Il Lavoro Interno di un Kabbalista: “L’Amore Degli Amici” – 24.05.10

Dall’articolo del Rabash, “L’Amore degli Amici”: E un certo uomo lo trovò e lo guardò, lui stava vagando nel campo. E l’uomo gli chiese: “Che cosa stai cercando? E lui rispose: “Io cerco i miei confratelli. Ti prego, dimmi dove pascolano il loro gregge” (Genesi, 37).

Una persona che si è persa nel campo della vita non può continuare a vivere così. Egli cerca aiuto e persone che sono simili a lui, i suoi fratelli. Egli sente che deve trovare un altro cammino, ma non nella dimensione corporea dove esiste in forma di animale, piuttosto, questo nuovo cammino dovrebbe aiutarlo ad andare al di sopra di questa vita e farlo diventare un uomo.

Per questo cerca quelli che “pascolano il gregge”, ovvero coloro che governano I propri animali. Egli vuole unirsi a loro e diventare il loro fratello, così essi potranno insegnargli come diventare “pastore” e come elevarsi al di sopra dell’animale che è in lui.

Egli sente che ha perso il suo cammino nel campo, che lui è realmente quell’”animale”, “l’asino vagante” (“asino”, Hamor in ebraico, derivato dalla parola Homer, “materia, sostanza”). Una persona vuole elevarsi al livello umano all’interno di sè liberando se stesso dal ruolo di “animale”. Per questo cerca le persone che governano gli “animali” e che lo aiuteranno a rafforzarsi in questo cammino. Essi sono i suoi fratelli e lui li sta cercando.

Un uomo che “vaga nel campo [desiderio]” si riferisce ad un luogo dove il raccolto del campo (risultati della vita)… dovrebbero sorgere. Gli “animali” (persone senza uno scopo superiore ) vagano nel campo per sostenersi qui e adesso. Ma come trovo il cammino che può trasformarmi in un “uomo” e acquisire “… il raccolto [potenza e conoscenza spirituale] del campo per sostenere il mondo [portare la vita spirituale]?

I lavori del campo sono l’aratura, la semina e la mietitura. Questo è il lavoro di un “uomo” e attraverso il quale ottiene il riempimento. E’ detto su questo: “Quelli che seminano in lacrime mieteranno in gioia… si riferisce al duro lavoro che facciamo con le lacrime agli occhi, per ottenere buoni risultati alla fine. Dobbiamo insistere nell’andare avanti nonostante le lacrime e tutta la pesantezza, e quindi abbiamo bisogno di un forte sostegno dall’ambiente. …e questo si chiama “un campo che il Signore ha benedetto”.

Una persona piange sull’animale all’interno di sè e se ne deve sbarazzare per elevarsi al livello spirituale. Per fare questo ha bisogno di un forte sostegno che gli consenta di attenersi alla spiritualità piuttosto che al mondo materiale che lo trascina in basso. Questo è la benedizione del creatore per il quale otteniamo la capacità di avanzare.

Una persona che “vaga nel campo” è una persona che si è persa dentro la propria ragione. Non sa cosa fare. Sente chiaramente che non vuole vivere secondo i “criteri dell’animale” di buono e cattivo, dato che tale vita nonostante tutto è “animata”, all’interno del legame dello stesso “campo”.

Tuttavia, come posso elevarmi dal livello dell’”asino” (sostanza, materia) al livello dell’”uomo”? Sono inconsapevole del vero cammino che mi conduce là. Devo trovare una forza esterna che mi trascina fuori dal livello animato, molto simile ad una germinazione di semi che ha bisogno di un terreno fertile. Non sono capace di farlo da solo. Sono sotto il controllo totale del mio “animale” e non ho nessuna scelta di liberarmi dalla mia vita di animale. A meno che una qualche forza esterna mi attiri fuori da tale vita, in alto, verso una nuova dimensione, finirò i miei giorni da animale.

Ecco perché esercitando la mia libertà di scelta mi unisco ad un gruppo di kabbalah determinato dall’amore degli amici. Sono consapevole che senza di loro non posso avanzare. L’amore è quando tutti sentiamo che il gruppo è più importante del proprio “asino”. Il gruppo è il livello dell’ “uomo”. Con il suo aiuto possiamo raggiungere l’adesione con il Creatore e diventare simili a Lui. Ma ciò può avvenire a condizione che la persona si volga al gruppo per ricevere la forza di elevarsi al di sopra del proprio “asino” verso il livello “umano”.

La Luce che proviene dal gruppo costruisce l’ “uomo” Il gruppo si trasforma nel mio “corpo”, mentre la Luce che lo riempie diventa la Luce della mia vita. L’unico modo per raggiungere questo stato è l’amore degli amici, dove io amo loro più di me stesso. Essi sono le parti della mia anima, mentre io sono solo il mio “asino”, materia. Con il sostegno reciproco possiamo sostenerci l’un l’altro e aiutarci a divenire “uomini”.

Le forze che ci prevengono dal connetterci agli amici sono chiamate “esilio”. Noi percepiamo l’ “esilio” quando bramiamo la connessione con il gruppo e allo stesso tempo non possiamo. Il Faraone è seduto all’interno di noi e governa sulla nazione di Israele all’interno di me.

Tuttavia, aspirando all’amore degli amici, diventiamo degni di uscire dall’esilio Egiziano e ricevere la Torah: la vera forza che ci unisce. La storia del popolo d’Israele in Egitto e il loro vagare nel deserto è la storia della correzione dal primo punto spirituale al raggiungimento della terra di Israele, il desiderio chiamato “Israele” (direttamente al Creatore).

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