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Kabbalah per Principianti, Che cos’è “Yeshivat Haverim” – 06.10.2010

Kabbalah TV Canale 66, Kabbalah per Principianti, Che cos’è “Yeshivat Haverim
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I Kabbalisti sul Linguaggio della Kabbalah, Parte 4

Cari Amici, per favore, fate le vostre domande su questi brani dei grandi Kabbalisti. I Commenti nelle parentesi sono miei.

La Saggezza della Kabbalah non parla del Nostro Mondo Materiale

Così è la Torah. Essa ha un corpo che sono le Mitzvot della Torah, denominate “corpi della Torah”.Questi corpi si rivestono in abiti che sono le storie di questo mondo. Gli sciocchi del mondo vedono solo l’abito, che è la storia nella Torah, e non distinguono altro. Non osservano cosa c’è sotto l’abito della Torah. [il contenuto interiore della Torah, Kabbalah].

Il Libro dello  Zohar con il Commentario del Sulam [Scala], Parashat BeHaalotecha, Articolo 62
Questa storia
[esterna, generale] della Torah è [solo] la veste [esterna] della Torah. Chiunque pensa che la veste sia la vera Torah e che non c’è niente altro in essa, sarà maledetto [la sua anima rimarrà corrotta, egoista, egli non sarà in grado di correggerla] e [quindi] non avrà nessun titolo nel prossimo mondo [nello stato della dazione e amore che seguirà il nostro stato attuale incorretto]. Ecco perché David dice: “Apri [il Creatore] i miei occhi, che io possa vedere le cose meravigliose della Tua Legge [Torah]”, osservando ciò che è sotto la veste della Torah.

Il Libro dello Zohar con il Commentario del Sulam [Scala], Parashat BeHaalotecha, Articolo 60
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Mantenere la traiettoria spirituale

Domanda: Come restare costantemente nella traiettoria spirituale, cioè nel momento di prendere una decisione, come promuovere prima lo spazio spirituale e l’unità rispetto ai guadagni materiali?

Risposta: Non appena riusciamo a creare questo tipo di connessione tra noi “uno spazio per la rivelazione del Creatore”, immediatamente scompare. È così affinché possiamo prendere questa decisione una volta e poi un’altra. Ogni momento deve essere “un inizio”. Ciò che aiuta una persona a fare costantemente questa scelta è solo un ambiente forte che le permette di mantenere una connessione (vedere Baal HaSulam, La Libertà).

È impossibile che riusciate a mantenere questa decisione per conto vostro per più di un momento. Abbiamo bisogno di integrarci nella società corretta, come piantare un seme nel suolo e ricevere lì l’impressione dell’importanza dello scopo. Allora, potrete unire i punti delle decisioni, modellandoli in una linea destra verso la meta.

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La preparazione è la chiave del successo nello studio

Domanda: Come si prepara uno studente per ogni lezione?

Risposta: Ogni studio inizia con la preparazione, e abbiamo bisogno di capirne l’importanza. La preparazione allo studio significa chiarire che cosa voglio ottenere da essa. Poi, lo studio diventa un mezzo per raggiungere l’obiettivo. La preparazione, precisamente, determina la direzione in cui io vado avanti nello studio. Per questo motivo, la preparazione è più importante dello studio, e questo è ciò che lo studente deve imparare.

La saggezza della Kabbalah differisce dalle scienze concrete in cui la direzione è chiara fin dall’inizio: io voglio sapere e nient’altro. Mentre, nella Kabbalah non voglio sapere. Piuttosto, voglio cambiare me stesso allo scopo di impegnare me stesso verso gli altri. L’intero studio è un mezzo per realizzare questa connessione con gli altri e, attraverso di loro, con il Creatore.

Se ho imparato ogni tipo di informazione durante lo studio, ma non ho fatto il minimo passo verso la mia correzione interiore, significa che lo studio è stato inutile. Ciò che è mancato allo studio sono stati la dovuta preparazione, l’intenzione e obiettivo. Questo è l’unico modo per valutare se l’intenzione era corretta. La conoscenza in sé per sé è irrilevante.

Alcune persone sono attratte dalla struttura dei mondi superiori e le loro azioni. Altri sono più interessati agli aspetti psicologici, la storia, e le tendenze di sviluppo. Mentre, i Kabbalisti non prestano alcuna attenzione alla quantità della conoscenza, dato che “non è il saggio che apprende” (Lo HaHacham Lomed). Ogni cosa dipende dall’utilizzo della saggezza per la correzione dell’anima.
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(Dalla parte quarta parte della lezione quotidiana di Kabbalah 10/1/10, “L’approccio allo studio della Kabbalah”)

Lezione quotidiana di Kabbalah – 06.10.2010

Scritti di Rabash, Shlavei ha Sulam, Art. 25
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Dal Libro dello Zohar: Capitolo “VaYechi”(E Giacobbe visse nella terra d’Egitto) Punto 592, Lez. 31
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Rav Yehuda Ashlag: Talmud Eser Sefirot, Volume 6, Punto 125
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Rav Yehuda Ashlag: “L’ Amore per il Creatore e Amore per gli Esseri Creati ”, Lezione 6
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Desidero che abbiate un buon ruolo nel Libro della Vita

Klipat Noga è uno stato di “metà bene/metà male” ed è uno stato fragile e stressante. È come se una persona si trovasse sul punto di commettere un grave crimine, o al contrario, di realizzare una buona azione se riceve aiuto; ma oscilla, incapace di inclinarsi verso uno o l’atro lato. È come se fosse divisa in due, senza avere la forza di prendere una decisione definitiva, senza sapere su quale lato della bilancia mettere l’ultimo chicco che determinerà tutto.

Da un lato non può rifiutare il suo ego che è l’enorme desiderio di provare piacere e tutta la sua proprietà “egoista”. Dall’altro lato, capisce che se adesso non si libera di questo con l’aiuto dall’Alto, non potrà passare all’altro lato ed entrare nel mondo spirituale. In questo modo, si trova davanti all’alternativa di non sapere verso quale lato dirigersi. È come un cavaliere ad un crocevia. È in uno stato nel quale ha bisogno di prendere una decisione.

Qui solo il gruppo, solo la Luce Superiore può aiutare la persona a decidersi e mettersi nelle mani del Superiore, passando alla dazione attraverso la fede al di sopra della ragione. La preghiera, in questa situazione non è per chiedere aiuto, poiché ciò vorrebbe dire che la persona ha già preso una decisione. La preghiera riguarda lo stato nel quale è incapace di scegliere. Questo stato è il principio dell’anno o l’inizio di un nuovo cambiamento.

Da un lato, sentiamo di essere malvagi e dall’altro manchiamo della forza per rifiutare tutte queste qualità e stati egoistici. Non possiamo immaginare come sarebbe possibile vivere senza di essi o come muovere un passo per elevarci al di sopra di essi. Solo la Luce Superiore che viene a noi ci aiuta a scegliere e ci eleva verso la fede al di sopra della ragione (dazione invece di ricezione). È così che il Nuovo Anno inizia per noi e questo si chiama “un buon ruolo nell’Albero della Vita”.

La Luce Superiore, il Creatore, mette la Sua firma nel libro della vita per noi e garantisce alla persona che d’ora in avanti procederà sulla buona strada. Prima di questo, una persona deve fare tutto quello che è in suo potere per arrivare a questa decisione. Il passaggio diretto di un “Nuovo Anno (Rosh HaShana)” è “l’inizio dei cambiamenti” o la “testa dei cambiamenti”. È necessario che avvengano con frequenza per noi e sempre per il bene: fino al Creatore che è “Buono e Benefattore”.

(Dalla prima parte della lezione quotidiana di Kabbalah dell’8 Settembre 2010, sulla Lettera 67)

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