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Il Mondo nel Libro dello Zohar

Quando leggiamo Lo Zohar, non voglio dare delle spiegazioni teoriche e confondere le persone, dando loro la falsa impressione di aver capito qualcosa. Tutte queste qualità devono essere cercate dentro se stessi. Proprio come un bambino piccolino non capisce la differenza tra una cosa e l’altra, così voi non capite la differenza tra tutte le parole dello Zohar. La comprensione arriva in seguito, in modo naturale.

In questo contesto, capire significa arrivare allo scopo. Dovete percepire ogni cosa per poter dire: “Ah, adesso vedo, sento, e assaporo, e devo vivere così!” Dovete solo desiderare di entrare in questo scenario, e poi capirete.

Lo Zohar non dovrebbe essere studiato in senso teorico. Infatti, non c’è niente da studiare. Dovete solo entrarvi dentro e scoprirlo da soli, proprio come un bambino scopre il mondo.

Un bambino sa di cosa ha bisogno per svilupparsi? No, egli assorbe semplicemente tutto quello che può dal mondo, ed è così che cresce. Ed è così che voi vi dovreste sviluppare, con gli stessi pensieri e le stesse intenzioni durante lo studio.

La sola differenza è che un bambino ha la sua stanza, l’attenzione della mamma, e tutti i giochi possibili; tutte queste cose costituiscono già il suo mondo. Ma il mondo che voi dovete sviluppare è nascosto nel Libro dello Zohar. Dovete comportarvi come un bambino che deve scoprire il mondo da solo.

Un bambino non chiede su che cosa dovrebbe riflettere; egli spalanca gli occhi e la bocca, e con avidità assorbe tutte le informazioni con i suoi organi sensoriali. Questo è ciò che si chiama, comprensione o raggiungimento – per prima cosa si deve percepire qualcosa, e solo in seguito si comincia a capire che cosa sia. All’interno della percezione, cominciate già a capire come le cose sia interconnesse, come vi influenzano, e cosa succede quando interagite con esse. E’ uguale al modo in cui un bambino impara il funzionamento delle cose attraverso il gioco.

Questo è il modo in cui dovreste percepire Lo Zohar – come il solo metodo per entrare nel mondo spirituale. Il cervello non può aggiungere nulla perché allora avreste bisogno di usare la vostra ragione fisica ed i suoi esempi materiali. E non è assolutamente questo il modo di costruire una comprensione spirituale.

Non vale la pena prolungare i dolori del parto per 6000 anni

Lo Zohar, Capitolo “Ki Tisa”, Punto 24) “Come quando la donna incinta è prossima al parto, soffre e si lamenta nella sua trance”, poiché è la natura della donna incinta aspettare nove mesi completi.

Abbiamo bisogno di tempo per sentire il nostro male. Al principio, cominciamo a sentirlo poco a poco, però ciò non significa ancora niente. Ogni stato deve passare attraverso tutte le quattro fasi, fino a che non lo comprendiamo completamente insieme alla sua radice e possiamo decidere che questo non è qualcosa di casuale o temporale, ma che è male dal principio – nella sua stessa radice – e dobbiamo liberarci da esso. Allora avremo la forza che può eliminarlo.

Però c’è un buon numero nel mondo che attraversa solamente uno o due giorni del nono mese, mentre tutti i dolori e le trance della donna incinta vi sono nel nono. Per questo, anche se lei passasse un solo giorno del nono mese, si considera come se tutto il nono fosse passato per lei.

Qui lo Zohar parla della scoperta del male, dell’esilio e della liberazione, e del fatto che non dobbiamo aspettare il culmine dei 6000 anni. Se abbiamo la percezione del fatto che già è cominciato il nono mese di “imbarazzo” e i dolori del parto dell’esodo, significa che possiamo già terminare tutto questo processo della correzione.

Così è Israele: poiché hanno provato il sapore dell’esilio, se si pentono, è come se avessero sperimentato tutte le afflizioni che sono scritte nella Torà, particolarmente se essi hanno sperimentato diversi dolori dall’inizio dell’esilio.

Ossia, la durata dell’esilio non dipende dal tempo. Dipende solo da questo fino al limite dei “nove mesi”. Dobbiamo passare attraverso gli “otto mesi” di questo peso, su questo non c’è dubbio; però quando cominciamo a sentire anche il primo giorno del nono mese, d’ora in avanti tutto dipende già da questa percezione, dalla coscienza del nostro male completo rispetto alla sua radice. Allora, possiamo già uscire dall’esilio, perché “è come se avessero sperimentato tutte le afflizioni”.

C’è un periodo che si chiama i “primi otto mesi”, il tempo della preparazione, il tempo dell’esilio, attraverso il quale dobbiamo passare; e non c’è maniera di evitarlo o ridurlo. È il periodo fino ai tempi dell’ARI, e dall’ARI in avanti comincia già un altro tempo che si può ridurre sempre più. Quanto più avanziamo, più forti si fanno “i dolori del parto” del nostro sviluppo ma possono aver fine molto prima dei 6000 anni.

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Domanda: se lo Zohar dice che tutto avviene solo all’interno della persona, allora perché sentiamo le sofferenze nel mondo materiale, nel mondo fisico?

Risposta: ma cosa è il mondo materiale? Divido così: dentro di me, che è la percezione interiore, e ciò che è esteriore, il mondo. Attualmente, mi sembra che in qualche posto al di fuori di me c’è stato un terremoto in Haiti o cade un aereo o avviene un incendio. Si tratta semplicemente della mia mancanza di percezione vera della realtà, perché tutto ciò avviene in me e non lo sento.

È come se qualcosa avvenisse ai miei piedi e non la sento, come se mi avessero fatto un’anestesia.