Il punto cruciale della creazione

Domanda: Non è chiaro, come da un lato posso realizzare il desiderio di ricevere il piacere e dall’altro desiderare di identificarmi con il Creatore? Perché uno contraddice l’altro…

Risposta: Prima di tutto, il mio gioco con il desiderio di godere, proviene da due attributi: dalla dazione e dalla ricezione.

Perché se mi trovo solo in un attributo, allora sono uno schiavo. Con un solo attributo non capisco neanche cosa faccio, realizzo solo i miei desideri, come qualsiasi altro individuo “della strada”.

Egli segue i suoi desideri e gli sembra che siano propri. Questo dura tutta la sua vita fino alla sua morte. Per questo, con lui non fanno calcoli né in questo mondo né in quello a venire.

Semplicemente, il desiderio del Creatore si realizza tutto il tempo fino a che arriva in questo stato, quando all’interno di questo desiderio se ne sveglia un altro, il desiderio di dare. Allora la creatura comincia a sentire il suo Creatore.

Anche noi in questo ciclo cominciamo a sentire che, oltre alla stessa azione esiste uno che agisce dentro di noi.

Da queste due sensazioni, comincio a distinguere che tutto quello che desidero, non sono davvero io a desiderarlo, ma è Lui che ha posto la sua mano su di me ed ogni volta realizza diversi cambiamenti in me, ed io per obbligazione e con precisione compio tutto.

Allora comincio a relazionarmi al mio stato attuale da due punti:

1. Lui agisce in me e questa è chiamata la mia natura.
2. Qual è la sua intenzione? Cosa vuole Lui con questo? Perché lo fa?

Ciò significa che alla fine della tappa “alef” (1) comincia a svegliarsi la sensazione del Creatore da questa tappa, dalla tappa “shoresh” (0); ed allora la tappa “alef” vuole trasformarsi nella tappa “bet” (2): essere dazione.

Noi adesso siamo proprio in questo stato: nella transizione dalla tappa “alef” alla tappa “bet”. Tutto dipende da quanto distingueremo le azioni del Creatore dentro di noi.

Da questo momento ed in seguito, devo percepire ogni desiderio che mi arriva come se non fosse mio. “Voglio bere! È una menzogna! Questo non sono io!”

Ciò significa che in ogni stato mi elevo al di sopra del desiderio, cioè essere uno con il Creatore che è in questo desiderio. Mi elevo al di sopra del desiderio e comincio a chiarire cosa vuole Lui da me.

Dopo puoi fare con i tuoi desideri tutto quello che vuoi, però solo dopo aver controllato, visto, ricevuto la decisione, vai avanti.

(La sensazione che è il Creatore a mettere in me i desideri ed io automaticamente li compio, già proviene dalla percezione che Lui esiste, Lui mette in me…. Lui esegue anche. Ed io dove sono?

In questo modo l’essere umano percepisce la sua vita nella sua conclusione e capisce che non esiste per lui un giudizio, né una ricompensa, né l’inferno, né il paradiso, niente …)

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