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Lezione serale di Kabbalah del 06.07.2010

Dal Centro Studi “Kabbalah per la Nazione”: “L’ Essenza della saggezza della Kabbalah”
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Inviate un capro espiatorio nel deserto

Lo Zohar, Capitolo Tetzavè, (Punto 102): Quando si disse, “Porta due capri maschi, uno per Me ed uno per l’accusatore, Sitra Achra, affinché pensi che ha mangiato dal Mio proprio cibo e non sappia dell’allegria del nostro altro banchetto. Egli prenderà questa parte”, GAR della sinistra, che si invia nel deserto, al luogo della distruzione, per restituirgli il suo dominio, cioè il punto medio del mondo distrutto …

In tutti i libri kabbalistici leggiamo delle azioni che dobbiamo effettuare per rivelare il vero mondo, per raggiungere la visione e la percezione corrette. Supponiamo che io non vedo dove mi trovo esattamente. Allora cerco di affinare i miei sensi, di pulire le lenti dei miei occhiali, di sgomberare la nebbia davanti ai miei occhi. Sto effettuando molteplici azioni che mi aiuteranno ad orientarmi in questo strano luogo che non comprendo.

I kabbalisti ci danno proprio questi consigli: le cose che abbiamo bisogno di fare per pulire i nostri canali sensoriali: la vista, l’udito, il gusto, il tatto e l’olfatto (cinque Sefirot), per orientarci nel nuovo spazio, per poterlo discernere. Per questo lo Zohar ci dice che se senti un ostacolo nella percezione, il tanto menzionato “GAR, la linea sinistra” allora bisogna smettere di utilizzarlo ed “inviarlo nel deserto”.

Ovvero, lo Zohar descrive come bisogna lavorare con i sensi e ciò che dobbiamo fare per avvicinarci sempre di più verso l’orientamento corretto nello spazio in cui ci troviamo. In essenza, tutta la saggezza della Kabbalah parla soltanto di come raggiungere la nuova realtà, invece di percepire questo mondo immaginario.

Dopotutto, in realtà non andiamo da nessuna parte, non voliamo, né cambiamo. Restiamo nello stesso luogo e nello stesso stato. Perfezioniamo soltanto i nostri sensi. Per questo, la Kabbalah si chiama la scienza della ricezione, la scienza della percezione (in ebraico la parola Kabbalah proviene dalla parola “Lekabel” – ricevere).

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Lezione quotidiana di Kabbalah del 06.07.2010

Scritti di Rabash, Shlavei ha Sulam, Vol.1, Art. 6
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Dal Libro dello Zohar: Capitolo “Vayetze”(E Giacobbe uscì), Punto 312, Lezione 18
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Rav Yehuda Ashlag: Talmud Eser Sefirot, Punto 10, Lezione 4
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Rav Yehuda Ashlag: Introduzione al libro: “Panim Meirot uMasbirot”, Punto 10, Lezione 9
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Apocalisse 2010

Un mio vecchio amico, un famoso fisico che ho conosciuto quando studiavo a San Pietroburgo, Yuri Magarshak, degli Stati Uniti ed il fisico Evgeni Levich, di Israele, hanno pubblicato un articolo con il titolo di “Apocalisse” sul giornale in linea “Vremya”. Nell’articolo espongono che la tragedia nel Golfo del Messico potrebbe risultare un tremendo tornado e scatenare avvenimenti apocalittici. Al riguardo vorrei fare alcuni commenti.

1. Una catastrofe ai giorni nostri, di una magnitudine senza precedenti, può cambiare la vita nel nostro pianeta e certamente causare cambiamenti globali: economici e politici. L’unica cosa che possiamo fare è osservare ciò che avviene perché l’umanità non ha rimedio per soffocare questo disastro.

2. Le cose avvengono non secondo un copione apocalittico, ma in conformità ad uno scenario kabbalistico che ci dice che la nostra generazione attraverserà tali terribili sofferenze, da vederci forzati a cercare una risposta alla domanda “Quale è lo scopo della nostra esistenza?”. Una volta scoperta la risposta, dovremo costruire il nostro futuro di conseguenza.

3. Secondo la Kabbalah, la Natura compie il suo piano di sviluppo dell’essere umano e ci obbliga a passare da una esistenza incosciente, attivata dalla sofferenza, allo sviluppo cosciente. La catastrofe ecologica nel Golfo del Messico è solo un anello di questa catena. Come risultato di questo sviluppo, le persone riveleranno la parte nascosta della Natura e raggiungeranno la perfezione e l’eternità.

4. La Kabbalah ci offre la possibilità di passare lungo questa tappa del nostro sviluppo senza sentire la pressione delle sofferenze, ma proseguendo essendo attratti da un obbiettivo benevolo. La possibilità esiste. Preghiamo Dio che questi autori vengano ascoltati!

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