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Il cambiamento psicologico che trasforma il mondo completamente

Domanda: Perché Baal HaSulam scrive che il passo verso la natura della dazione non è più che un problema psicologico? Allora, che difficoltà c’è in questo?

Risposta: Il problema psicologico consiste nel cominciare a trattare ciò che mi succede come un’influenza esterna che agisce su di me. Dopo già si uniranno tutti i mondi, però per adesso, per noi, questa è una questione psicologica.

Dobbiamo provare a separarci da noi stessi, ed osservarci e valorizzarci come fosse da fuori (gli ubriachi a volte hanno questa sensazione di sdoppiamento).

La cosa importante è analizzare se stessi e dire che tutto ciò che mi succede, nel cuore, nella mente e nella mia vita in generale è dovuto al fatto che il Creatore mi riempie, mi dirige e gioca con me. Io non sono io, ma il suo gioco ed io stesso lo osservo.

Cosa posso fare? Sono completamente sotto il potere del riempimento interno che Lui mi fornisce; però in più mi ha dato un punto di “Archimede” per osservarmi e dire: “Tutto ciò che penso e tutto ciò che sento, tutto proviene da Lui”.

Domanda: Come ascendere al di sopra di questo stato?

Risposta: Bisogna esigere da lui che cambi la mia natura. In ogni occasione, Lui mi offre delle condizioni esterne speciali ed io devo chiedergli di cambiare le condizioni dentro di me (le mie qualità) e che le porti all’equivalenza con le condizioni esterne (le qualità del Creatore).

Per esempio, se entrassimo in un luogo con delle condizioni esterne che non siamo capaci di sopportare, normalmente desidereremmo cambiare l’ambiente a nostro piacimento.

“Il cambiamento psicologico” risiede nel capire che bisogna cambiare non le condizioni esterne, ma noi stessi. Dobbiamo adattarci alle condizioni esterne perché è impossibile cambiarle.

Possiamo trasformarci nell’equivalenza al nuovo ambiente ed allora ci sentiremo bene in esso! Questo è un cambiamento psicologico, una nuova maniera di trattare i cambiamenti che oggi avvengono nell’umanità; ma noi, come sempre, desideriamo cambiare la natura circostante e costruire il mondo secondo il nostro giudizio.

Tuttavia, già siamo entrati in un nuovo programma e questo mondo (ossia il Creatore, che lo dirige interamente) esige da noi che cominciamo adesso a cambiare andandogli incontro.

Intorno a me appaiono nuove condizioni: l’oscurità arriva nel mondo, tutto si avvolge, si contrae, diventa confuso e terrificante. Innanzi a ciò, non devo chiedere il cambiamento del mondo che mi circonda, ma di me stesso.

Lezione quotidiana di Kabbalah del 23.06.2010

Dal Libro dello Zohar: Capitolo “Vayetze”(E Giacobbe uscì), Punto 88, Lezione 7
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Rav Baruch Ashlag: Dagli scritti di Rabash,Shlavei ha Sulam, Punto 68, Lezione 22
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Rav Yehuda Ashlag: Introduzione allo studio delle Dieci Sefirot, Punto 76, Lezione 18
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Rav Baruch Ashlag: Dagli scritti di Rabash, Shlavei ha Sulam, Art: “Fatti un Rav e comprati un’ Amico”
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Lezione quotidiana di Kabbalah – 23.05.2010

Il Libro dello Zohar, Capitolo “VaYikra”, Articolo 150
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Rav Yehuda Ashlag, Prefazione al Commentario del Sulam, Punto 16
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Rav Yehuda Ashlag, Introduzione allo studio delle Dieci Sefirot, Punto 1
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Rav Baruch Ashlag, “Riguardo all’Amore degli Amici”
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Il Lavoro Interno di un Kabbalista: “Riguardo all’Amore degli Amici” – 23.05.10

Articolo, “Riguardo all’Amore Degli Amici:”

1. Perchè ho bisogno dell’amore degli amici?

L’amore degli amici è la connessione fra le anime.

“Io” sono la mia anima, un “amico” è un’altra anima, ma l’amore è il tipo di connessione tra di noi per cui lui diventa più importante per me di me stesso e di conseguenza io divento più importante per lui di lui stesso. Devo sentire i suoi desideri più vicini dei miei stessi desideri. Questo è riconosciuto come ama gli altri come te stesso.

Tuttavia amare gli altri non vuol dire sentire I desideri materiali del nostro mondo e servirli, più propriamente vuol dire unire I nostri desideri per raggiungere il Creatore. Sto edificando una forma spirituale completamente nuova, l’anima comune di Adam HaRishon , che non è mai esistita prima d’ora e che si trova al di sopra della realtà fisica.

2. Perchè ho scelto questi amici speciali, e perchè loro hanno scelto me?

Ho veramente scelto io questi amici? La forza dall’Alto mi ha condotto a questo gruppo . E quindi da dove inizia la mia libera scelta? Noi edifichiamo la nostra libera scelta ogni giorno, verificando costantemente il perché dobbiamo unirci con gli amici.

a.) Vedo in loro, e loro in me, il punto nel cuore, cioè il desiderio di unirsi per raggiungere l’adesione con il Creatore?
b.) Che tipo di connessione dovrei instaurare per scoprire Lui tra di noi secondo la legge dell’equivalenza della forma?

3. Ogni amico dovrebbe esprimere apertamente il suo amore o basta che sia nascosto nel suo cuore?

Ognuno deve esprimere apertamente il suo amore per il gruppo . Facendo questo, aumenterà l’amore nel cuore dei suoi amici e così rimarrà impressionato da loro. Se prima possedevo solo la mia forza individuale dell’amore per gli amici, ora potrò ricevere la forza da tutti gli amici del gruppo.

Bisogna sempre ricordare lo scopo del gruppo che è quello di unirsi al Creatore.

Un gruppo kabbalistico è fondato sull’amore degli amici perchè è il trampolino per raggiungere l’amore del Creatore. Questa è la ragione per cui dobbiamo mostrarci come esempi di amore per l’altro.

4. E’ necessario sapere le mancanze di ogni amico per poterle riempire, o basta amare gli amici generalmente?

Basta amare gli amici generalmente, in modo di assicurarci che a quell’amico non manchi la motivazione, il sostegno nel cammino, l’ispirazione e il sentimento dell’importanza del Creatore e del gruppo e di provvedere a tutto questo al meglio delle proprie capacità.

(Dalla 4° parte della Lezione quotidiana di Kabala 23.05.10, Articolo “Riguardo all’Amore Degli Amici)

Riassunto Completo dell’Articolo

1. Perchè ho bisogno dell’amore degli amici?

L’amore degli amici è la connessione fra le anime.

“Io” sono la mia anima, un “amico” è un’altra anima, ma l’amore è il tipo di connessione tra di noi per cui lui diventa più importante per me di me stesso e di conseguenza io divento più importante per lui di lui stesso. Devo sentire i suoi desideri più vicini dei miei stessi desideri. Questo è riconosciuto come ama gli altri come te stesso.

Tuttavia amare gli altri non vuol dire sentire I desideri materiali del nostro mondo e servirli, ma più propriamente vuol dire unire I nostri desideri per raggiungere il Creatore. Quando i nostri desideri si uniscono in un unico grande desiderio che sarebbe sufficiente nella forza e nella qualità di dazione (simile agli attributi del Creatore), allora diventa una forza per scoprire il Creatore come una terza parte che risiede nella nostra connessione, tra di noi.

Allora la domanda che sorge:
а.) Perchè ho bisogno dell’amore degli amici? E’ per raggiungere il Creatore?
b.) Sono consapevole del fatto che non posso raggiungere questo obiettivo da solo, ma solamente grazie agli amici?
c.) Gli Amici sono coloro a cui tengo di più di me stesso. Nella nostra connessione scopro la proprietà della dazione nella quale il Creatore si rivela, Lui a me. Significa che sto edificando una forma spirituale completamente nuova, l’anima comune di Adam HaRishon, la quale non è mai esistita prima d’ora e che è al di sopra della realtà fisica.

2. Perchè ho scelto questi amici speciali, e perchè loro hanno scelto me?

Ho veramente scelto io questi amici? La forza dall’Alto mi ha condotto a questo gruppo . E quindi da dove inizia la mia libero scelta?
Noi edifichiamo la nostra libera scelta ogni giorno, verificando costantemente il perché dobbiamo unirci con gli amici.

a.) Vedo in loro, e loro in me, il punto nel cuore, cioè il desiderio di unirsi per raggiungere l’adesione con il Creatore?
b.) Che tipo di connessione dovrei instaurare per scoprire Lui tra di noi secondo la legge dell’equivalenza della forma?

3. Ogni amico dovrebbe esprimere apertamente il suo amore o basta che sia nascosto nel suo cuore?

Ognuno deve esprimere apertamente il suo amore per il gruppo . Facendo questo, aumenterà l’amore nel cuore dei suoi amici e così rimarrà impressionato da loro. Se prima possedevo solo la mia forza individuale dell’amore per gli amici, ora potrò ricevere la forza da tutti gli amici del gruppo.

Se tuttavia, non rivelo questo amore agli amici, non sarò capace di ricevere la loro forza. Ognuno potrà pensare di essere il più virtuoso nell’amare i suoi amici e che gli altri non lo amano. Egli giudicherà gli amici e rimarrà solamente con la sua piccola forza. Quindi, l’amore deve essere dimostrato apertamente e non essere nascosto.

Bisogna sempre ricordare lo scopo del gruppo che è quello di unirsi al Creatore.

Altrimenti il corpo (desiderio) dimentica immediatamente lo scopo spirituale (riempimento, dazione) e inizia a pensare ai suoi guadagni egoistici (al profitto che può ottenere dall’amore degli amici e dal Creatore).

Pertanto, in ogni momento, devo controllare la mia attitudine verso il Creatore, verso il gruppo (il mezzo per raggiungere Lui), verso gli amici, e verso lo studio. Tutto deve essere valutato a norma per lo scopo finale.

Un gruppo kabbalistico è fondato sull’amore degli amici perchè è il trampolino per raggiungere l’amore del Creatore (lo scopo). Questa è la ragione per cui ho bisogno degli amici, per dare a loro. Se ho bisogno degli amici per ricevere da loro è un gruppo che coltiverà solo il mio egoismo.

Un amico mi deve dimostrare quanto desideri donare e annullare se stesso, e farlo silenziosamente attraverso il suo atteggiamento verso lo studio e il gruppo. Poi, la mia forza originaria della dazione aumenterà secondo il numero degli amici. Ma se gli altri non mi dimostrano il loro amore, gradualmente perderò anche la forza che possedevo e annegherò nell’amore per me stesso. Questa è la ragione per cui dobbiamo mostrarci come esempi di amore per l’altro.

4. E’ necessario sapere le mancanze di ogni amico per poterle riempire, o basta amare gli amici generalmente?

Basta amare gli amici generalmente, in modo di assicurarci che a quell’amico non manchi la motivazione, il sostegno nel cammino, l’ispirazione e il sentimento dell’importanza del Creatore e del gruppo e di provvedere a tutto questo al meglio delle proprie capacità.

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Lezione introduttiva: “Libertà di scelta” – 22.06.2010

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Scegliere la Buona fortuna nel gruppo

Domanda: Come posso annullarmi davanti all’ambiente se non ho il desiderio di farlo?

Risposta: Devi capire che non c’è scelta; ti trovi davanti ad un muro. C’è un gruppo; annullati davanti ad esso e riceverai da questo l’importanza dello scopo. È come riempire il serbatoio di benzina in una stazione di servizio. Ti ricarichi con il gruppo, e così puoi guidare qualche chilometro in più. Se torni a ricaricare, allora puoi avanzare un po’ di più e così via. Ciò che mi dici è: “Non voglio ricaricare di benzina, ho difficoltà ad arrivare fino al distributore, cosa posso fare? Non hai scelta poiché ci sono strette leggi che lo governano.

Chiedi ai tuoi amici che ti aiutino, come è stato detto “Aiuta il tuo amico”; ma una volta chiarite tutte le condizioni, non c’è nient’altro da chiedere. Devi agire. Non aspettarti di trovare una porta secondaria che porti alla spiritualità, perché non esiste!

Esiste solo un principio: “Siamo sotto l’influenza dell’ambiente che noi scegliamo”. Il Creatore lo ha creato in questa maniera perché siamo parti di un’anima unica e tutti dipendono dagli altri. Questa dipendenza, continua anche dopo la frammentazione dei vasi. Ricevi una cattiva o una buona influenza, ma in ogni caso, la persona dipende totalmente dall’ambiente (società).

Ti si presenta l’opportunità di entrare in una società che aspira alla spiritualità; ma adesso sei tu a decidere in che maniera stabilirti in essa. Il Creatore prende la tua mano, la mette sulla buona fortuna e dice “Prendila!”. Adesso tutto dipende da te: se la prendi oppure no. Lui non può più aiutarti in niente poiché, in altro modo, ti priverebbe del tuo libero arbitrio. Se Lui fa il lavoro per te, la tua individualità cesserebbe di esistere;

ma se la persona desidera attaccarsi alla sua antica condotta, cioè comportarsi secondo quello che detta la sua natura, come fa l’animale nella sua interiorità, questa è la sua scelta. Come può diventare “un essere umano?” Deve elevarsi al di sopra “dell’animale” che porta dentro e capire che deve vincere se stesso ed annullarsi davanti al gruppo. Dal primo momento qualunque atto consiste solo nel sentire l’importanza degli altri ed unirsi ad essi. Da solo non potrai riuscirci.

Solo uniti possiamo cambiare o raggiungere quello che è. Se non è in unione, tutto ciò che farai sarà invano. Non ti realizzerai come un essere umano e continuerai ad essere un animale. Un “umano” è qualcuno che è nato grazie al fatto che si è annullato davanti a questo ambiente così particolare. Suona paradossale ma è così.

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Lezione quotidiana di Kabbalah del 22.06.2010

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L’Ostacolo tra noi e Lo Zohar

Ho ricevuto una domada: Perché è cosi difficile da capire Lo Zohar? Si deve all’incomprensione del testo o alla nostra mancanza di sentimento e inabilità di staccarci dal nostro mondo familiare ?

La mia risposta: Esiste solamente una difficoltà: è necessario sottoporsi ad una chirurgia senza anestetico, con piena consapevolezza e desiderio. Dobbiamo sopportare un trapianto che ci toglierà il nostro cuore e mente egoistici e impianterà l’amore per tutti, insieme a pensieri soltanto su questo.

Lezione serale di Kabbalah del 21.06.2010

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Lavoro di gruppo sugli Articoli di Rav Baruch Ashlag: Art. 759
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Fa quello che vuoi ma non lasciare

Ho ricevuto una domanda: Durante la lezione sullo Zohar mi sento tirare da una parte all’altra come in una nave durante una tempesta. Alcune volte la prendo bene, mentre altre ne sono spaventato. È un bene per me o è il contrario?

La mia risposta: Dobbiamo capire che non c’é un collegamento tra quello che leggiamo, che sentiamo, e perfino quello che succede dentro di noi. Durante la lezione Lo Zohar lavora dentro di noi come se noi stessimo toccando i pulsanti di un apparecchio del quale non conosciamo il funzionamento. È come un bambino che prende un telefono cellulare da la tasca del padre, gioca con i tasti e tutt’un tratto chiama qualcuno o invia un messaggio. In modo similare, quando studiamo Lo Zohar stiamo pigiando “tasti” senza saper quali forze stiamo istallando. Per cui, le reazioni che sentiamo in risposta non sono per niente collegate con le nostre azioni iniziali.

Possiamo pensare ai nostri amici, al mondo intero, al Creatore con amore e all’improvviso ci troviamo afflitti con altre tematiche, chiedendoci “Perché sto cercando di fare questo?” Oppure può succedere che ci troviamo ad incolpare il Creatore, Il gruppo, noi stessi e tutt’un tratto appare qualcosa di buono che non credevamo di meritare.

Lo Zohar ci parla come un genitore parlerebbe a un figlio che non capisce quello che gli si sta dicendo. Il genitore sa tutto sul suo bambino, ma il bambino non capisce niente su di lui. Nella spiritualità siamo al livello di un bambino. E per questo che non dobbiamo trarre conclusioni basate sulle nostre sensazioni, perché non sono propriamente collegate.

Può essere che ci troviamo a pensare che tutto è un disordine e sentiamo soltanto problemi e confusione, quando invece tutto è in perfetto ordine. Dobbiamo stare attenti a non badare a quello che succede e continuare con i nostri studi fino l’arrivo della liberazione. Siamo avvisati che dobbiamo smettere di preoccuparci su qualcosa che succede durante in nostro percorso, ed è scritto “Fa quello che vuoi, ma non lasciare !”

Abbiamo bisogno di una certa misura di persistenza, devozione e pazienza nel nostro percorso spirituale. Baal HaSulam scrive nella “Prefazione allo Studio delle Dieci Sefirot” che “Soltanto quelli eroi che possiedono vera pazienza riescono a salire la montagna ed entrare nel Palazzo del Re”.
Per cui, dobbiamo permettere a Lo Zohar di influenzarci attraverso la Luce Circostante.