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Lezione serale di Kabbalah del 27.06.2010

Lezione virtuale: Introduzione allo studio dello Zohar, Preparazione
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Lezione virtuale: Introduzione allo studio dello Zohar
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Lo Zohar: su Adam HaRishon e Abramo

Lo Zohar, Maggior correzioni

Adamo fu la prima persona a rivelare l’ordine delle azioni che conducono al successo spirituale. Egli trasmise questa saggezza ai suoi discepoli “di bocca in bocca”; ed ognuno può aggiungere i suoi amici (Baal HaSulam, “L’insegnamento della Kabbalah e la Sua Essenza”).

Uno: il Creatore è Uno, tutta la realtà è inclusa in Lui in tutti i tempi; tutto scaturisce da Lui, Egli è perfetto a prescindere dall’apparente imperfezione della creazione. I Kabbalisti chiamano questa indagine “Uno”.

Abramo stabilì le basi di questa indagine nel suo Libro della Creazione, egli giunse alla conclusione che non ci sono due differenti autorità del bene e del male, ma piuttosto tutto è governato solo dal bene (Baal HaSulam, “Il Carattere della Kabbalah”).

Il Libro dello Zohar, Prefazione (abbreviata)

1.Abramo è la radice della misericordia nelle anime. Ecco perché ha corretto l’anima comune (Shechinà) e l’ha resa idonea al riempimento della Luce della Misericordia.

Ma se la Luce della Misericordia (Hassadim) fosse stata nelle anime dei discepoli di Abramo (“la gente di Israele”, il gruppo che creò), essi non avrebbero potuto esercitare il loro desiderio di ricevere piacere. Ecco perché la Luce della Misericordia non portò a compimento il Pensiero della Creazione. Questo perché l’idea più importante dietro il Pensiero della Creazione è di soddisfare le creature specificamente ricevendo il riempimento da Lui.

2. Questa è la ragione per la quale Abramo (la proprietà della dazione) diede vita ad Isacco (la proprietà della ricezione). Come risultato della correzione di Abramo, Isacco scoprì l’esistenza di un’anima comune che era in uno stato di completa perfezione, riempita di Luce di Misericordia. Allora egli sentì il suo desiderio di ricevere l’intera perfezione che era stata predeterminata dal Pensiero della Creazione.

In altre parole, Isacco risvegliò in lui il desiderio di ricevere dal Creatore con l’intento di dare, il che significa che il desiderio di ricevere emerge solo a causa del desiderio di Colui che da; se Colui che da non lo avesse desiderato, l’anima non avrebbe posseduto neppure il più piccolo desiderio di ricevere niente da Lui.

Questo tipo di ricezione con lo scopo di dare è considerato dazione, poiché è una qualità che non è supportata dall’egoismo. Esso ha completamente corretto il desiderio generale (Shechinà) per ricevere la totalità dell’abbondanza che era stata programmata al tempo della creazione.

3.Tuttavia, poiché il mondo non era pronto per la completa correzione, il malvagio Esau apparve e corruppe il processo della correzione.

Esau non seguitò “a ricevere unicamente con lo scopo di dare” come per la correzione di Isacco; egli peccò, ricevendo “per il proprio beneficio”. Anche quando egli riuscì a capire che Colui che da non voleva che lui ricevesse, egli continuò a ricevere piacere per il suo beneficio ed ecco perché le Klipot “si legarono” a lui.

Poiché Giacobbe era conscio del “difetto” di Esau, egli corresse l’anima nella proprietà della trepidazione. Ecco perché si dice: “la sua mano che afferra il calcagno di Esau”. Come risultato, le correzioni di Abramo ed Isacco furono unite e non furono commesse trasgressioni.

4. Ma questa correzione non fu finale poiché essa risultò dalla paura del peccato che proviene dal “Calcagno di Esau”. Quando la completa correzione ha luogo, la paura del “Calcagno di Esau” viene annullata e la trepidazione appare dalla grandezza del Creatore. La paura di Giacobbe serve a correggere tutte le generazioni del popolo di Israele finché non viene raggiunta la correzione completa.

5.Tutti devono attraversare la correzione e facendo ciò, percepiscono l’anima creata dal Creatore. Questo significa ottenere le “qualità degli avi”.
Solo dopo l’acquisizione di simili proprietà, la correzione dell’anima comincia; si eleva dallo stesso dallo stesso posto che Giacobbe lasciò per noi, cioè elevando la trepidazione ad un grado in cui essa dipende unicamente dalla grandezza del Creatore. Successivamente, la Luce Superiore viene attratta attraverso questa elevata proprietà della trepidazione per guidarci verso la completa correzione.

6. La ragione di tutte le afflizioni che emergono in questo mondo è esclusivamente di correggere il desiderio di ricevere nelle anime, in maniera tale che esse siano pronte a ricevere tutta l’abbondanza inclusa nel Pensiero della Creazione.

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Vuoi predire il futuro o cambiarlo

Ho ricevuto una domanda: Perché la Kabbalah parla dei “segni dello zodiaco” (Mazalot) , facendo sembrare che ci sia un collegamento con l’astrologia?

La mia risposta: Bene, da dove si suppone che l’astrologia abbia preso le sue nozioni, se non dalla Kabbalah? L’uso di questa terminologia risale fino ad Abramo. Dopo tutto, il nostro intero sistema in tutti i livelli (inanimato, vegetativo, animato e parlante) e è parallelo al sistema dei Mondi Superiori, da dove scendono le forze che s’imprimono nel nostro mondo in tutti i livelli. È per questo che vediamo le stesse correlazioni nelle costellazioni celesti, dato che sono state create dalle stesse leggi d’accordo con il collegamento tra rami e radici.

L’unico problema è il nostro approccio. Il testo Midrash Raba (Il grande Commentario) dice che Abramo usava uscire di notte a guardare le stelle. Forse si chiedeva “Sono io ad essere sotto il controllo delle stello o esiste un’altra Forza Superiore che al di sopra di tutte quante? Se io sono sotto il potere delle stelle, allora devo adorarle, ma se esiste una Forza Superiore sopra di loro, allora le stelle sono soltanto dei segnali. Sicuramente sono dei segnali corretti che se vengono letti da coloro che sanno farlo per raccontare quello che sta succedendo nel sistema sopra di loro.

Tuttavia, per caso tutti gli esperti in astrologia capiscono questo? Se sono come Haman, che viene descritto in “Mergilat Ester” come un esperto astrologo, allora sarebbe interessante per noi sentire quello che questo grande astrologo ha da dire. Dopo tutto, lui aveva raggiunto il Creatore.

Una persona che desidera arrivare alla verità aspira più in alto delle stelle e dei segni dello zodiaco. È per questo che vediamo i segni celesti solamente come simboli che ci mostrano forze superiori. Il nostro vero scopo è raggiungere la Forza che governa questi simboli, aderire a lui, ed innalzarci al suo livello.

I simboli celesti sono strutturati nella stessa maniera in cui lo sono i segni di Zeir Anpin “in cielo”, che è Bina. Tutte le stelle in cielo sono il collegamento di Bina con Zeir Anpin, e noi siamo influenzati da loro quando raggiungiamo Sefira Yesod. Una persona che sa come leggere questo “libro celestiale” può capire questi simboli.

Ma a cosa ci serve capire questi simboli? Il nostro punto focale e la nostra attenzione devono stare più in alto delle stelle e dei segni zodiacali. Dobbiamo cercare la forza che gli controlla. Per cui è proibito occuparsi di astrologia perché ci impedisce di raggiungere la meta della creazione. Non ci porta verso il traguardo, ma piuttosto distoglie la nostra attenzione su di esso.

Se una persona sale e raggiunge il Sistema Superiore, allora capisce tutti i simboli e come sono riflessi in basso. Tuttavia, non è interessato in questo perché il suo lavoro è concentrato nelle Forze Superiori, che influenzano la sua anima direttamente. Non è interessato in segnali meccanici nel nostro mondo, che sono semplicemente una dimostrazione di livello inferiore di quello che è già successo in alto. Perfino gli eventi che accadranno in futuro sono già scesi e si sono materializzati; semplicemente non gli sentiamo ancora.

Perciò, non ha senso cercare di scoprire il futuro, perché cosi facendo non saremmo in grado si cambiare il nostro destino. Se vuoi cambiare il tuo destino, devi salire al livello del destino. Questo è il livello della fortuna (Mazal) – il livello della Luce.

Lezione quotidiana di Kabbalah del 25.06.2010

Dal libro di Shamati: Art. 99, “ Egli non disse maligno o giusto”
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Prefazione alla Saggezza della Kabbalah: Pag.596, Punto 61, Lez.27
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Dal Libro dello Zohar: Capitolo “Vayetze”(E Giacobbe uscì), Punto 132, Lez.9
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I filtri “appannati” che oscurano la nostra visione della realtà

Esistiamo in un sistema che si chiama creazione unica, Anima o Adamo. Questo sistema è stato creato dal Creatore. Siamo connessi al suo interno attraverso legami permanenti come gli organi di un corpo. La nostra connessione mutua è piena della vita di questo sistema: la Luce. Questo sistema si chiama il Mondo dell’Infinito, poiché tutto in esso è illimitato e perfetto.

Nel Mondo dell’Infinito, tutte le sue parti sono unite dall’amore e piene di Luce Infinita; però, il Creatore, copre questo mondo infinito con dei filtri restrittivi, uno dietro l’altro, appannandolo tutto. È come realizzare una magnifica pittura e dopo ricoprirla con una pellicola di plastica che appanna la visione del quadro. Dopo, sotto i 125 strati di plastica addizionali e successivi, la pittura originale si vede ancora più appannata. Questi sono i 125 livelli che riducono gli attributi della dazione e dell’amore che ci connettono nel sistema del Mondo dell’Infinito.

Ci troviamo nel livello esterno e non percepiamo assolutamente gli altri livelli. Per questo, all’interno del nostro livello, il sistema della connessione è completamente distrutto. Invece di sentire l’amore che ci unisce nel Mondo dell’Infinito, ci odiamo, non percepiamo la nostra connessione reciproca e siamo separati, divisi e frammentati. Da questo stato così basso, il Creatore desidera farci ritornare al primo livello, che è illuminato e pieno di benessere, affinché, attraverso questi livelli, filtri e mondi (“mondo” in ebraico è “Olam” che significa occultamento) ritorneremo all’Infinito.

Per tanto, il Creatore ci chiama e ci risveglia. Precedentemente, Egli ci sviluppava attraverso il nostro egoismo, affinché potessimo capire e sentire di più e condurre meglio le nostre vite; però, arrivando ad una certa maturità, il Creatore comincia a farci progredire qualitativamente. Non è più sufficiente evolverci aumentando il nostro egoismo. Adesso, dobbiamo diventare equivalenti al Creatore nei nostri attributi, per ricevere un tipo equivalente di forma e desiderio e non solo coltivarlo come abbiamo fatto nel corso della storia. È per questo che il nostro stato attuale di sviluppo è così particolare.

Nel realizzare uno sforzo per allinearci con il livello più interno, connettendoci fortemente tra noi, attraiamo la Luce del Creatore che ci illumina a distanza, come la Luce Circondante (Ohr Makif). Ci correggiamo affinché l’amore e la dazione regnino tra noi.

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Come funziona il meccanismo della correzione

Domanda: Come posso passare il mio punto nel cuore attraverso il gruppo, il quale funziona come un amplificatore spirituale?

Risposta: Usiamo mezzi esterni: i libri, il gruppo,il maestro, il nostro sistema di educazione e le connessioni che abbiamo in tutto il mondo. I kabbalisti determinarono queste condizioni per noi.

Se utilizziamo questi mezzi, costruendo per noi delle tracce esterne, ed includiamo il nostro desiderio verso la spiritualità in questo sistema, allora il desiderio comincia a crescere.

All’inizio ho solo il mio punto nel cuore. Questo punto lo do ai miei amici, ricevendo da loro tutti i loro punti! Però, di fatto, il sistema di connessione tra noi, tra le nostre anime, già esiste!

Tutto è stato preparato in anticipo durante la discesa dai mondi dall’alto verso il basso. Questa struttura è stata disposta per la nostra ascesa dal nostro mondo al Mondo dell’Infinito.

Ho bisogno solo di capire come incorporarmi in questo sistema: annullare me stesso, vedere gli altri come già corretti e desiderare, attraverso loro, di ricevere la Luce della Correzione.

Allora, riceverò dagli altri i loro desideri per la dazione, che aumenteranno a loro volta il mio desiderio. Dal principio io avevo un piccolo punto nel cuore, però non sapevo dove era diretto;

però io mi sforzavo nel gruppo e volevo entrare in esso, con questo io facevo già un’azione di dazione! Come risposta, ho ricevuto dagli altri una vera forza, un vero desiderio di dare!

All’improvviso vedi che realmente desideri ed apprezzi questo. Allora, ti arriva la seguente paura: “raggiungerò la dazione al Creatore, o finirò col non poterlo fare in questa vita?”

Per ora sono pensieri egoisti, però vertono su come si può ottenere la dazione! Questo si chiama “Lo Lishmà”: (a) cercare di dare e (b) pensare al beneficio.

Risulta che attraverso il gruppo, ricevi una direzione più interna, una direzione verso il Creatore.

Quando aspiri a Lui, allora ti avvicini alla fede, cominci ad attrarre su di te altra Luce Circondante.

Non è che la Luce cambi, tu sei cambiato! Per questo, la Luce ti influenza in un’altra maniera. Adesso la Luce può darti la qualità della dazione.

Quando ottieni la qualità della dazione, allora cominci ad ascendere al di sopra del tuo egoismo …

Questo è quanto volevi ottenere dal principio, però la Luce ha organizzato tutto in maniera tale che adesso puoi farlo non attraverso la forza, ma secondo il tuo desiderio.

All’improvviso, senti in che maniera ti riempie la qualità della fede, cioè la qualità della dazione; perché la fede è la dazione, Binà.

Essa ti libera dal tuo ego! Non è che ti separi dall’egoismo, ma ti da la forza per ascenderne al di sopra.

Questo è già al di sopra del Machsom.

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Quali parole non possono trasmettere

La cosa più importante quando si studia la Kabbalah sono i nostri sentimenti. Non è possibile per noi rivelare una impressione spirituale nei nostri sensi esteriori terrestri. Può essere sentita soltanto all’interno dei nostri vasi dell’anima (Kelim).

I libri Kabbalistici usano il linguaggio dei rami dove ogni parola punta ed è collegata alla sua Superiore Radice Spirituale. Ogni radice spirituale ha il suo ramo corrispondente nel nostro mondo; comunque, la parola in se non ha l’abilità di trasmettere un sentimento. Questo succede perché per far si che ciò accada, noi dobbiamo essere nel sentimento stesso.

Una parola rappresenta un vaso con il suo appagamento. Questo è lo scheletro del Kli, cioè uno schermo e la Luce Riflessa, ed uno stato interiore che è il nome a quattro lettere del Creatore HaVaYaH.

Noi formiamo le parole e frasi da “pezzi” chiamati “Taamin” (sapori), “Nekudot” (i punti sotto le lettere), “Tagin” (piccole corone sopra le lettere) ed “Otiot” (lettere). Questo ci consente in qualche maniera di descrivere stati spirituali, collegamenti, relazioni e l’intero processo di transizione tra gli stati.

Comunque sia, non possiamo trasmettere gli stati in se perché ognuno ha un proprio vaso di comprensione. L’unica cosa che possiamo trasmettere uno all’altro è l’informazione esteriore sulla preparazione del vaso spirituale ed il livello di collegamento tra le forze. Tuttavia siamo incapaci di trasmettere i sentimenti. Per cui ognuno di noi deve “visualizzare” interiormente (sentire nel proprio cuore) le azioni che sono descritte per mezzo delle parole.

Giustificare il Creatore

Domanda: Cosa significa giustificare il Creatore? Come si manifesta questo processo all’interno di una persona?

Risposta: Una persona giustifica il Creatore, tutta la creazione, tutto il processo di sviluppo ed il governo Superiore una volta che attraversa i 125 gradini, dietro i quali si occulta il Creatore stesso. Quando una persona assume l’occultamento su se stessa, annulla l’occultamento del Creatore e si accorge che l’occultamento si trovava lì per il suo bene, affinché potesse costruire il suo schermo.

Grazie al suo lavoro al di sopra dell’occultamento, la persona acquisisce la rivelazione, la comprensione, la sensazione e la conoscenza. Di conseguenza, si eleva dal livello animale a quello umano. La persona occulta se stessa, affinché il Creatore non abbia la necessità di occultarsi. È scritto “In virtù del fatto che Mosè occultò il suo volto, fu meritevole della rivelazione del Volto del Creatore”.

Il Creatore può essere visto solo nella Luce Riflessa. Quando occulti il tuo desiderio di ricevere piacere, stai compiendo una restrizione dello stesso e di conseguenza, crei la Luce Riflessa. Allora, nella Luce Riflessa, riveli la Luce Diretta.

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