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Indeterminazione quantica dell’anima non corretta

Dall’articolo del Baal HaSulam, 600.000 anime: ci sono tre periodi della creazione spirituale dell’anima umana:
1) Una scintilla dell’anima che in un momento si accende e nell’altro si spegne.
2) Un’anima particolare, quando si sente come una parte delle 600.000 anime, una parte dell’anima comune.
3) Un avvicinamento alla perfezione, all’anima comune, perché tutto il suo desiderio egoista è corretto, non è un ostacolo e permette di unirsi con l’Anima comune di Adamo.

Qui c’è un punto che è difficile da spiegare, simile al principio dell’indeterminazione della fisica quantistica. Non esistono “molte creature”, esiste solo un’unica creazione. Ogni persona che si sente come una creatura è proprio la stessa creatura e le altre, in relazione ad essa, non sono creature indipendenti, ma le parti della sua stessa anima.

Per questo, anche se ci sembra che esistano miliardi di creature, nella spiritualità l’essere umano unisce queste parti a se stesso e, in relazione al suo libero arbitrio, queste parti sono alla Fine della Correzione; ma dal canto suo è l’unica parte che può essere considerata come esistente.

Tuttavia, proprio in questo modo diviso, egli si considera non esistente e deve unirsi alla spiritualità, all’Anima Comune! Per quanto riguarda gli altri, che si considerano come parti “estranee”, egli deve accettarle come già esistenti nel mondo spirituale.

È necessario capire che “ognuno giudica nella misura del suo difetto”, tutti loro sono nello stato della Correzione Finale e solo lui non è in questo stato. Allora, chi fra tutti possiamo definire come l’unica creazione? Proprio una persona che ancora “non è creata” e necessita di una correzione.

Quando acquisiamo la visione spirituale, allora vediamo il mondo in questa maniera. Baal HaSulam descrive uno stato molto elevato. Quando si parla dell’esistenza dell’anima unica, non solo tutti si uniscono in un’anima unica, si tratta del fatto che in realtà, non esistono assolutamente anime indipendenti …

Questa è la nostra illusione temporale, la conseguenza dei tre assi delle coordinate (il tempo, il movimento e lo spazio) nei quali, in questo modo, si manifesta il quadro di questo mondo; però, quando questi assi scompariranno, smetteremo di essere dipendenti da essi e dal tempo e quando ci eleveremo al di sopra di essi, allora vedremo la realtà nella quale esiste solo una creazione.

Per questo, abbiamo bisogno di correggere il nostro desiderio egoista che provoca questa illusione dell’esistenza della realtà nel tempo, nel movimento e nello spazio, nel livello del nostro mondo.
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(Dalla lezione sull’articolo 600.000 anime di Baal HaSulam, del 26 Ottobre 2010)

I Kabbalisti sulla Torà nascosta e la Torà rivelata, Parte 5

Cari amici, per favore, fate le vostre domande sui passaggi degli scritti dei grandi kabbalisti. I commenti tra parentesi sono miei.

Studiare la Torà nascosta è preferibile alla Torà rivelata

È stato anche chiarito che è impossibile che la totalità di Israele arrivi a questa grande purezza (correzione completa delle intenzioni egoistiche) salvo che attraverso lo studio della Kabbalah (nel gruppo, con l’intenzione corretta). Questo è il modo più facile, più adeguato, anche per la gente comune (a prescindere dal livello di sviluppo della persona).

Tuttavia, mentre ci impegniamo nella Torà rivelata (invece della Kabbalah), è impossibile riuscire, salvo che per alcuni eletti e dopo molto lavoro, ma non per la maggioranza della gente (per la ragione spiegata nell’articolo 24), (quelli che non sono pronti per passare attraverso l’afflizione con lo scopo della correzione dell’egoismo).

-Baal HaSulam, Introduzione allo studio delle Dieci Sefirot, Articolo 36

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Lezione quotidiana di Kabbalah – 04.11.2010

Scritti di Rabash, Shlavei ha Sulam, Art. 16
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Dal Libro dello Zohar: Capitolo “BeShalach” (Quando Faraone mandò), Punto 364, Lez. 15
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Beit Shaar Ha-Kavanot, Punto 33, Lez. 15
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Articolo: “Esilio e Redenzione”, Lezione 3
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Che cosa dobbiamo fare?

Domanda: Abbiamo sempre sentito dire che dobbiamo unirci e cercare il Creatore, ma noi non percepiamo questo lavoro come pratica. Che cosa dobbiamo fare realmente?

Risposta: Se le azioni esterne sono benefiche per i processi interni, allora dobbiamo realizzarle. Il beneficio potrebbe arrivare in futuro. Per esempio, supponiamo di eseguire una azione fisica per un anno intero in modo che le mie azioni risulteranno il raggiungimento di un livello più interiore, o in altre parole, quindi, mi avvicinerò maggiormente alla qualità del Creatore, la dazione. Mi rendo conto di quanto lontano io sia da esso e quindi il mio desiderio faciliterà la correzione della mia intenzione da “per me stesso” a “dazione”.

In altre parole, la “fine dell’azione” deve essere presente nel “pensiero iniziale”. Entrambi mi dicono cosa fare e li metto ” al di sopra della ragione”, ovvero attuo in me stesso la stessa cosa. In ogni caso l’esecuzione delle azioni appartiene alla persona.

Tuttavia, se l’azione non viene fatta con l’intenzione “per il bene dell’unità del gruppo”, allora non importa quanto sia importante l’intenzione, non porterà alcun beneficio. il lavoro di una persona è proprio il lavoro sull’intenzione.

E’ impossibile girarci intorno perché la natura del mondo sta nel desiderio di godere e il desiderio di dare piacere, l’intenzione che è prossima ad essi, la loro unità e l’integrazione reciproca. Non c’è nulla oltre il desiderio e l’intenzione!

Il desiderio di ricevere del più basso penetra nel desiderio di dare dell’Essere Superiore come MAN (motivo per la correzione), e il desiderio di dare dell’Essere Superiore scende nel desiderio di ricevere ell’inferiore e la riempie come MAD ( la Luce della correzione). Poi i due vengono sottoposti all’unificazione reciproca: Bina in Malchut e Malchut in Bina, il Creatore nella creazione e la realizzazione nel Creatore, fino a che non raggiungano la parità totale. Questo è l’intero atto!

Dove accade questo? Si svolge solo nel pensiero, nel desiderio, nello sforzo interiore! Naturalmente, questa è la cosa più difficile. Alcuni di noi ritengono che sia facile lavorare mentalmente, mentre altri trovano sia difficile. Tuttavia, il lavoro spirituale è altrettanto difficile per tutti, se sei uno scienziato o un falegname, perché essa viene eseguita nell’anima, non nella mente.

Eseguiamo alcune azioni esterne che ci uniscono con la giusta intenzione. Perché stiamo facendo questo? Perché lo facciamo insieme, invece che da soli? Perché vogliamo ampliare la cerchia dei partecipanti? Questo ci ravviva e ci porta l’ispirazione.

Senza l’intenzione per i nostri sforzi, siamo una “raccolta di stolti” perché anche il lavoro più importante è privo di significato se manca la volontà!
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(Dalla prima parte della Lezione quotidiana di Kabbalah 1/11/10, Scritti di Rabash)

Passare le scintille della luce al nemico

Domanda: Se una persona non è sufficientemente preparata per il congresso e vi partecipa, dirà: “Tutto questo è molto bello, la gente si sta unendo e questo non è un male”. Tuttavia, non sentirà che questa unità può contenere qualcosa di più elevato, qualcosa di diverso da altri tipi di unità.

Risposta: Ogni persona ha il suo scopo nella vita. Il congresso è una riunione di persone che desiderano raggiungere il Creatore e questo si può fare se si ama il prossimo come se stessi.

Non ci opponiamo ad accogliere ogni genere di persone diverse. Lasciamo che vedano come siamo. Anche se una persona si oppone alla Kabbalah o a noi in particolare, questo la aiuterà a sapere esattamente perché è contraria ad essa.

Ad ogni modo, quando ci mettiamo in contatto con qualsiasi persona, non importa quale sia la sua relazione con noi, le passiamo una parte della Luce e così, il mondo intero, avanza verso la correzione.

Questa è proprio la ragione per la quale si produsse la rottura, anche se ebbe luogo in uno stato più drammatico. Questa rottura fu necessaria per poter passare delle scintille di Luce ai Kelim che non potevano riceverla in un’altra maniera. Dopo la rottura, possiamo passare la Luce a tutti quelli che usano diverse forme di connessione, anche a quelli che non ci piacciono molto.

Pertanto, è bene che anche i nostri nemici ed oppositori, abbiano una connessione con noi. Questa è una forma di connessione che non è “Panim de Panim” (faccia a faccia), ma “Panim Ahor” (faccia contro schiena) o anche “Ahor de Ahor” (schiena contro schiena). In ogni caso, è una forma di connessione, ed è per questo che a volte le persone desiderano lottare per entrare in contatto tra di loro.

(Dalla lezione del 22 Ottobre 2010 – Baal HaSulam, Lettera 17).

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