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Lezione quotidiana di Kabbalah – 19.02.10

Preparazione alla lezione
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Shamati #21: Quando l’uomo si sente in uno stato di ascesa
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Il Libro dello Zohar – Selezioni, Capitolo “BeHaalotcha (Quando voi posizionate le candele),” articolo 39
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Dirigete il vostro desiderio all’Altissimo!

Nella saggezza della Kabbalah è risaputo che in tutto ciò che si fa, una metà è dal basso e l’altra metà dall’alto. Ciò viene denominato “metà dello shekel nel lavoro spirituale”. Prepariamo il nostro desiderio, il vaso (il kli) e lo offriamo all’Altissimo; questa è la nostra metà del lavoro, e la seconda metà viene fatta dall’Alto. In questa maniera arriviamo alla collaborazione.

La stessa cosa avviene durante la lettura del Libro dello Zohar. Però anche se non c’è più la stessa ispirazione con la quale si è soliti cominciare gli studi di questo libro e di quando si arriva per la prima volta alla scienza della Kabbalah (perché questo succede a mezzo del “combustibile” dell’Altissimo), dobbiamo vedere che nel nostro lavoro, stiamo costruendo una volta e poi l’altra, i nostri Kelim (i vasi della percezione), i nostri desideri, aggiungendo ogni volta anche i desideri dei nostri amici, dell’ambiente, aumentando l’importanza dell’avanzamento spirituale.

Proprio quando si indurisce il cuore, quando non ci prefiggiamo lo spirituale, capiamo che con ciò ci è data la possibilità di aggiungere qualcosa dei nostri stessi amici; e se non abbiamo la conoscenza, allora ci viene data la possibilità di chiederla; e se non abbiamo la sensazione, allora possiamo proporci di ottenerla, di desiderare che arrivi dall’Alto, anche se non nasce da noi stessi. Dunque cosa può esserci dentro di noi? Desideriamo qualcosa di nuovo, di più alto. Però per scoprire questa cosa nuova, più alta, ci è data la possibilità di arrivare alla preghiera, di sentire l’assenza del sapore, della sensazione, della comprensione, affinché desideriamo e sentiamo la necessità. Non appena abbiamo questa necessità, questo desiderio, dall’Alto arriva il riempimento.

Per questo il nostro lavoro non consiste nell’ottenere il riempimento, come nel nostro mondo. No! Il mio lavoro consiste nel desiderare. Allora arriverà il riempimento, perché nel nostro mondo lavoriamo per ricevere il salario, il piacere, per ottenere qualcosa che mi riempia; però nello spirituale non devo lavorare in questo, perché “la Luce Superiore si trova in uno stato di totale riposo” e “più un vitello desidera poppare, più la vacca desidera dare la poppata”. Devo solo desiderare di ricevere questo riempimento, desiderare di bere e mangiare, di sentire tutta l’abbondanza che è preparata per me dall’Alto e “si trova in uno stato di totale riposo”; cioè che esiste intorno a me senza limitazioni. Tutto il mio lavoro consiste nel desiderare questo.

Che cosa è rivelato nel Libro dello Zohar?

La domanda che ho ricevuto: Che cosa mi viene rivelato mentre leggo lo Zohar?

La mi risposta: Si rivela ciò che sta succedendo nel Livello Superiore. E’ come un bambino piccolo che cresce – vede, capisce, e percepisce il mondo. Osservando la sua condotta e le sue reazioni, si può vedere che ogni giorno egli capisce la vita un po’ di più, acquisisce una maggiore comprensione di ciò che succede e reagisce in modo più consapevole.

Nella realizzazione spirituale, improvvisamente riveliamo delle immagini dentro noi a livello sensoriale come conseguenza della proiezione, sempre dentro di noi, dei ciò che lo Zohar racconta. Il racconto “atterra” nel nostro desiderio e qui lascia un segno, ed allora noi incominciamo a percepire e poi a capire ciò che viene detto, proprio come riveliamo questo mondo quando stiamo crescendo.

La rivelazione spirituale non avviene razionalmente ma a livello di percezione sensoriale; avviene attraverso dei nuovi sensi. E’ realizzata dalla Luce che Corregge, che ci rende capaci di comprendere il Creatore e di essere come Lui.

Questa cosa potrebbe non sembrare seria ed un uomo potrebbe chiedere, “ Come fa ad essere una scienza? Che posto ha la mente? E l’uomo?” Dopo tutto, stiamo solo leggendo un libro, e desideriamo molto esserci dentro, in quella realtà che ci sta venendo decritta. Somiglia a come agisce un bambino, “Lo voglio e basta!” Ma a noi non ci viene chiesto altro se non questo desiderio.

Baal HaSulam scrive nel paragrafo 155 de “Introduzione al Talmud Eser Sefirot”, “Sebbene essi non capiscano ciò che stanno imparando, attraverso l’ardente desiderio di comprendere, essi risvegliano su loro stessi le Luci che circondano le loro anime”. Funziona proprio come per il bambino che vuole conoscere il mondo in cui si trova. Quando noi desideriamo rivelare il mondo spirituale nello stesso modo, esso ci viene immediatamente rivelato.

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Agite secondo le leggi del mondo in cui vivete

La domanda che ho ricevuto: Nella mia vita quotidiana provo ad immaginare che ogni cosa che mi capita sia parte del mio desiderio. Questa mia visione è corretta, o finirà per confondermi?

La mia risposta: Ogni cosa dipende dalle conseguenze di questa visione. Il mondo si comporta secondo delle leggi che sono immutabili. Finché non uscirai da questo mondo per entrare nel mondo spirituale e non comincerai a percepirlo con i tuoi sensi in modo chiaro e corretto, ti è impedito di comprendere il mondo spirituale anche se già esiste e sarebbe già bello che pronto per te.

Io posso esistere nel mondo spirituale solo se mi trovo in un certo livello spirituale, anche se continuo ad esistere in questo mondo a livello corporale. Entrambi questi livelli esistono finché non raggiungerò la fine della correzione, a quel punto questo mondo svanirà dalla mia immaginazione. Tuttavia, fino al giorno della mia correzione completa, vivrò ed esisterò in questo mondo seguendo le sue leggi, senza fantasticare se dovrei seguire quaggiù le leggi della natura spirituale.

Non ho bisogno di far entrare il mondo spirituale in questo mondo, e non dovrei innalzare questo mondo nel mondo spirituale. Il livello corporale mi obbliga a seguire tutte le leggi che esistono in esso, come lo si evince dalle regole, “Un dottore ha il diritto di curare”, “Un giudice non vede al di là dei suoi occhi” e “Se non lo faccio io, chi sarà dalla mia parte?”

Mentre, la regola, “Non c’è niente oltre Lui” riguarda il mondo spirituale. E non c’è alcun legame tra le leggi di questo mondo e le leggi del mondo spirituale. Questo legame è per noi nascosto e dunque “non esiste”. Dobbiamo vivere in modo realistico, solo all’interno dei confini di ciò che percepiamo veramente.