Le origini della festa di Pesach

Oggi iniziano sette giorni speciali della festività di Pesach.

Durante tutti questi giorni, dobbiamo avere un’intenzione corretta e costante perché è un periodo speciale.

Non celebriamo tradizioni, né cerimonie religiose. Siamo molto distanti dalle azioni che la gente compie perché è educata in questo modo dall’infanzia o è diretta da obbiettivi egoistici di ricevere delle ricompense in questo mondo o nel mondo a venire.

Quelli che studiano la Kabbalah desiderano prima di tutto rivelare il Mondo Superiore e le azioni spirituali. Solo dopo, vedendo i loro effetti e le loro radici, sono disposti a rispettare ed osservare le tradizioni con la stessa intenzione, come le stesse azioni spirituali.

Abramo ed i suoi discepoli furono i primi a percepire la connessione dei rami e delle radici. Prima Abramo fabbricava idoli ed era un sacerdote nell’Antica Babilonia.

Svelando però lo spirituale e le sue conseguenze nel materiale, scoprendo che dal mondo spirituale al nostro mondo, discendono le forze che mettono in moto questo mondo, egli crèo il linguaggio dei rami, che è una descrizione del Mondo Superiore, delle radici, con l’aiuto delle parole del nostro mondo, dei rami.

Allora egli rivelò tutta la realtà – materiale e spirituale – come un tutt’uno. Per questo, le sue azioni spirituali e terrene si unirono; ed in questo modo insegnava ai suoi discepoli.

Riguardo a ciò, è scritto che i patriarchi (i primi cabalisti) compivano tutta la Torah prima della sua ricezione sul monte Sinai;

perché la rivelarono dalla loro percezione del mondo spirituale, dalle azioni spirituali. In base a questo, essi compivano le stesse azioni anche nel nostro mondo, percependo tutta la realtà come un tutt’uno.

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