I Kabbalisti sul Linguaggio della Kabbalah, Parte 16

Cari Amici, per favore, fate le vostre domande su questi brani dei grandi Kabbalisti. I Commenti nelle parentesi sono miei.

Il Linguaggio dei Kabbalisti E’ il linguaggio dei Rami

Tutte le parole e le espressioni che le nostre labbra pronunciano non ci possono aiutare a trasmettere neanche una sola parola della sostanza spirituale di Dio, [proprietà di dazione e amore], al di sopra del tempo e dello spazio immaginario. Invece c’è un linguaggio speciale per questi argomenti, il Linguaggio dei rami che indica la relazione dei Rami alle loro corrispettive Radici Superiori.

Tuttavia, questo linguaggio, anche se estremamente appropriato per la sua funzione di approfondire lo studio di questa saggezza, molto più di altri linguaggi, può essere funzionale solo se l’ascoltatore è saggio nel suo proprio diritto, cioè se egli conosce e comprende il modo in cui i Rami si rapportano alle loro radici.

– Baal HaSulam, “L’Essenza della Saggezza della Kabbalah

Tutti quelli che hanno conseguito la Luce del Creatore attraverso il proprio lavoro volevano che i loro successori potessero gustare anche quello che loro avevano già scoperto [raggiunto lo stesso livello]. Perciò hanno denominato ciascuno e tutti i conseguimenti in modo che essi [quelli che avrebbero seguito] sarebbero stati capaci di capire le loro intenzioni e i conseguimenti che hanno raggiunto, e per questo formano un linguaggio comune per comunicare tra loro.

– Scritti di Rabash, Volume 2, Lettera 19
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