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Esaminare la correzione del cammino

È molto facile determinare quando il cammino è spirituale: tutte le cose con le quali siamo d’accordo non si relazionano alla spiritualità! Sono specificamente le contraddizioni che le nostre menti ed i sensi non accettano che ci sono indesiderabili e ripugnanti, quelle che si relazionano con la spiritualità. Sono queste in particolare sulle quali dobbiamo lavorare.

Se sento che un certo stato non apporta nessun beneficio né ai miei sensi, né alla mia mente, allora, elevandomi al di sopra di questo stato in particolare, posso cominciare a costruire la spiritualità. È come se in questo stato fosse impossibile “corrompermi” e non cercherei un beneficio personale, al contrario, avrei bisogno dell’aiuto del Creatore per potermi elevare al di sopra di esso. In altre parole, mi riesamino costantemente: quando il mio corpo resiste al mio lavoro, per me questo sarebbe il segnale del mio corretto avanzamento spirituale.

Inoltre, ho bisogno di esaminare la ragione per la quale lo sto facendo. Forse voglio superare me stesso ed ottenere alcuni obbiettivi personali. O forse voglio trovare l’amore per il Creatore che è repulsivo per il mio “corpo”, le mie sensazioni egoistiche e la mia mente. Sto cercando l’amore che si costruisce sull’odio verso i pensieri egoistici ed i desideri verso me stesso.

Spesso tuttavia, non cerchiamo di trascendere i nostri corpi e rifiutiamo il fatto che siamo incapaci di lavorare in accordo alla nostra mente ed ai sentimenti contenuti nel nostro corpo. Invece di cercare lo stato che è al di là delle nostre sensazioni e della nostra mente, desideriamo rimanere dentro di essi.

La cosa primaria e più importante è che abbiamo bisogno di spingere il corpo verso “il basso” insieme ai sentimenti e la mente, essere al di sopra di essi e non prenderli in considerazione. Cioè, prenderli in considerazione ma solo per elevarmi al di sopra di essi. Allora questa si chiama fede al di sopra della ragione; ma invece di fare questo, mi lamento: Perché tutto non è rivelato dentro la mia ragione, in modo da poter agire come una persona sensibile e sapere che ho l’intelletto e la forza personale per avanzare correttamente?


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Disteso in una linea di Luce

Domanda: Qual è il significato del termine “linea”?

Risposta: Una linea è una scala dentro di me, dove ho costruito tutte le inclinazioni, i pensieri, i desideri e gli atteggiamenti in modo diretto. Tutto ciò che ora mi viene rivelato, nel mio Kelim, viene costruito in accordo con la Luce che viene a me.

Se c’è un chiaro, preciso accordo tra la Luce che brilla ora su di me e i vasi che ho messo in ordine in base alla luce, ciò significa che sono stati costruiti in base ad una linea. Questo perché dentro di me c’è un cumulo di qualità e la Luce che viene a me mi aiuta a edificare me stesso lungo una linea. In precedenza ero come una sfera, e poi ho chiesto alla luce di venire in forma diritta a brillare dentro di me, sotto forma di una linea e mettermi nella stessa disposizione.

La Luce circostante (Ohr Makif) brilla tutto intorno. Quando la richiedo per le correzioni che sono fabbricate come una linea retta, la luce diventa “distesa” lungo una riga, e agisco in conformità con essa.

Questa transizione dipende dal fatto che una persona è capace e disposta a chiedere questa struttura dalla Luce. L’azione della luce si trova sopra la conoscenza, ma se una persona riceve la forza superiore, se si dona e si dona oltre la luce con un pieno accordo, poi la Luce ordina tutti i componenti della sua anima in base alla loro importanza.

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(Dalla 1° parte della Kabbalah lezione quotidiana 9/28/10, “Che cosa è Argento, Oro, Israele, le Nazioni nell’ambito del lavoro”)

Attraverso la realtà virtuale verso la realtà Superiore

Domanda: Cosa può ricevere una persona da questo sistema chiamato “stimolatore virtuale”? I per quale motivo attira cosi tanto le persone fino a diventare una sorta di “Tamagochi”?

Risposta: Questo sistema offre il futuro alle persone e le sostiene nel presente. Offre la sensazione di sollevarsi sopra la morte. Inizi a sentire che t’interessi del sistema che ti sorregge e ti “nutre”, e questa è la tua “infusione” eterna.

Tu senti veramente di esistere in una realtà diversa. Tu inizi a sperimentare questa realtà come qualcosa di più grande e più potente della nostra realtà, e non per colpa della nostra realtà, ma grazie a questa.

Tu percepisci la nostra realtà come un mezzo per il quale esiste la Realtà Superiore. Sperimenti in tal modo la combinazione dei due mondi che hai una chiara e cristallina comprensione di quanto tu debba usare questo mondo in modo di rafforzare il mondo che viene a te.

Non è una società virtuale creata da noi ,ma piuttosto la realtà nella quale la Forza Superiore esiste e descrive la nostra vita, il nostro mondo o realtà, per te, e adesso ti aiuta ad entrare nella Realtà Superiore.

Dobbiamo attraversare tutti questi cambiamenti per programmare di nuovo noi stessi per poter sentire il regno superiore da questo mondo. Il graduale sviluppo del nostro “stimolatore” ci permetterà di mettere questo in atto. Questo succede perché il nostro sviluppo naturale accadde attraverso il gioco. È cosi che saliamo al prossimo livello. Non comprendiamo come succede, ma noi saliamo e ci sviluppiamo.

È per questo che lo “stimolatore virtuale” diventerà un gioco allettante per tutti quanti.

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Lezione notturna per Hoshana Rabbah – 29.09.2010

Shamati 2, Art. 243, “Esaminando la Luce nella notte di Hoshana Rabbah”
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Shamati art. 8: “Qual è la differenza tra l’ombra della Santità e l’ombra della Sitra Achra
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Dal Libro dello Zohar: Capitolo “VaYcra”, “Hoshana Rabbah
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La Kabbalah rivela tutto

Domanda: Può spiegarci in termini semplici cos’è la Kabbalah?

Risposta: La scienza della Kabbalah è un scienza su tutto. Risponde a tutte le domande essenziali:

Cos’è un essere umano?

Come siamo stati creati?

Come percepiamo la realtà in cui viviamo?

Qual’è lo scopo della nostra esistenza?

Come ci evolviamo, spostandoci da uno stato di esistenza all’altro?

Come possiamo raggiungere la perfezione?

Come possiamo eliminare le barriere della realtà visibile e vedere quello che si trova più in là?

Cosa ci attende dopo la morte del corpo?

Come controlliamo il nostro destino sia mentre viviamo che dopo la morte?

Questa scienza ci parla di tutte le creature e del Creatore (la Forza Superiore che le ha create) ed inoltre rivela com’è governata tutta la creazione. Il metodo della Kabbalah include tutto ciò che esiste, senza tralasciare niente.

La Kabbalah rivela il Creatore all’uomo. Include tutto: tempo, spazio, eventi e la forza che li governa. Dato che tutto questo è stato creato dal Creatore, è Lui che viene rivelato dalla Kabbalah. Pertanto, conoscere il Creatore e tutto quello che esiste è come imparare il metodo della Kabbalah.

Cosi, se raggiungiamo la saggezza della Kabbalah, conosceremo l’intero universo. Come risultato, comprenderemo questo mondo con tutte le sue scienze e leggi e conquisteremo il controllo di tutto quello che succede qui.

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La Luce viene rivelata da un punto nero

Lo Zohar, capitolo Lech Lecha (Vedi per te) punti 158 e 159

158: Nefesh è un risveglio dal basso che si afferra al Guf, come la luce di una candela la cui luce di fondo è nera, si afferra allo stoppino, non si allontana da questo e si corregge soltanto al suo interno. E quando la luce nera si corregge e si afferra allo stoppino, diventa un trono per la luce bianca che è su di essa, dato che svolazza su la luce nera. E questa luce bianca corrisponde alla luce di Ruach.

159: Una volta corrette tutte e due, la luce nera e la luce bianca su di essa, la luce bianca diventa un trono per la luce occulta, e non si vede ne si sa se volteggi su la luce bianca. Corrisponde alla luce di Neshama ed allora è una luce completa. Pertanto, ci sono tre luci, una sopra l’altra nella luce di una candela. 1) la luce nera che si afferra allo stoppino sotto le altre 2) la luce bianca su la luce nera; 3) e la luce occulta, sconosciuta, su la luce bianca.
Nella stessa maniera, un uomo che sia completo in tutto ha le tre luci, una sopra l’altra NRN, uguale a una candela.

Lo Zohar ci insegna come possiamo svilupparci e migliorare i collegamenti tra di noi dopo avere raggiunto il primo contatto spirituale. Se ci afferriamo al punto d’unione, questo risveglia nuove proprietà e sensazioni in noi nello spandersi e rivelarsi sempre di più. Quando succede questo, vuol dire che stiamo salendo gradini spirituali. Nient’altro cambia. Semplicemente approfondiamo di più il collegamento tra di noi ed iniziamo a sentire che tutti gli organi e gli elementi del sistema sono ancora uniti, che tutte le anime sono collegate in una sola.

Tutto punta verso un traguardo che è la dazione alla Forza Superiore. Dentro questa aspirazione sentiamo quello che riceviamo da Lui. Questo ha inizio con la sensazione di collegamento tra le anime ed è chiamato Malchut del mondo di Azilut, che è un punto. Più tardi questo è svelato attraverso la dazione alla Forza Superiore (verso il Creatore, Zeir Anpin ). Tuttavia, senza la dazione rimane soltanto come un punto.

Dobbiamo arrivare a questo preciso primo contatto nel collegarci insieme in un punto nero (Malchut) ed iniziare a donare al Creatore da li. Allora Malchut riceve la proprietà di dazione dal Creatore e nove Sefirot vengono svelate al suo interno. Il Creatore (la realtà spirituale) può essere sentito solo fino al grado in cui siamo capaci di donare a Lui.

La rivelazione di Malchut (il sistema delle nostre anime) a Zeir Anpin (il Creatore) è tutto quello di cui ci parla Lo Zohar. Lo Zohar ci insegna a sviluppare collegamenti aggiungendo forze nuove, che sono emerse nel primo punto spirituale chiamato Abramo. È cosi che una persona scopre organi spirituali e svela le forze del Mondo Superiore stesso. Al posto di un parco racconto, Lo Zohar diventa un mondo intero ed il suo potere non si può paragonare con la nostra limitata realtà.

“Nutriti” dagli insegnamenti di Baal HaSulam e Rabash

Domanda: Cosa ha aggiunto Baal HaSulam alla correzione delle anime iniziata dall’ ARI ?

Risposta: L’ARI stesso non scrisse niente. Il suo studente Marchu (Chaim Vital) scrisse tutto ed i suoi appunti sono stati pubblicati nel corso di tre generazioni dopo la morte dell’ARI.

Baal HaSulam ha spiegato e organizzato tutti gli insegnamenti dell’ARI. Prima di lui, gli insegnamenti dell’ARI non erano ordinati, per cui era impossibile studiarli. Ed è per questo che molte persone che iniziarono a studiare gli insegnamenti dell’ARI gli abbandonarono ed iniziarono a studiare i lavori del Ramak.

Anche io ho studiato il Ramak prima di scoprire Baal HaSulam, ed ho incontrato molte persone che studiavano il Ramak e non l’ARI perché tutto è chiaro ed ordinato nei libri del Ramak. Mentre dall’altra parte, i lavori dell’ARI non erano ordinati. Baal HaSulam li ha ordinati, dettagliati, spiegati, ed ha dato loro una forma: tre linee, la Seconda e Terza Restrizione, il Creatore e la creazione, la definizione delle parole, Sefirot, Parzufim, NRNHY, KHB, ZON, ha creato una compilazione di grafici dei Mondi Superiori – Il libro di HaElan.

Anche se ci sono alcune parti mancanti che lui avrebbe potuto mettere in ordine, (come Adam HaRishon e i mondi impuri di BYA), apparentemente lui non ha voluto lavorare su questo. Senza Baal HaSulam, noi non avremmo gli insegnamenti dell’ARI e sarebbe impossibile comprenderlo.

Quando adesso leggi altri Kabbalisti, tu li puoi comprendere perché sei abituato ai lavori di Baal HaSulam. Senza di lui, saresti confuso. Non importa quali testi guardi, se i libri di Hassidut. Il Ramak, Agra, o altri, tu sarai capace di comprenderli soltanto perché hai studiato Baal HaSulam.

Addirittura, senza gli articoli di Rabash, non saremmo capaci di capire cosa è richiesto da noi e qual’è il lavoro del Creatore. Senza questi due Kabbalisti, Baal HaSulam e Rabash, che si sono integrati uno con l’altro, non avremmo l’approccio corretto al metodo della correzione.

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Non guardare indietro

Una domanda che ho ricevuto: Tu ci ammonisci sempre di non guardare indietro, come la moglie di Lot che guardò indietro verso Sodoma e diventò una statua di sale. Quindi, vuoi dire che quando noi siamo molto ispirati dopo un congresso o un’attività di divulgazione, non dovremmo pensarci, ma guardare avanti al prossimo grado?

La mia risposta: Non guardare indietro significa non desiderare di essere negli stati in cui eravamo prima. Tuttavia, ciò non significa che un uomo dovrebbe chiudere con il passato, comportarsi come se non esistesse. Dovremmo imparare dal passato per migliorare il nostro stato di domani, così un uomo dovrebbe desiderare di essere nello stato di domani piuttosto che in quello di ieri. Questo è il significato di “non guardare indietro”.

Ad ogni modo, questo non ha niente a che fare con Sodoma.
Sodoma è quando una persona desidera fortemente ritornare al precedente livello, che è già stato rivelato come uno stato fallace. Non possiamo ritornarci più. Se ho deciso che il mio precedente stato era imperfetto e inadatto alla correzione, all’avanzamento verso l’obbiettivo, alla dazione, allora non ho scelta – ho bisogno di separarmene per andare avanti.

Ci sono degli uomini che guardano indietro; essi desiderano rimanere negli stati del passato, essere “piccoli”. Poiché questa situazione va contro lo sviluppo, ci è proibito di agire in questo modo. Invece, dobbiamo sempre cercare di muoverci verso il futuro.

Il mezzo per farlo è il gruppo. Se provo a sintonizzarmi con il gruppo anche di poco, riceverò sempre il mio stato futuro da esso, indipendentemente dallo stato in cui il gruppo oppure io mi trovo. Perciò, abbiamo sempre l’opportunità di andare avanti invece che di tornare indietro.

Lezione quotidiana di Kabbalah – 28.09.2010

Scritti di Rabash, Shlavei ha Sulam, Art. 19
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Dal Libro dello Zohar: Capitolo “VaYechi”(E Giacobbe visse nella terra d’Egitto) Punto 451, Lez. 26
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Rav Yehuda Ashlag: Talmud Eser Sefirot, Volume 6, Punto 105
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Rav Yehuda Ashlag: “L’ Amore per il Creatore e Amore per gli Esseri Creati ”, Lezione 2
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La linea di mezzo è l’anima

Lo Zohar. Capitolo, VaYeji (Giacobbe visse), Articolo 119) “Il Signore volle solo i tuoi padri”. “I tuoi padri”, in realtà sono tre: Abramo, Isacco e Giacobbe. Scrive “solo”, realmente solo, poiché non ce ne sono di più di questi tre e da loro, tutti gli altri si espandono e si afferrano, cioè tutti i gradi di BYA. Loro si elevano da MAN a ZoN, per coronare il Nome, per estendere nuovi Mochin alla Nukva, che si chiama “Nome”.

Lo Zohar ci conduce sempre alla linea di mezzo in tutti gli stati. Questa è la sua missione: mostrarci costantemente come possiamo organizzare le due linee che riceviamo dall’Alto, dal Creatore, che sono la forza della dazione e la forza della ricezione. Lo Zohar ci insegna a costruire la nostra realtà con esse, affinché ci troviamo al di sopra della forza della dazione e della ricezione. Ci eleviamo al di sopra di esse e le riceviamo nella misura in cui abbiamo la capacità di includerle una dentro l’altra. La loro combinazione mutua costruisce la linea di mezzo dentro di noi.

La linea di mezzo si costruisce con la somma delle due linee, usando il meglio di ambedue. La linea di mezzo si forma quando la linea sinistra si include in quella di destra e la linea di destra nella linea di sinistra ed allora si prende quello che ambedue condividono, le loro combinazioni mutue di ambo i lati (Malchut in Binà e Binà in Malchut). Così si forma la linea di mezzo.

Questo è il principio fondamentale e lo stesso succede con l’anima. L’anima non esiste a meno che non la costruiamo. A prescindere da che si chiami “una parte del Creatore in Alto”, di fatto questa parte non proviene dal Creatore, a meno che non la costruiamo attraverso la connessione tra noi. Questo vaso spirituale (il Kli) non esiste. Noi lo costruiamo sotto forma di una rete di connessione tra noi.

Lo stesso succede con la linea di mezzo perché è l’anima. La linea destra e la sinistra, la dazione e la ricezione arrivano a noi. Sono due forze della natura. Quando le combino in maniera corretta, allora la linea di mezzo o l’anima si forma a partire da esse.

Nelle nostre relazioni lavoriamo con le forze di dazione e ricezione. Prendendo come base la nostra ricezione, costruiamo la forma della dazione e così raggiungiamo l’anima, creando la linea di mezzo tra noi. Non c’è realtà a parte quella che costruiamo tra noi. Tutto si rivela lì, in quella realtà.

Lo Zohar ci porta la linea di mezzo dall’alto. Leggendolo, dobbiamo cercare di includerci in questa linea. Allora ci sintonizziamo con la stessa onda attraverso la quale ci arriva la Luce e ci riporta alla Fonte, il Creatore.

(Dalla seconda parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 30 Agosto 2010 sullo Zohar).

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