il Creatore, lasciandola passare, mi illumina con 1 kg. di luce della Ruakh. E così si misurano i gradini spirituali. Io devo sempre rimanere sotto la riduzione e lo schermo.
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(Dalla lezione dei Scritti di Rabash 19/11/10)

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Il Creatore più delizioso

La domanda, perché vivo? È l’inizio del desiderio di rivelare il Creatore. Voglio sapere Chi mi ha generato, dove sono le mie radici e Chi mi governa. Chi ha creato tutto questo e perché Lui mi ha creato “avvolto” in questo immenso mondo? Cosa vuole da me in ogni momento, senza darmi un momento di tregua e spingendomi verso l’ignoto?

Quando queste domande nascono in me, avvelenano tutta la mia vita, e non posso più vivere senza scoprire il Creatore. È così che sono strutturato, poiché sono stato creato dalla Luce che si è impressa in me ed in tutti i miei desideri.

Tutti i miei desideri sono come un reparto, l’impronta inversa della Luce, e fino a quando non dirigo la Luce e mi riempio con essa, non riposerò, fino al punto in cui questa vita sarà peggiore della morte. Sarò pronto a fare qualsiasi cosa, fosse anche solo per una goccia di questa realizzazione.

Pertanto, il mio compito è decifrare come rivelerò il Creatore, la Luce e la forma nella quale io possa riempirmi con essa. Di fatto, questo non è un compito semplice ed è per questo che la saggezza della Kabbalah è chiamata Chockmà HaKabbalah (saggezza della ricezione).

Non è come nel nostro mondo, nel quale abbiamo solo bisogno di aprire la nostra bocca per placare la nostra sete. Un desiderio spirituale non può essere saziato direttamente. Al contrario, deve essere prima chiarito, poiché il Creatore non mi da un desiderio già pronto per la Luce. Lui vuole che io verifichi che è questo quello che desidero, che è la Luce, che io capisca che è la più grande di qualsiasi realizzazione possibile. Egli vuole che io provi tutti i desideri e tutte le realizzazioni, che verifichi per conto mio e che dica “No, io voglio solo questo!”.

Il Creatore è estremamente geloso e cauto. Lui vuole che io ami solamente Lui e nient’altro e verifica questo rivelando in me qualsiasi cosa possibile. Si suppone che io risponda: “No, tu continui ad essere la più grande delle realizzazioni, di tutti i piaceri! Tu sei il più delizioso!”. È scritto: “Prova e vedi che il Signore è buono”, perché questo tipo di realizzazione si chiama sapore.
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(Dalla settima lezione dell’11 Novembre 2010 del Congresso Mondiale di Kabbalah)

L’ intelletto può essere solamente comune

Domanda: Perchè ci è necessario un intelletto proveniente dall’esterno, se tutta la percezione della realtà avviene dentro di noi ?

Risposta: La vera percezione della realtà si forma veramente all’esterno, nell’intelletto che ci circonda, ossia su in alto, nel Creatore, e non nel mio intelletto attuale.

Progredendo nello spirito, mi inserisco in questa nuova dimensione come nella Malchut dell’ Infinito, dell’ Eterno, là dove si trovano le proprie radici, là dove è nata la mia anima, scesa poi in questo mondo dopo un lungo viaggio attraverso tutti gli altri mondi.

In questo mondo io sono scisso dalle mie radici, in me è rimasta solamente una scintilla di Lui – “un punto nel cuore”. Grazie a ciò che mi circonda e che ora mi presenta il sistema del mondo dell’ Infinito, insieme con esso io ritorno nuovamente in quella dimensione infinita. Quando ciò che mi circonda, il “gruppo”, poco alla volta si riunisce su questa via con tutta l’umanità, noi scopriamo che tutti arrivano in un mondo Infinito.

Perciò sempre più chiaramente mi risulta che la mia appartenenza all’ambiente, che oggi mi appare talmente artificiale, indesiderata, non necessaria ed irreale, diviene in realtà il ricongiungimento con le mie proprie radici. Io ritorno proprio in quel punto dal quale, chissà quando, sono partito per arrivare in questo mondo.

Scopro allora che, col proprio gruppo, mi ritrovo nel sistema d’un mondo Infinito, Eterno, ripieno della luce di Chochmà.

Già lungo il percorso io ricevo gradualmente questa luce, che si chiama “luce della ragione” (Chochmà) significa saggezza. Ed io mi servo di questa saggezza (Chochmà ) insieme con tutti gli altri!

Questo è il nostro comune intelletto, uno per tutti. Questa comune saggezza, tutto questo sublime pensare, luce, si chiama “Creatore” (Bo-re) ossia vieni e vedi.

(Dalla lezione riguardante l’articolo sul “Libero Arbitrio” del 19.11.2010).

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Chiedi aiuto al “Conduttore dei Sommari”

Tutto dipende dall’appoggio dell’ambiente, senza di esso è impossibile progredire spiritualmente. Dopo, riceverai l’ambiente spirituale, tutti i grandi kabbalisti che hanno scoperto il mondo spirituale durante la loro vita in questo mondo, diventeranno il tuo gruppo, tutte le loro anime. Entrerai nella “riunione superiore” di Rabbi Shimon (esiste un simile gradino spirituale).

Potrai unirti alle fonti superiori, ma solo nella misura del bisogno! Adesso, semplicemente, non necessiti di questo aiuto. Se hai bisogno del gruppo nel quale si trova Baal HaSulam, Rabash, Ari, Rashbi e altri grandi kabbalisti del passato, da Abramo fino ai giorni nostri, lo riceverai;

Ma adesso, non ne hai bisogno, non appena ne avrai bisogno ti si rivelerà il gruppo spirituale, come complemento di quello materiale. È possibile che allora non avrai bisogno assolutamente del gruppo materiale e sarà sufficiente solo un gruppo spirituale.

Queste anime cominceranno ad aiutarti direttamente: quello che si chiama “il conduttore degli asini”. Il Creatore manda un’anima molto elevata che si chiama “il conduttore degli asini”, affinché questa aiuti sempre la persona; però, questo aiuto, arriva come risposta alla tua richiesta del bisogno di elevazione spirituale.

È simile all’esempio del Libro dello Zohar, nel quale si racconta di come Rabbi Aba e Rabbi Yosi aprano la Torà e scoprano che non possono farlo da soli ed hanno bisogno della rivelazione di una forza aggiuntiva che li aiuti ad elevarsi.
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(Dalla lezione sull’articolo, L’Essenza della religione ed il suo Scopo, del 15 Ottobre 2010).

Lezione quotidiana di Kabbalah – 22.11.2010

Il Libro dello Zohar: Hakdama, Laila de Kale, Introduzione Art. “La notte della Sposa”, Art. 138, Lez. 7
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Dal Libro dello Zohar: Capitolo “Tzav” (Comando), Punto 62, Lez. 6
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Beit Shaar Ha-Kavanot, Punto 48, Lez. 22
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Rav Yehuda Ashlag: Art. “L’essenza della Religione e il suo scopo”, Lez. 7
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Tu lo hai ottenuto, adesso passalo!

Domanda: Come possiamo diventare uguali al Creatore, la cui proprietà è la dazione, mentre siamo stati creati con il desiderio di ricevere e siamo rimasti per sempre con questo desiderio?

Risposta: Se cominci a dare agli altri attraverso il tuo desiderio di ricevere, incrementerai solo la tua dazione.

Esistono due nature:

1. La Luce = La Fonte della Luce = Il Creatore = Colui che da

2. Il Desiderio = Il Ricettore = La Creatura.

La Creatura non da mai, riceve solamente. Quando leggiamo che la creatura diventa come il Creatore, si riferisce alla “ricezione per la dazione”, ciò che significa, ricevere e passarlo!

Però non posso passare la Luce come una cosa che può essere passata nel nostro mondo da una persona all’altra. Allora, come funziona? Come posso darti qualcosa? Io ricevo dal Creatore e non può essere diversamente, perché io sono il desiderio di ricevere piacere.

Il desiderio di ricevere non può dare, questo non esiste in natura. La Nostra natura funziona solo per consumare ed assorbire. Questa è una legge della natura che non può essere violata. Allora, come do a te, un estraneo? Qui si produce un’azione molto speciale.

La Luce Circostante proviene dal Creatore stesso e questa Luce corregge. Questa Luce esegue una correzione e ci connette tutti. Allora non ti sto dando, io ricevo, ma ricevo nei tuoi desideri. Questo è quello che significa per me dare a te.

Io mi connetto a tutto il “corpo” dell’anima collettiva in me, tutto questo diventa qualcosa di mio, ed allora ricevo da questo, però si riferisce come alla mia dazione a questo “corpo”. Questo è il trucco meraviglioso che succede qui. Quando percepisco un’altra persona come parte di me, ricevo per questa persona, ed è come se stessi dando. Puoi obbiettare e dire: che genere di dazione è questa? È la stessa ricezione!

Diciamo che esista una persona alla quale non ho voluto dar nulla e all’improvviso, mi rendo conto che è mio figlio. Allora, sono pronto per dargli tutto, perché lo percepisco come parte di me. Tuttavia, possiamo chiamare questa dazione? Per esempio, se già gli avevo dato prima di sapere qualcosa di lui, allora sicuramente la possiamo chiamare dazione; ma adesso, che genere di dazione è questa quando è il mio stesso figlio? È lo stesso che dare a te stesso.

Tutto questo sarebbe verità se io scoprissi che altre persone sono assolutamente una parte di me; però, il problema è che l’odio rimane tra noi. Questo è un grande beneficio e dobbiamo amarlo. Un’altra persona continua ad essere un’estranea per me, però la Luce Circostante viene e crea un’attitudine amorosa al di sopra del mio odio. Amore e odio restano come due linee: la destra e la sinistra, con me in mezzo ad esse. Questa è la ragione per la quale ci si continua a riferire a questa come “dazione”.

Nella linea di destra, percepisco l’altro come qualcuno vicino a me, come parte di me, come qualcuno per il quale sono disposto a sacrificare tutto, perché questa persona può anche essere me stesso. Nella linea di sinistra, la odio e sono disposto a distruggere ogni piccola parte di lei. Queste due linee esistono unite e simultaneamente nella linea di mezzo.

Questo continua fino alla fine della correzione, il Gmar Tikun; e nessuno sa cosa viene dopo.
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(Estratto dalla quarta parte della Lezione quotidiana di Kabbalah del 20 Ottobre 2010- La Libertà.)