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Le difficoltà vengono date solo ai forti

laitman_2009-08_26221Domanda: sembrerebbe che la correzione è un’azione attiva, ma noi stiamo soltanto leggendo lo Zohar e questo è tutto. Cosa dobbiamo vincere?

Risposta: è la Luce che fa tutte le correzioni, non tu. Puoi vincere soltanto i pensieri estranei che ti impediscono di chiedere la rivelazione al Creatore, che è necessaria per diventare come Lui.

Se non ti disturbano questi pensieri estranei quando stiamo leggendo il capitolo sul diluvio nello Zohar, allora non sei ancora pronto per vincere questi pensieri. Quando diventi un uomo giusto, sentirai come “le acque del diluvio” minacciano il tuo stato di giustizia, cercando di spostarti e sprofondarti nell’egoismo.

Sarebbe raccomandabile che ti fermi a pensare perché non hai questi pensieri che ti distraggono. Non vuol dire che adesso li devi cercare di proposito, però se vuoi essere un giusto, capirai che peccatore sei ancora.

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Lezione della sera su Il Libro dello Zohar – 26.12.09

Il Libro dello Zohar – Selezioni, Capitolo “E Giacobbe mandò”, articolo 198
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Lezione quotidiana di Kabbalah – 25.12.09

Preparazione alla Lezione:
Dopo aver ricevuto un risveglio dall’Alto, ci devo aggiungere qualcosa da solo prendendo ispirazione dal libro e dal gruppo, e rafforzando la mia ispirazione iniziale attraverso i desideri dei miei amici.
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Shamati n.47 “Nel posto in cui trovi la Sua Grandezza”
Il desiderio non conosce limiti. Quindi i nostri desideri sono sempre capaci di unirsi, senza riguardo di dove siamo fisicamente.
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Shamati n.63 “Ho preso in prestito ed ho ripagato”
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“Prefazione alla Saggezza della Kabbalah,” articolo 17, lezione 10
Nel mondo spirituale, il mio desiderio per il piacere non gioca più un ruolo significativo. Diventa un mezzo di connessione tra me e il Creatore.
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Il libro dello Zohar – Selezioni, Capitolo “E Giacobbe mandò”, articolo 137
Il Creatore ci ha dato il bene e le inclinazioni al male in modo che potremo scegliere di formare la linea di mezzo.
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Ripetere l’opera del Creatore significa diventare come Lui

disappering_thumbIl desiderio creato dal Creatore si divide in una moltitudine di parti o desideri; dopo attraversa una serie di cambiamenti fino a che si stabilizza in uno stato nel quale il desiderio chiamato “io” si rivela. Questo desiderio si percepisce come un desiderio interiore che esiste in un desiderio esteriore, in un mondo di desideri estranei, in immagini di persone, animali, uccelli, pesci, vegetali e rocce. Comunque, tutto questo è parte dello stesso desiderio che è disceso da Malchut dell’Infinito in uno stato nel quale comincia a discernere e percepire che proviene da un punto interno chiamato Adam HaRishon dopo la rottura.

Questo è “l’io” all’interno di ognuno di noi: il grado più basso dello sviluppo del desiderio. In questo grado, il desiderio comincia a riunire tutti i desideri frammentati che si manifestano come estranei, ritornando ad uno stato di totalità e perfezione. Unendo i desideri in un tutt’uno, studiamo il nostro “io”, la maniera in cui è stato creato ed il nostro Creatore. Come risultato, questo “io” diventa simile a Lui.

Tuttavia, io non sono il desiderio, io sono il punto al di fuori del desiderio creato. Come me, il Creatore esiste anche al di fuori del desiderio che Egli ha creato. Lui ha creato questo “io” ed ha creato il desiderio opposto a Lui, affinché, studiando il desiderio opposto a Lui, “io” possa capire il Creatore.

Questo desiderio dentro di noi è come un banchetto tra il padrone di casa e l’ospite; permette loro di avvicinarsi fino a che raggiungano l’amore e l’unità assoluti. In altre parole, il desiderio creato dal Creatore è il mezzo della mia unione con Lui.

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Il Creatore esiste al di fuori di questo desiderio, così come “l’io”. Il Creatore ha un punto di contatto con il desiderio, come me. Risulta che noi due siamo uguali! Tra noi esiste il desiderio. Lui ha creato anche la Luce che lo riempie. Io sono la sensazione o la conseguenza della rottura, una scintilla che esiste al di fuori del desiderio, che mi è stata data per poter capire il Creatore.

All’interno del desiderio, Egli ha costruito i mondi, Partzufim e Sefirot, ed il mio lavoro consiste nel restaurare la totalità anteriore e la perfezione, per ritornare all’Uno, Unico e Indivisibile. Allora sarò completamente uguale a Lui e lo conoscerò per le sue azioni.

Il mondo spirituale è percepito attraverso i desideri degli altri

dontstarveyourselfusetheupperlightinstead_thumbQuando si entra in stretto contatto con i desideri degli altri, si soddisfa la necessaria condizione per percepire il mondo spirituale, “Ama il prossimo tuo come te stesso”. Trasformando i desideri degli altri nei nostri desideri, si potrà percepire il Mondo Superiore attraverso di essi. Allora cosa si deve fare per entrare in più stretto contatto con i desideri degli altri? Bisogna provare ad immaginare la correlazione tra noi e gli altri nel modo che segue.

Quello che a noi sembrano essere gli altri uomini, il “prossimo”, sono in realtà i nostri stessi desideri. Si trovano al di fuori di noi per darci l’opportunità di accettarli mentre li correggiamo. Ci sono dei desideri egoistici dentro di noi che non possiamo correggere; possiamo solo “bloccarli” e salire al di sopra di essi. Oltre a questo, c’è anche un desiderio “estraneo” di godere che è al di fuori di noi; ma ci sembra “estraneo” perché è corretto rispetto a noi ed ha la forma della dazione!

C’è un grande Kli comune o desiderio che è completamente indirizzato alla dazione. E poi ci siamo noi, coloro che ricevono, con la nostra scatolina nera. Vogliamo vedere la vera realtà? Forza, avanti – è dentro il Kli comune! E’ qui! Tutto quello che dobbiamo fare è entrare, prenderne parte e sentirla! E’ al di sopra e oltre tutti i confini e tutti i limiti; e’ assolutamente buona e fa solo del bene. Non ha vita e non c’è morte, ma solo un appagamento infinito.

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I desideri degli altri uomini sono già corretti. Sono tutti dentro Malchut del Mondo dell’Infinito, che include ogni cosa. Tuttavia, bisogna acquisirli, e lo si può fare solo gradualmente, un po’ per volta. Si entra un passo per volta, finché non si arriva ad abbracciare tutto. Lungo questo percorso si attraversano cinque mondi e 125 livelli, acquisendo gradualmente questo enorme desiderio.
Ad ogni modo, si può acquisire solo ciò che è già pronto e corretto! Si deve solo sapere come riceverlo attraverso la correzione del proprio atteggiamento verso di esso, e collegandosi ad esso nel giusto modo. Questo è il significato di Malchut del Mondo dell’Infinito.
I Kabbalisti scrivono che il “prossimo” è il nostro Kli spirituale che è già corretto e che si trova al di fuori di noi, negli altri uomini. Dobbiamo solo renderlo una parte di noi, collegarci ad esso e ad avvicinarci nella giusta maniera. Dobbiamo realizzare la restrizione (Tzimtzum Alef) del nostro egoismo al fine di essere sicuri di non domandare più di quello che il nostro corpo necessiti. Allora ogni altra cosa sarà il nostro Kli, e potremo prenderla!
Questo desiderio che è al di fuori di noi è la nostra anima, mentre il “noi” di oggi è un’illusione che scomparirà.

Un nuovo mondo dopo il diluvio

rav_2008-11-14_sl_img_7185_w1 Quando il nostro desiderio egoista si sente male, ci manovra come con una corda affinché troviamo la felicità. Tuttavia, ciò non è sufficiente per continuare nella direzione corretta, perché la meta della creazione non è fuggire dall’egoismo. È soltanto il modo di aiutarci, è una forza impulsiva.

Per orientarci nella direzione corretta, dall’Alto ci viene concesso un desiderio, una scintilla o punto nel cuore che ci chiama allo sviluppo spirituale. Questa scintilla ci porta ad un gruppo cabalistico e ad un maestro, affinché possiamo crescere e svilupparla.

Utilizzando questi elementi, dobbiamo costruire “un’arca”, con la quale possiamo scappare da tutto il male, da tutte le confusioni e le sfide che troviamo nella nostra crescita spirituale. Allo stesso tempo, dobbiamo capire che non possiamo fare niente rispetto ai disturbi, che siano esterni oppure interni. Si rivelano in noi e nel nostro ambiente con tutta l’intenzione, affinché possiamo fortificare la nostra determinazione e riunire le nostre forze contro di essi, come le acque turbolenti del diluvio distrussero tutto ciò che era dannoso e lasciarono solo il necessario.

Effettivamente ci siamo riuniti qui, per costruire un’arca dentro di noi che rappresenti l’attributo di dazione del Creatore. Quest’arca sarà il nostro rifugio.

Lo Zohar: va ed entra nell’arca con tutta la tua famiglia, poiché tutto ciò che non cerca rifugio nell’arca sarà cancellato dalla faccia della terra “.

Dobbiamo associare tutto ciò che possiamo a Binà, l’attributo della dazione, il Creatore, tanto quanto ci è possibile. Possiamo farlo affidandoci a Lui totalmente ed aggrappandoci a Lui come un seme nell’utero della madre. Tutto ciò che possiamo associare a questa qualità si salverà e si svilupperà spiritualmente.

I desideri che non si possono associare a Binà saranno distrutti dalle acque del diluvio. Noè è l’unico desiderio dentro di me che mi può portare alla spiritualità, sempre e quando lo posso separare dal resto dei miei desideri che non si possono sviluppare spiritualmente. Per questo desidero connettermi alla spiritualità, per mezzo di questo desiderio. È l’unico che desidero coltivare.

Devo tagliare il resto dei desideri ed affogarli nelle acque del diluvio, perché posso avanzare soltanto con l’unico desiderio che simboleggia Noè. Con questo desiderio posso costruire un nuovo mondo: il mondo dopo il diluvio.

Non so come sarà questo nuovo mondo. Io mi sviluppo all’interno di Binà come nell’utero di una madre e sia quel che sia. Quando risorgerò, avrò un nuovo mondo.

Chiedi una giustificazione, chiedi clemenza

laitman_2009-05-xx_ny_50841Lo Zohar: nell’ora, quando il mondo si colmò con i peccati della gente e fu giudicato, sventurato è il giusto che vive in questo mondo, perché lui è il primo che risponde per i crimini dei peccatori.

Però, come riuscì Noè a salvarsi dal diluvio e a non ricevere un castigo per i peccati della sua generazione? Il Creatore voleva salvarlo e generare da lui la discendenza del mondo, e per questo lo salvò.

Nel mondo (nella persona) ci sono molti peccatori (i desideri egoistici), però essi non poterono approfittare del buon desiderio di Noè (l’unico desiderio spirituale, il punto nel cuore, per raggrupparsi intorno a questo con mire verso attributo di dazione). Per questo, questi peccatori (i cattivi desideri) furono separati da Noè (dal desiderio corretto) mediante il diluvio ed annegarono (questi desideri morirono nell’uomo affinché lui smettesse di sentirli). In ciò consiste per ora, la sua correzione, però più in avanti, questi desideri si manifesteranno di nuovo nel momento in cui lui sarà capace di correggerli).

Un piccolo desiderio dell’uomo verso la dazione, che si chiama Noè, fu salvato dal Creatore (dalla Luce OM, Or Makif, la Luce Circondante), rifugiandosi “nell’Arca” (si riceve una forza addizionale, una cappa protettiva dall’attributo di dazione, che si chiama “Arca”, o utero della madre, Binà).

E il tribunale non ebbe nessun potere su di lui, perché si rifugiò nell’arca, scomparendo dalla vista di tutti. Il tribunale giudicò i desideri egoistici ma non aveva potere sul desiderio di dare. Si parla di una persona che ha acquisito una connessione di dazione con il gruppo, ha trovato rifugio dentro di esso e si è nascosto dall’occhio malvagio, dai suoi desideri egoistici che vogliono allontanarlo dallo scopo.

È scritto: chiedi una giustificazione, chiedi clemenza e può essere che sfuggi all’ira del Creatore. Non puoi nasconderti dall’influenza della Luce che brilla e divide i desideri egoistici dell’uomo in quelli che hanno Luce nei loro attributi e in quelli che stanno contro di Essa.

Noè chiedeva una giustificazione (la correzione dall’Alto), entrò nell’arca e si nascose lì (nell’attributo di dazione del Creatore, si dissolse in esso, come una goccia di seme nell’utero della madre), nel giorno dell’ira del Creatore (della rivelazione della Luce di Chokhmà, che come uno scudo, divide i desideri secondo la loro intenzione di dare o ricevere), e per questo il tribunale non ebbe il potere di accusarlo.

Lui si nascose dentro l’attributo di dazione del Superiore, del Creatore. Malchut ascende a Binà e si nasconde lì, ciò significa essere giusto, Hassadim, ascendere al di sopra dell’egoismo.

La preghiera generale. Canzone di Arcadii Duchin

Nuova canzone di Arcadii Duchin,

sul materiale della lezione del  08.12.2009:

Audio

C’è la necessità di quello che manca a me stesso e necessità di quello che manca agli altri.
La sofferenza attuale – dal fatto che l’uomo non può e non vuole dare al prossimo.
Ci sono molti gradini e semigradini dove ci aspetta tanti diversi esami,
Ama il prossimo come ti ami a te, come tu – divisione cosi, apparsa durante gli anni.
Ritornello:
La preghiera generale significa preghiera per la società,
Tu ancora uscirai dal buio, se solo ti preoccuperai del altro.
La preghiera generale significa preghiera per la società,
Tu ancora uscirai dal buio, se solo ti preoccuperai del altro.
La preghiera generale significa preghiera per la società,
E non è possibile cancellare questa frammentazione,
Si può soltanto sperare, che noi ci eleveremo al di sopra di lui.
Non credere a se fino al giorno della tua fine,
Importante che tutto il tempo andare sul cammino passo dopo passo,
E in base agli sforzi nell’unione all’improvviso come esplode l’odio,
Tu cresci, ma cresce anche la diversità,
In un secondo può nascere la guerra.
Ritornello:
L’uomo è occupato con se stesso, mangiare, sesso, famiglia, soldi, onore, potere, lavoro,
Gode dai suoi riempimenti, e non si chiede nemmeno , perché tutto questo , tutto questo perché?
Qui c’è bisogno della correzione di ciò che è spaccato e soltanto allora il Creatore viene svelato.
Ciò che si è spaccato – è la connessione tra di noi e se noi ci uniamo – ci eleveremo.
Ritornello.
Ritornello.

Più grande, più piccolo ed uguale sia ad un amico che al Creatore

greatandsmall_thumbLa domanda che ho ricevuto: Posso considerare il mio amico in modi diversi: a volte come uno studente, altre come un maestro, e altre ancora come uguale a me?

La mia risposta: Si possono trovare queste tre relazioni in ogni stato:

1. Se voglio unirmi al mio amico, allora lo devo vedere come una persona importante, perché solo così avrò il desiderio di unirmi a lui. Questa è la ragione per cui lo devo vedere come la persona più importante che ci sia al mondo, una persona cioè che mi renderà capace di connettermi al Creatore. Egli deve essere importante tanto quanto lo è per me il Creatore. Se il gruppo mi dà la forza e l’opportunità di raggiungere lo Scopo Superiore, allora vedrò i suoi membri come delle persone grandi, dalle quali dipende il mio destino. Sarei disposto a pagare qualsiasi cifra per farmi accettare da loro. Sarei pronto ad umiliarmi per connettermi a loro.

2. Tuttavia, quando penso a come poter rendere il gruppo più forte, lo devo guardare dall’alto e devo pensare a come posso fare per dare il mio aiuto e per ispirare i suoi membri. Allora vedrò i membri del gruppo più piccoli di me. Vorrò influenzarli e dare loro più energia.

3. Se si parla dell’unità del gruppo, allora tutti sono uguali. Dopo aver considerato i membri più importanti di me, e dopo essermi considerato più importante di loro, ci ritroviamo ad essere uguali e così ci uniamo. Questa è la ragione per cui siamo chiamati amici.

Questi sono gli stessi rapporti che abbiamo con il Creatore: Lui è più grande di me, più piccolo di me, ed uguale a me.

1. Lui è più grande di me perché mi dà la forza e determina tutti i miei pensieri e i miei desideri.

2. Lui è più piccolo di me perché Lui dipende da me. Io posso donare a Lui, posso farLo sentire bene, e in questo caso Lui dipende da me. Ne consegue che Lui è più piccolo di me. Questa dipendenza è simile a quella dei genitori verso i loro figli.

3. Lui è uguale a me perché solo coloro che sono uguali possono raggiungere l’adesione – unirsi gli uni con gli altri per ricevere e donarsi a vicenda.

Perciò, gli stati non cambiano nei propri atteggiamenti verso il gruppo e verso il Creatore. La sola cosa che cambia è il modo in cui un uomo li guarda: un uomo può essere più grande, più piccolo od uguale, sia rispetto ad un amico che rispetto al Creatore. Un uomo deve sempre verificare come può integrare ognuna di queste tre situazioni, al fine di progredire sempre di più verso una più grande unione con gli amici e con il Creatore.

Il fenomeno della connessione del 21° secolo

laitman_2009-11_8763Per la prima volta nella storia umana, siamo arrivati ora, nel 21° secolo, in un punto in cui ci sentiamo come se fossimo opposti alla Natura, al Creatore. Si tratta della connessione che l’umanità ha raggiunto in un sistema che è divenuto globale.

Prima di questo, la Luce influenzava ognuno di noi individualmente e in questo modo ognuno di noi è cresciuto dentro il proprio egoismo. Oggi, tuttavia, ci siamo sviluppati fino al punto in cui la Luce ci ha collegati tutti insieme e sta provocando un diverso livello di sviluppo dentro ognuno di noi che correggerà le nostre reciproche connessioni.

In precedenza eravamo opposti a Lui, e anche se Lui è il Solo e l’Unico ci sono miliardi di uomini. Oggi noi siamo connessi, ma non per scelta e non per un nostro desiderio; è per questa ragione che siamo opposti al Creatore.

Abbiamo concluso il nostro sviluppo egoistico e perciò abbiamo perso il desiderio di svilupparci ancora. Il mondo ha raggiunto un punto in cui si presentano delle opportunità mai viste prima, ma gli uomini hanno perso l’interesse in queste occasioni perché il loro desiderio è diverso; i desideri non sono più personali e non riguardano l’appagamento del proprio egoismo individuale.

L’egoismo dell’umanità ha raggiunto il suo massimo limite e non riesce a trovare altri vuoti da riempire, e nemmeno noi stentiamo il bisogno di riempire quei vuoti. La Luce ha smesso di svilupparci e adesso ci spinge e ci costringe a connetterci correttamente con gli altri e a diventare uguali a Lui (il Creatore).

Questo è un diverso tipo di Luce che ha per obbiettivo la nostra unione. Perciò ci ritroviamo oggi in questa crisi globale, che è la crisi della connessione tra gli uomini, e che è causata dalla nostra non conformità alla Luce, al Creatore.

Stiamo vivendo un nuovo fenomeno oggi, nel 21° secolo; uno di quei fenomeni che non sono mai successi prima. Oggi tutti i problemi si presentano come problemi del sistema comune e di tutta l’umanità. Questa è la ragione per cui sentiamo di essere tutti sulla stessa barca.

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