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Parashat settimanale del 06.08.2010

Parashat settimanale dal Libro dello Zohar “ Re’eh ”
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Un nuovo desiderio si presenta con una nuova Luce

Introduzione allo Studio delle Dieci Sefirot, Articolo 40: Perciò, come dici, “lavorato e trovato”? E se c’è lo sforzo qui, si sarebbe dovuto dire, “lavorato ed acquistato” o “lavorato ed acquisito” … Se c’è lo sforzo, allora non dovrebbe il nostro lavoro concludersi con un pagamento o una ricompensa, cioè, con un esito previsto?

In contrasto qui, abbiamo un distanza per mezzo della quale gli sforzi consci e prolungati sono coronati da una scoperta inaspettata, un risultato completamente differente che abbiamo immaginato essere la ricompensa. È qualcosa di nuovo ed inaspettato. Allo stesso tempo, anche se la riceviamo in forma di risultato non previsto, non ci deve deludere!

Ho lavorato per raggiungere un certo obbiettivo, prevedendo di ricevere una ricompensa egoistica che ho immaginato per me. Esercitando uno sforzo, ho agito in accordo alla mia mente ed ai miei sentimenti terreni. Tuttavia, mi sono trasformato lungo la strada! Ho acquisito un nuovo desiderio verso la dazione che non avrei potuto persino immaginare prima.

Il desiderio è cambiato, e così il riempimento previsto. Ho immaginato per me la ricezione come ricompensa, ma è risultato che la ricompensa è nella dazione, quando il Creatore viene rivelato in me. Tutto questo viene definito “una scoperta”: un nuovo desiderio ed una nuova Luce.

I Kabbalisti sullo scopo della Creazione, Parte 10°

Il raggiungimento dello scopo della creazione giace sull’umanità intera:

20) Però il fine della correzione del mondo sarà di mettere tutta la gente del mondo sotto il Suo lavoro …

Baal HaSulam, Arvut, La garanzia mutua, Articolo 20

Ogni uomo è obbligato a raggiungere la radice della sua anima.

Baal HaSulam, La mente che lavora

Ciò significa che ad ogni persona di Israele è garantito di ottenere finalmente tutte le meravigliose acquisizioni che il Creatore ha calcolato nel Pensiero della Creazione per dilettare ogni creatura. E chi non ci riesce in questa vita ci riuscirà nella successiva o la prossima, ecc … fino a che riesca a completare il Pensiero che il Creatore ha disegnato per lui, come è scritto nel Libro dello Zohar.

Baal HaSulam, Introduzione allo studio delle Dieci Sefirot, Articolo 155

Materiale correlato:

Laitman blog: I Kabbalisti sullo scopo della Creazione, Parte 9°
Laitman blog: L’importanza della divulgazione della scienza della Kabbalah, parte 1

Lezione quotidiana di Kabbalah del 06.08.2010

Dal libro di Shamati: “Qual è la differenza tra l’ ombra di Kedusha e l’ ombra di Sitra Achra” art. 8,
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Dal Libro dello Zohar: Capitolo “Lech-Lecha”, Punto 373, Lez. 22
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Introduzione alla Saggezza della Kabbalah, Pag.351, Punto 70, Lez. 33
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La Saggezza della Kabbalah e la sua Essenza, Lezione 5
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La Comprensione arriva solo dopo la Realizzazione

Lo Zohar, Capitolo “Tetzaveh (Comando)”, Articoli 132-133: “E i rami dei grossi alberi” sono tre, tre linee, HGT … “E i salici del ruscello” sono due, NH, che non hanno ne odore né sapore, come le cosce delle persone. Il Lulav (ramo di palma), Yesod, li prende tutti e li include, come il midollo spinale nel corpo … Con queste specie, che corrispondono a HGT NHYM, l’uomo dovrebbe essere visto prima del Creatore. Le foglie nell’albero della palma implicano per tutti gli altri eserciti, che si uniscano in questi appellativi con i quali viene chiamato il Creatore.

Lo Zohar è inteso per aiutarci a portare a termine la realizzazione piuttosto che la comprensione. La realizzazione significa la realizzazione del desiderio corretto ed iniziare a sentire e vedere la realtà spirituale. La comprensione viene soltanto dopo. Questo perché noi non abbiamo il Kli per la comprensione, non possediamo le proprietà che lo Zohar descrive.

Non riguarda un ramo di palma o di altre piante che conosciamo in questa vita. Lo Zohar ci parla di forze che acquisiscono la forma di rami particolari nel nostro mondo. Esso spiega le radici spirituali che noi non possiamo capire finché siamo inconsapevoli di dove esse siano ed a cosa assomiglino.

Ecco perché ascoltiamo lo Zohar senza la minima comprensione. Noi capiamo soltanto che esso descrive la realtà che ancora non percepiamo. Sbagliando, visualizziamo immagini di questo mondo, il quale è l’approccio sbagliato.

La nostra unica risorsa è pensare alla nostra unità ed a come rivelare ciò che è scritto nello Zohar, nella connessione tra noi. È una storia di connessioni all’interno del Sistema Superiore e della rivelazione del Creatore attraverso di esso.

Ecco perché Baal HaSulam scrive nell’Articolo 155 della sua “Introduzione allo Studio delle Dieci Sefirot” che i kabbalisti scrivono i loro libri non solo per se stessi con lo scopo di condividere la conoscenza, ma anche per tutti noi, come “un rimedio miracoloso” (Segulà). Anche se non capiamo ciò che leggiamo, ma manteniamo l’intenzione di raggiungere la realtà Superiore di cui parlano i libri cabalistici, noi attraiamo la Luce Circondante che ci riporta alla Fonte, al Creatore.

La Luce ci dirige e ci fornisce l’intenzione di dare invece dell’intenzione di ricevere per il nostro beneficio. Allora, noi cominciamo a sentire la realtà Superiore che esiste all’interno della proprietà della dazione. Cioè, noi raggiungiamo il mondo spirituale.