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Non si può studiare troppo lo Zohar

La domanda che ho ricevuto: Può succedere di leggere troppo Zohar in un solo giorno?

La mia risposta: Proprio adesso stiamo leggendo e rileggendo lo Zohar ancora e ancora una volta. Non ha senso parlare delle definizioni intrinseche poiché ancora non le comprendiamo. Dopo molte ore di studio ( diciamo 100 ore) cominceremo a sentire e percepire di cosa parla Lo Zohar. Sarà oscuro e poco comprensibile all’inizio, come guardare attraverso la nebbia. Sentiremo come se qualcosa ci stesse attirando verso un posto sconosciuto. Questo si chiama “gli strumenti meravigliosi” (Segula), che ci influenzano.

Dopo molte ore di studio, ci sentiamo colpiti da diverse parole, ed ogni parola comincia a risvegliare dentro di noi delle sensazioni che sono uniche. Per esempio, freddo, caldo, su, giù, dazione, ricezione, GAR, VAK, Esau, Giacobbe, Leah, Rachele, villaggio, animali, e così via sono tutte parole attraverso le quali accumuliamo delle specifiche sensazioni che si imprimono dentro di noi. Dopo di che, saremo in grado di parlarne con gli altri.

Allora saremo in grado di partecipare ad una discussione. Anche se non è particolarmente necessario, questo risultato ci darà comunque la padronanza di un linguaggio comune con i nostri amici, perché anche loro percepiranno e comprenderanno una realtà nuova.

Questa sensazione speciale non è facile da raggiungere, e si ottiene dopo molte ore di studio.

Lezione quotidiana di kabbalah – 02.02.10

Il Libro dello Zohar – Selezioni, Capitolo “In Fine,” Articolo 79

Questo mondo significa che Malchut resta con le sue qualità. Il mondo che arriva significa che Malchut ottiene la qualità di Bina.
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“Prefazione alla Saggezza della Kabbalah,” Articolo 134, Lezione 58
Durante il processo di correzione dobbiamo costruire il Mondo di Atzilut dentro di noi.
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“Introduzione a Il Libro dello Zohar,” Articolo 20, Lezione 10

Nello stato di Infinito, la sola cosa che ricevo è la capacità di amare, che mi da’ un piacere illimitato.
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Trovare Aaron e suo figlio dentro di noi

visionLo Zohar: I filgi di Aaron si sono ubriacati di vino. Chi li ha lasciati bere? Davvero hanno potuto essere così sfrontati da ubriacarsi con il vino?

Naturalmente, essi si ubriacarono di vino come descritto dal verso, “Essi portarono al Creatore un fuoco straniero.” Significa che essi non furono in grado di sopportare la Luce che avrebbero dovuto accettare per il bene della dazione.

Invece un altro verso dice, “Successe per nascondersi dalla moglie di un altro.” Si tratta comunque della stessa cosa.

Dobbiamo ricordare che ogni cosa accade dentro una persona. Aaron è la qualità di Chesed (misericordia) che si sviluppa superando il desiderio egoistico che non è ancora corretto. Tuttavia, questo desiderio si risveglia solo nell’uomo che studia la Kabbalah.

Quando questo desiderio viene corretto, noi innalziamo tutti i nostri desideri e perciò raggiungiamo una maggiore somiglianza con il Creatore. I figli di Aaron rappresentano il conseguente sviluppo di questa qualità, che dipende anche dalla sconfitta del proprio egoismo.

Il vino rappresenta la Luce di Hochma. Bere il vino ed ubriacarsi significa attirare la Luce di Hochma dall’alto verso il basso (egoisticamente), invece di accettarLa dal basso verso l’alto, nella via di mezzo, nella Luce di Hassadim.

Dobbiamo “tradurre” tutto ciò che viene descritto nel linguaggio delle nostre qualità interiori. Come possiamo correggerci ed ottenere la qualità della dazione al di là del desiderio egoistico che cresce continuamente? Come ci innalziamo verso la dazione, verso il Creatore?

Come abbiamo letto, dobbiamo provare a trovare questi accadimenti e queste qualità nel nostro piccolo mondo interiore che viene descritto da ogni parola che leggiamo. Infatti, ogni uomo è un piccolo mondo.