Pubblicato nella '' Categoria

Lezione introduttiva: “Il Luogo” – 05.10.2010

Kabbalah per il Popolo, Lezione introduttiva “Il Luogo”
Video / Audio

I Kabbalisti sul Linguaggio della Kabbalah, Parte 3

Cari Amici, per favore, fate le vostre domande su questi brani dei grandi Kabbalisti. I Commenti nelle parentesi sono miei.

La Saggezza della Kabbalah non parla del Nostro Mondo Materiale

Per quanto riguarda l’ingresso, Adam Kadmon, io sono inorridito nel vedere che una forma materiale fosse raffigurata per il concetto di f Adam Kadmon della Kabbalah, che è solo un concetto metafisico, un concetto religioso. Dio ci ha proibito di rendere materiali questi concetti sacri, anche se solo per lo studio. [Non esiste la forma nella spiritualità, solo forze, per questo ci è concesso di illustrare solo le correlazioni tra loro. Vedere i disegni di Baal HaSulam Sefer HaElan.]

– Rav Kook, Lettere, Vol 1, pg. 162

Saranno dolori per quelle persone [uno sfortunato uomo ignorante] che parlano della Torah intesa per raccontare storie letterali [che asseritamente avvengono nel nostro mondo], e in parole ignoranti di Esau, Laban, ecc., perché se questo fosse il caso, anche oggi potremmo trasformare parole ignoranti nella Torah, anche parole più belle di quelle usate allora. Se la Torah fosse intesa per illustrare argomenti mondani, anche i regnantii del mondo avrebbero cose migliori tra di loro. Imitiamoli e facciamoli diventare una Torah anche loro. [non è questo il caso e neanche una sola parola della Torah parla del nostro mondo, invece], tutte le parole della Torah sono concetti sublimi.

-Il Libro dello Zohar con il Commentario del Sulam [Scala] , Parashat BeHaalotecha, Articolo 58

[21069]

Materiale correlato:

Laitman blog: I Kabbalisti sul Linguaggio della Kabbalah, Parte 1
Laitman blog: I Kabbalisti sul Linguaggio della Kabbalah, Parte 2

Una lingua perfetta

L’immagine di questo mondo è sempre stata l’ultima, durante l’intero processo del nostro progresso spirituale fino al Mondo dell’Infinito. La nostra correzione è possibile solo a condizione che noi superiamo la percezione della realtà di questo livello inferiore, il nostro mondo.

Dobbiamo cercare sempre di raggiungere le radici che si trovano sopra l’immagine del nostro mondo che noi oggi percepiamo. Questo quadro non cambia: è solo che queste radici diventano più chiare e profonde, il che significa che noi raggiungiamo il Creatore (la radice dei nostri desideri) in misura maggiore.

L’immagine che ora vediamo è solo il suo ramo che è rappresentato dai nostri desideri sullo sfondo dei suoi desideri. Il mondo è l’immagine della dissomiglianza tra i nostri desideri e lui.

Attraverso il processo di raggiungimento spirituale, il nostro linguaggio non cambia, perché il quadro più basso del mondo non cambia. Parliamo con le stesse parole, indipendentemente se siamo al primo livello, nel mezzo, o alla fine del percorso. I cabalisti non hanno alcuna altra possibilità di comunicare con il prossimo, oltre “il linguaggio dei rami“.

Lo stato più basso è lo stesso per tutti, e la connessione dal ramo alla radice si estende dal Mondo dell’Infinito attraverso la stessa linea che continua da un mondo all’altro, attraverso tutti i 125 livelli e in tutti i 613 desideri.

Quindi, possiamo parlare di qualsiasi desiderio in uno qualsiasi dei 125 livelli, prendendo il nome corrispondente del ramo da questo mondo. Questo è il motivo per cui i Kabbalisti hanno scelto “il linguaggio dei rami” – perché rimane invariabile, lungo l’intero percorso del progresso spirituale. Si tratta di una lingua perfetta, e se solo conoscessimo la connessione tra la radice ed il ramo, saremmo in grado di capirlo.

Lezione quotidiana di Kabbalah – 05.10.2010

Scritti di Rabash, Shlavei ha Sulam, Art. “Cosa cercare nell’Assemblea degli Amici”
Video / Audio

Dal Libro dello Zohar: Capitolo “VaYechi”(E Giacobbe visse nella terra d’Egitto) Punto 567, Lez. 30
Video / Audio

Rav Yehuda Ashlag: Talmud Eser Sefirot, Volume 6, Punto 115
Video / Audio

Rav Yehuda Ashlag: “L’ Amore per il Creatore e Amore per gli Esseri Creati ”, Lezione 5
Video / Audio

I Kabbalisti sui Kabbalisti, Parte 10

Cari amici, per favore, fate delle domande sui frammenti degli scritti dei grandi kabbalisti. Prometto di rispondere (i commenti tra parentesi sono miei).

Seguendo il cammino dei kabbalisti:

Quindi, una persona ha la scelta (che è l’unica azione che può realizzare, mentre le altre azioni dipendono dalla realizzazione del libero arbitrio) di andare in qualche posto nel quale ci siano gli Tzadikim (coloro che desiderano giustificare il Creatore per mezzo della correzione). Una persona (a prescindere dall’egoismo terreno) può accettare la loro autorità e dopo ricevere (se è capace di annullarsi) tutte le forze e le qualità (della dazione e dell’amore) che le mancano per natura (che è egoista). Le riceverà dagli Tzadikim.

Questo è il beneficio ottenuto da “li piantò in ogni generazione”, poiché in questa maniera ogni generazione avrà qualcuno verso il quale volgersi ed attaccarsi e dal quale ricevere le forze necessarie per ascendere al livello di uno Tzadik (giusto). In questa maniera (per mezzo della capacità di dare ed amare che hanno acquisito dai giusti) successivamente anche loro diventano Tzadikim (ed hanno l’obbligo di trasmettere i loro poteri ai loro discepoli).

Baal HaSulam, Shamati 99, Egli Non Disse “Malvagio o Tzadik”

Materiale correlato:

I Kabbalisti sui Kabbalisti, Parte 8
I Kabbalisti sui Kabbalisti, Parte 7

La via verso il palazzo del Creatore

Domanda: Cosa significa “apprezzare lo stato di ascesa spirituale”?

Risposta: L’ascesa è uno stato nel quale posso giustificare ciò che succede dentro di me, giustificare gli amici ed il gruppo, vedendoli come angeli che mi aiutano a realizzare il mio libero arbitrio per raggiungere lo scopo. Con gli elementi di questa condizione posso formare me stesso e la mia relazione con il Creatore, che si rivela all’interno di questo stato.

Il gruppo, la casa, il lavoro, gli studi, la salute ecc … comprendono i componenti del mio stato. Devo determinare che tutti loro sono secondari in relazione al gruppo. Devo “riunirli” tutti, salvo il gruppo ed entrare al gruppo con questo, a prescindere dal fatto che il gruppo sia solo un elemento tra gli altri. Nel gruppo, devo anche discernere i molteplici componenti fin quando seleziono solo l’unico: il desiderio di raggiungere il Creatore.

Mi addentro sempre più profondamente in questo lavoro ed in questi discernimenti, verso il centro. È come se mi stessi dirigendo al palazzo del re da molto lontano fino a che finalmente arrivo. Sto riducendo tutto e mi sto focalizzando, verificando il cammino fino a quando arrivo alla meta.

All’inizio sento che c’è tutto un mondo intorno a me. Presto, vedo che esiste solo il gruppo e le diverse situazioni al suo interno. Resta così fino a quando prendo coscienza di uno schema molto semplice: tutto ciò che mi circonda sono solamente angeli, forze che mi dirigono al Creatore e mi aiutano ad arrivare a Lui.

Cosa è questo gruppo? È un gruppo locale vicino a me o il gruppo mondiale? Il gruppo sono tutte le anime. Cominciamo con tutto il mondo e gradualmente restringiamo il cerchio.

Il gruppo per me comincia con i corpi fisici, le persone che conosco in tutto il mondo, che sento essere connesse a me attraverso lo scopo comune. Queste sono le persone che mi capiscono e mi percepiscono, a prescindere dal fatto che non le conosco di persona. Tuttavia, nel mondo spirituale, siamo in un sistema collettivo. In questo mondo, è possibile che non ci siamo mai incontrati, ma in quello spirituale siamo uniti.

È indubitabilmente un’opportunità di salvezza perché siamo connessi, ci sosteniamo e dipendiamo gli uni dagli altri. Non sono soltanto le persone della mia generazione che esistono oggi in uni stato simile in relazione al Creatore, ma tutti i cabalisti del passato, cominciando da Adamo, che fu il primo a scoprire il Creatore 5770 anni fa ed a sancire il suo libero arbitrio.

Da quel momento l’essere creato, un punto del desiderio, cominciò il suo viaggio per raggiungere la somiglianza con il Creatore. Da allora fino ad oggi, tutti i kabbalisti connessi per questo scopo, appartengono ad un sistema, non importa il loro grado nella scala spirituale. Riguardo a coloro che ancora non lavorano in questo sistema, anche essi vi appartengono, ma noi dobbiamo risvegliarli.

(Dalla prima parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 6 Settembre 2010 sull’articolo, E Giacobbe uscì).

Materiale correlato:

Laitman blog: Il Creatore è il nostro ottenimento più intimo
Laitman blog: Quale percorso intraprenderai?