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Lezione serale di Kabbalah del 31.05.2010

Rav Baruch Ashlag: Riguardo a “ Come il mantenimento della Torah e dei Mitzvot purifica il cuore”
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Dal Libro dello Zohar: Capitolo “Tetzaveh”, punto 15, lezione 2
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Sgomberare i cieli dopo il vulcano: c’è in previsione l’unione completa?

Nelle notizie (della CBSNews.com): L’Unione Europea e l’agenzia del traffico aereo del continente si vogliono affrettare ad abolire gli spazi aerei nazionali frammentati in Europa che dicono aver aggravato la disgregazione senza precedenti dei viaggi aerei che ha tenuto a terra oltre 100.000 voli a causa della cenere vulcanica della scorsa settimana.

Le rappresentative industriali, i regolatori e gli analisti, hanno tutti predetto che il più importante risultato dei meeting post-mortem che hanno inizio questa settimana sarà un passo verso uno spazio aereo unificato, a spese delle nazioni che ancora cercano di proteggere gelosamente il cielo come un simbolo di sovranità nazionale.

Il mio commento: La crisi ha fatto capire agli europei che essi devono intraprendere una grande integrazione e dimenticare la loro sovranità. In altro modo, l’integrazione incompleta risulta in una negativa connessione al contrario.

Gli europei devono completare il processo di unificazione attraverso la sua fine e formare un governo unificato. Altrimenti, le forze centrifughe lanceranno “l’EB” (il Bazar Europeo), dritto verso una guerra immorale.

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Lezione quotidiana di Kabbalah del 31.05.2010

Dal Libro dello Zohar: Capitolo “VaYikra”(The Lord Called), punto 428, lezione 18
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Rav Yehuda Ashlag: Prefazione al Commentario del Sulam, punto 36, lezione 11
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Dal Libro dello Zohar: Capitolo “Tetzaveh”,  punto 1, Lezione 1
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Rav Yehuda Ashlag: Introduzione allo studio delle Dieci Sefirot, punto 19- pag. 324, lezione 7
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Rav Baruch Ashlag: Riguardo a “ Come il mantenimento della Torah e dei Mitzvot purifica il cuore
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Come una madre amorosa che da al proprio figlio

Il Creatore è un puro desiderio di dare. Egli riceve piacere dalla dazione. Egli crea la creatura, il desiderio di ricevere, in modo da poterle donare. Il Creatore prova piacere dalla dazione? Si! Dona per sentire piacere? No! Egli riceve piacere dal fatto stesso che vuole dare. Diciamo che Egli soffre a causa della nostra riluttanza nel ricevere il Suo piacere, ma è semplicemente per mezzo della nostra percezione limitata che noi percepiamo la Sua “sofferenza” relativa a noi stessi.

Noi, d’altro canto, siamo il desiderio di ricevere e la nostra gioia risiede esclusivamente nella ricezione. Questo desiderio non può essere cancellato in noi; ha soltanto bisogno di essere corretto. Il desiderio corretto trarrà piacere dall’essere riempito, ma il suo riempimento verrà riempiendo gli altri.

Come è possibile? Riempirò me stesso? Si, ma solo riempiendo qualcun altro, e facendo ciò mi sentirò come se stessi riempiendo me stesso. Sarò come una madre che riempie suo figlio e ricava piacere da questo stesso atto; ma una madre ama suo figlio e da ciò ne consegue che anche io ho bisogno di acquisire questo amore. Se tento di amare il desiderio di un altro, allora tutto quello che lui riceve sarà anche il mio riempimento. L’amore unirà il nostro desiderio in un tutt’uno. Inoltre l’amore renderà il desiderio altrui più importante per me del mio stesso desiderio.

Quindi, tutto ciò di cui ho bisogno è il potere dell’amore; e questo potere può essere solo ricevuto dal Creatore, perché Egli è il solo che ama. L’amore è la Sua qualità. Chiedi a Lui e lo dividerà con te. Anche tu sarai capace di amare, siccome l’amore si eleverà al di sopra di tutto il tuo odio.

In questo risiede la dazione della Torà (Kabbalah): un potere che proviene dall’Alto unisce il tuo desiderio a quello degli altri, e tu cominci ad amarli come te stesso. “Come te stesso” significa anche di più di te stesso. Il tuo amore è così grande che ti obbliga a prenderti cura degli altri anche prima di prenderti cura di te stesso. Diventi come una madre che è preparata a dare a suo figlio ogni cosa del mondo.

A livello animale un simile comportamento è forzato dalla natura (il Creatore); ma a livello umano, dobbiamo raggiungere questo stato da soli.

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Aprendo lo Zohar – 30.05.2010

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Lezione quotidiana di Kabbalah del 30.05.2010

Dal Libro dello Zohar: Capitolo “VaYikra”(Il Signore ha Chiamato), punto 411,  lezione 17
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Rav Yehuda Ashlag: Prefazione al Commentario del Sulam,  punto 27, Lezione 9
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Rav Yehuda Ashlag: Introduzione allo studio delle Dieci Sefirot, punto 17 -pag. 323, Lezione 6
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“Vieni e vedi” una nuova realtà

Tutto il nostro problema nell’avanzamento spirituale è che approcciamo alla Kabbalah, la rivelazione del Mondo Superiore, come se fosse una teoria scientifica che dobbiamo ottenere con la nostra mente e realizzare con le nostre proprie forze. Tuttavia, la Kabbalah ci offre qualcosa di completamente atipico – la possibilità di acquisire nuove qualità; e se una persona non le acquisisce, non scopre di cosa parla la Kabbalah.

Tutta la Kabbalah è un metodo di sviluppo di una nuova qualità nella persona, la qualità “dell’amore per il prossimo”. Esso è anche chiamato “il Creatore”. Quindi la Kabbalah è un metodo di passaggio da una totale Sua negazione alla Sua completa rivelazione. I nostri iniziali sentimenti terreni e la mente non generano alcuna relazione con la rivelazione del Creatore. La rivelazione del Creatore è la creazione della Sua qualità all’interno di una persona. La Kabbalah è il metodo per formare la qualità della dazione in noi, lo stato del Creatore.

Tutta la nostra realtà consiste di due componenti: i sentimenti e la mente. Quando una persona crea l’immagine del Creatore in lei, acquisisce una nuova mente ed un nuovo sentimento al posto di quelli precedenti. È così che passa dalla percezione (o sensazione) di questo mondo, alla percezione (o sensazione) del Mondo Superiore.

La nuova sensazione all’interno della persona è chiamata il Creatore, “Borè”, che significa “vieni e vedi”. Essa è anche denominata anima.

La più grande sfida per una persona che comincia a studiare la Kabbalah è l’incapacità di connettere tutto il suo sviluppo con la Luce che deve cambiarla, alla forza che deve portarle una nuova mente e nuovi sentimenti. Ci stringiamo alle forme esterne ed aspiriamo a percepire il testo che è stato scritto dai Kabalisti con i nostri sentimenti terreni e la mente. Cerchiamo di adattare la spiritualità alla nostra esistenza terrena. Tuttavia, in tutti i libri di Kabbalah, neanche una parola parla del nostro mondo. Il nostro stato esiste inevitabilmente solo per attrarre la Luce che Riforma attraverso lo studio in un gruppo. Il nostro compito è di aspettare la nascita di nuovi sentimenti e di una nuova mente in noi, il che ci darà la percezione di una nuova realtà.

Tutta la nostra battaglia con la nostra natura equivale a trovare nuovi strumenti per percepire il mondo e quindi, percepirlo e raggiungerlo per mezzo loro.

Le finestre che mi conducono ad un realtà più profonda

Leggiamo lo Zohar ed immaginiamo -come in un schermo- alcune immagini di questo mondo con distinti oggetti e personaggi, parole materiali ed azioni. Ciò si deve al fatto che il nostro desiderio è per ora esclusivamente terreno.

Però, nel chiedere che arrivi la Luce, grazie ad essa, ci si illuminerà uno schermo più profondo. È come nel computer, quando una finestra si nasconde dietro l’altra.

Per questo, dobbiamo cercare di vedere dietro ogni parola una qualità spirituale, fino a quanto si può.

Quando otteniamo davvero questa vista spirituale, in un modo naturale e semplice, cominciamo a vedere dietro tutte le parole lette un’ immagine totalmente diversa: le forze, le connessioni, le relazioni, le qualità, le proprietà.

Questo non ha niente a che vedere con quello che abbiamo visto precedentemente. La forma anteriore semplicemente scompare. Passiamo ad uno schermo più interno e tutte le nostre percezioni, la nostra conoscenza e la nostra vita, si trovano già lì.

Ossia, spero che la Luce –la forza che ricevo dalla lettura del libro dello Zohar- mi prenda e mi porti ad una profondità più vasta, ad uno schermo più interno, sempre più profondo.

Se mi muovo da uno schermo all’altro, già comincio a vivere in esso! Lì si trovano i miei sentimenti e la ragione e questa comincia ad essere la mia vita.

Allora tutte le parole ottengono un altro significato. Precedentemente mi sembrava di capirle, però le relazionavo a distinti oggetti ed azioni di questo mondo.

Adesso quando passo ad uno schermo più interno, vedo che tutto ha un altro significato più profondo. Questo equivale alle mie qualità interiori.

Questo e il cambiamento che dobbiamo aspettarci dallo Zohar.

Le migliaia di nomi della dazione

Diverse parole definiscono le qualità di Malchut e nei libri Kabbalistici leggiamo solo riguardo ad esse.

Tuttavia, potete replicare che le lettere arrivano così: 9 di Zat de Binà, 9 di Zeir Anpin, però Malchut conta solo sulle ultime 4 lettere dell’alfabeto. Allora, perché tutte le parole provengono da Malchut?

Perché riceviamo tutto come un’impressione in Malchut. Non importa da dove provenga.

Ogni nome è il desiderio di ricevere piacere nell’azione della dazione (nella ricezione per la dazione). L’intenzione di dare aggiunge al desiderio una forma determinata.

Non definiamo il desiderio o la Luce in sé, ma la loro connessione, l’attitudine tra il desiderio e la Luce. Solo questa attitudine ha un nome.

Per esempio: “la pianta” non è un semplice desiderio di ricevere piacere, ma il desiderio nel quale esiste la forza della Luce che da forma alla pianta. Si tratta del desiderio del livello vegetale.

Il Kli iniziale di HaVaYaH non è ancora un nome, ma la sua base. I nomi sono i riempimenti che stanno all’interno di questo nome, cioè, le Luci che possono vestirsi in questo materiale secondo la somiglianza delle qualità.

Per questo, tutte le definizioni provengono da Malchut.

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L’amore trasforma la ricezione in dazione

Domanda: E’ scritto che il piacere risiede nella ricezione delle qualità del Creatore. Allora, risulta che godiamo della ricezione?

Risposta: Il piacere consiste nel fatto che io diventi simile al Creatore. L’azione in sé, la ricezione o la dazione, non sono così importanti.

Lo scopo è la fusione con il Creatore, è la meta superiore che voglio raggiungere. La fusione si produce come risultato del fatto che io sto dando a Lui , e Lui a me.

Però, per dare l’uno l’altro, dobbiamo ricevere dall’altro. Altrimenti non ci sarà connessione tra noi!

Affinché esista una connessione tra noi, come una reciproca ricezione e dazione, c’è bisogno che esista amore tra noi.

L’amore è un mezzo. Anche la ricezione e la dazione sono mezzi. Tutti sono mezzi per raggiungere la fusione.

L’azione in sé non ha importanza. Se io amo qualcuno e lui ama me, è forse importante se stiamo dando o se riceviamo l’uno dall’altro? Stiamo semplicemente godendo l’uno dell’altro.

Quanto piacere produce ad una madre un neonato che riceve da lei! Certamente lei gli da, ma lui le da molto di più.

Cosa le da? Vediamo che esige tutto il suo tempo, inoltre piange e sporca i pannolini. Allo stesso tempo, le da la possibilità di gioire….Tutti capiscono questo con facilità; non ve lo devo spiegare.

La Spiritualità è simile a queste azioni che avvengono nella materialità, ma con la differenza che tutto il senso sta nell’intenzione. Perchè faccio tutto ciò? L’azione in sé di “dare o ricevere” non ha nessuna importanza.

Un esempio ancora più significativo sarebbe questo: un uomo afferra un coltello e apre la pancia ad un altro. Qui, la cosa più importante è l’intenzione con la quale l’uomo realizza questa azione.

Cioè, se sta agendo come medico, per interesse del prossimo, o per il proprio interesse, come un ladro o un assassino. Questo fa tutta la differenza.

L’azione può essere valorizzata solo attraverso la sua intenzione: perché è stata fatta, con quale proposito?

E voi continuate ad argomentare se ricevere o dare… qual è la differenza? La cosa importante è perché! Per dare o per ricevere piacere?

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