Il sapore della morte

Lo Zohar, capitolo VaYeshev, paragrafo 114: Non c’è persona in questo mondo che non abbia assaggiato la morte di notte…

Se la Luce (la dazione) non brilla su di un uomo e l’oscurità ( i desideri egoistici) arrivano per dominarlo, allora anche l’uomo più giusto che ci sia, con gli schermi più potenti che ci siano, assaggerà la morte, perché in questa condizione è separato dalla Luce, dal Creatore. In seguito egli supererà questa divisione e correggerà il suo desiderio, ma all’inizio, per qualche frazione di secondo egli si troverà ancora disconnesso dalla sacralità (la dazione e l’amore) e sentirà il sapore della morte. Essendo sotto il potere del desiderio di ricevere, lo assaggerà, e dichiarerà che si tratta del sapore della morte.

Tutti noi dobbiamo sentire questo sapore per capire che siamo sotto l’influenza del suo potere. Dobbiamo allora superarlo con l’aiuto del gruppo, visto che non siamo capaci di farlo da soli. Solo un altro potere esterno – l’influenza del gruppo – è in grado di farci arrivare alla conclusione che il desiderio di avere il piacere, che adesso ci domina, di fatto è la morte.

Se non riceviamo dell’assistenza esterna, allora niente ci potrà aiutare e rimarremo sotto il potere del desiderio di godere e non saremo in grado di vedere che equivale alla morte. Ci sentiremo come se stessimo vivendo bene, così come stiamo facendo tutti noi adesso.

Discussioni | Condividi commenti | Fai una domanda




Laitman.it commenti RSS Feed