Gruppo, salvami!
Domanda: che significa, in Kabbalah, dirigersi al gruppo?
Risposta: dirigersi ad un gruppo kabalistico significa che una persona è totalmente indifesa, sta annegando in un oceano, si trova in una situazione terribile, sta morendo di fame, e all’improvviso, scopre che esistono persone buone intorno a lei, che desiderano aiutarla. Deve soltanto chiederglielo e mostrare che desidera il loro aiuto.
Deve essere convinta che la aiuteranno. Non ha neppure bisogno di ascoltarle, di dire che sono d’accordo. Tutto dipende dalla persona, come la sua prospettiva sull’attitudine del Creatore verso di noi. In realtà, il Creatore è sempre disposto ad aiutare, ed il gruppo è la stessa cosa del Creatore. Se mi annullo davanti al gruppo e spero di ricevere il loro aiuto, lo riceverò. Succederà automaticamente. Non dipende da certe persone nel gruppo, poiché mi dirigo allo stato interno, corretto, che sta nel Mondo dell’Infinito e che anche loro ancora non sentono.
Per riuscirci, devo averne realmente bisogno. Deve essere disperato a causa della mia mancanza di forza e credere che potrò riuscirci solo con il loro aiuto, se ricevo il loro appoggio, la loro garanzia mutua, la loro energia e tutto il resto. Se mi annullo davanti a loro in questo modo, trionferò in maniera definitiva.
Tuttavia, devo annullarmi completamente. Affinché cresca un seme che piantiamo nella terra, in primo luogo deve imputridirsi. Allo stesso modo, una persona deve anzitutto rifiutare tutto ciò che è suo, affinché il gruppo la influenzi in grande misura. Entrerà in una nuova vita; germoglierà una nuova pianta dal seme che si è imputridito; però non accadrà fino a che il seme non si sarà imputridito.
Pensiamo che ci siamo uniti ad altri e stiamo costruendo qualcosa insieme, però non è così. Il seme deve annullarsi ed allora l’ambiente lo influenzerà. Una persona deve comprendere che ha bisogno di ricevere dal gruppo i minerali, l’umidità, il calore e l’ossigeno. Deve disintegrarsi per poter assorbire l’influenza dell’ambiente.
Tuttavia, pensiamo che tutta questa umidità, i minerali e l’ossigeno sono in noi; per tutto ciò che abbiamo sono Reshimot e nient’altro. Il resto viene dall’ambiente, posto che tutto il sistema spirituale è costruito sulla nostra connessione.
Se una nuova cellula è trapiantata nel corpo, allora tutto il corpo comincia a lavorare su di essa; però dobbiamo annullare le forze protettrici del nostro ego, che rifiutano il corpo estraneo e non lo lasciano connettere. Questo è qualcosa che dobbiamo fare da soli.